Le fasi di composizione della squadra di governo vanno per le lunghe: le liste dei possibili ministri, a quanto pare, si incagliano attorno a dei nomi chiave per Fratelli d’Italia (l’ex magistrato Nordio per la giustizia) e ministeri ambìti da Forza Italia. Dopo l’elezione “muscolare” dei presidenti di Camera e Senato, la precaria pacificazione tra FdI e FI e la ritrovata amicizia del Caimano per Putin, finalmente si torna a parlare di contenuti e di politica con il disegno di legge proposto da Maurizio Gasparri.

Il testo completo non è ancora disponibile e di fatto è ancora da indirizzare alla commissione che dovrà occuparsene, tuttavia il titolo, “Modifica dell’articolo 1 del Codice civile in materia di riconoscimento della capacità giuridica del concepito”, lascia intendere che l’obiettivo ora è la legge 194/78.

Se andasse in porto, l’effetto sarebbe dirompente, in quanto se il concepito acquisisse “capacità giuridica” si creerebbe un conflitto tra diritti del concepito e della gestante e questo, evidentemente, metterebbe in crisi l’impianto dell’attuale legge.

Gasparri, sensibilità storica sul tema dell’aborto

Il personaggio è noto. Già autore della legge 3 maggio 2004, n.112 da ministro delle Telecomunicazioni che all’epoca sostanzialmente legittimava il duopolio Rai-Mediaset e faceva immediatamente pervenire all’Italia lettere di infrazione dall’Ue, fiero oppositore della legalizzazione delle droghe e delle “stanze del buco” proposte dalla ministra Dadone (in scadenza), è sempre stato sensibile al tema dell’aborto. Già 15 anni fa, ad esempio, si scagliava contro il cosiddetto “aborto fai da te” contestualmente all’arrivo in Italia della RU486, la pillola abortiva.

Questo disegno di legge, che viene proposto per la terza volta, è culturalmente omogeneo al movimento cattolico che fa capo alla Conferenza episcopale italiana e alla testata Avvenire, la quale non a caso il 9 dicembre 2018 pubblicò sulle sue pagine il “Manifesto sul diritto alla vita nel 70° anniversario della Dichiarazione universale sui diritti dell’uomo”.

Ma è evidentemente anche corrente di pensiero dominante in Fratelli d’Italia, se teniamo in conto che un altro possibile nome per il ministero della famiglia è stato quello di Eugenia Roccella, per la quale «l’aborto non è un diritto».

Un filo “bianco” tra sbarchi e Igv?

A partire da questo dato e sugli sviluppi della questione, si possono fare alcune riflessioni. La prima è una valutazione della coerenza: la proposta di Gasparri, nella sostanza, è incompatibile con la dichiarazione di Giorgia Meloni del mese scorso in cui affermava che non sarebbe stata toccata la 194. Potrebbe essere tuttavia risolta giocando sui margini del nominalismo.  

La seconda prende spunto da un articolo comparso a luglio su Il Fatto quotidiano, che riporta uno studio dell’università di Buffalo in merito alla posizione discontinua sull’aborto da parte dei frequentatori del forum estremista bianco Stormfront. In parole povere, il campione analizzato propendeva per una doppia morale: l’interruzione di gravidanza sarebbe omicidio se a compierla è una donna bianca, mentre sarebbe tollerato e auspicabile se si tratta di una madre non caucasica.

Se uno dei temi forti di FdI, durante questa campagna elettorale, è stata la questione sbarchi, tanto che uno dei video di Giorgia Meloni s’intitola addirittura “Pronti a difendere i confini dell’Italia” dall’immigrazione e un altro video, del 2017, vede la Presidente di FdI dichiararsi contraria alla sostituzione etnica pianificata e voluta dai “poteri forti” dell’Europa, viene da chiedersi se questa ferma condanna dell’aborto sia prioritariamente una questione etico-religiosa o, piuttosto, una risposta politica – fatto sul corpo delle donne – a un problema nella logica della difesa di ciò che oltreoceano è il white power di alcune frange della destra americana.

Un ddl “fumogeno”?

La terza è di carattere contingente. Fratelli d’Italia ha ottenuto una netta vittoria alle elezioni con un programma chiaro e forte. Oggi, però, la ragion di Stato costringe FdI a inedite posizioni filo-atlantiste, a rinnegare linee politiche no-euro nella pancia del partito già dal 2014. Il dilungarsi della costituzione del governo e i malumori tra le tre forze vittoriose (FI, Lega, FdI), l’incalzante crisi delle bollette, preludio alla recessione economica potrebbero aver suggerito di spostare l’attenzione su questioni ideologiche divisive come cortina fumogena. La notizia infatti è deflagrata con qualche giorno di ritardo, spulciando nei 17 ddl proposti proprio dal senatore Gasparri. Staremo a vedere.

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