In occasione dell’apertura di Mediorizzonti, la rassegna di cinema mediorientale di Verona, al Cinema Nuovo San Michele, lunedì 10 ottobre scorso, c’è stata l’opportunità di conoscere le storie di tante donne palestinesi, in sala e sul grande schermo.

Il primo documentario in cartellone, “Palestinian Women: a guide to cultural resistance“, ha mostrato le storie di rapper, stiliste e cuoche che lavorano ogni giorno portando avanti passioni e intuizioni sempre nuove.

Le donne palestinesi fra resistenza e coraggio

Stefania Berlasso per “Heraldo” ha intervistato la regista Mariette Auvray in collegamento online: «Tutte queste donne fanno emergere le situazioni di disuguaglianza in cui si trovano. Condividono con noi le idee che hanno per resistere sia all’occupazione che al potere patriarcale della propria comunità. Prendono posizione per far progredire la società e osano realizzare i loro sogni. Vorrei che questo progetto offrisse nuove rappresentazioni delle donne arabe della mia generazione grazie a immagini suggestive, sensibili e impegnate.»

La regista ha scelto di fare questo lavoro dopo aver prodotto un documentario sui giovani israeliani. Si è sentita osservata durante gli spostamenti anche se il suo passaporto francese l’ha agevolata e la sua camera formato piccolo non ha mai dato troppo nell’occhio. I tanti check-point lungo la via del suo lavoro l’hanno rallentata ma mai bloccata fino al suo obiettivo.

Le portavoci del Comitato per la costruzione della Casa Internazionale delle Donne a Gaza City

In sala erano presenti le tre attiviste palestinesi Rasha El-Tayeb, Yasmin Al Jarba e Randa Harara, portavoci del Comitato per la costruzione della Casa Internazionale delle Donne a Gaza City. Le tre sono in tour in varie città d’Italia, organizzato dal Gaza FREEstyle. Gaza Freestyle vuole contribuire alla necessità dei e delle giovani gazawi di utilizzare le discipline di strada come forma di espressione e libertà.

«La lotta delle donne palestinesi riguarda più cose – spiegano Rasha, Yasmin e Randa -, a partire dalla prima cosa, l’occupazione israeliana, che ha trasformato Gaza in una prigione a cielo aperto, in seconda battuta contro la società patriarcale e le difficoltà quotidiane. L’occupazione però rallenta la rivendicazione in tutti gli altri campi. Ci sono tanti detenuti, tra cui 32 donne e 3 con detenzione preventiva.» Per loro uscire da Gaza non è stato facile, ci hanno messo tre giorni per controlli davvero lunghi che hanno fatto perdere loro il volo dal Il Cairo.

Diritti Lgbtqia+ sul grande schermo lunedì 17 ottobre

Il secondo appuntamento al cinema si svolge stasera con una doppia proiezione sul tema dell’intersessualità e del mondo LGBTQIA+ in Egitto lunedì 17 ottobre 2022 alle 20.30 al Cinema Nuovo San Michele di via V. Monti 7c, con un biglietto unico di 5 euro.

L’evento si aprirà con la proiezione del cortometraggio “A immagine e somiglianza di dio” di Bianca Rondolino a cui seguirà il documentario di Anicee Gohar, “Zip-it“.

A immagine e somiglianza di dio” (USA/Italia, 2020, 15’) racconta il rabbino Levi, nato nel 1957 a Long Island, intersessuale, a cui alla nascita viene imposto il genere femminile. Il cortometraggio affronta la storia di transizione del protagonista e il suo viaggio attraverso la fede. “Zip-it” (Egitto, 2021, 60’), invece, vede il protagonista egiziano Mohanad Kojak, un eccentrico e creativo stilista gay, sfidare la sua società d’origine, in cui tutto ciò che non è convenzionale risulta controverso. Al Cairo il ragazzo affronta gli ostacoli con la resilienza necessaria per resistere e realizzarsi.

A termine delle proiezioni saranno ospiti entrambe le registe, Bianca Rondolino e Anicee Gohar, per commentare con il pubblico le visioni proposte. Guiderà il dialogo Elena Guerra di “Heraldo” con Massimo Prearo di PoliTeSse – Politics and Theories of Sexuality dell’Università di Verona e Ibrahim Kachab di veronetta129.

L’esperienza eterogenea delle registe e le proprie opere svelano la valenza politica del personale. Bianca Rondolino, nata a Roma nel 1993, è una regista e autrice queer. Ottenuta una doppia laurea in Lettere Antiche e Storia dell’Arte a Roma, si è avvicinata successivamente al cinema studiando Documetary Filmmaking alla New York Film Academy di Los Angeles. Anicee Gohar, regista egiziana, invece, viene dallo studio di politica e diritti umani, ha lavorato per il più grande gruppo di emittenti televisive del mediorente, la MBC, per poi realizzare il suo primo film. La sua attrazione per la moda e per le persone della vita reale sono elementi caratteristici della sua opera prima.

L’ottava edizione di MediOrizzonti si concluderà lunedì 24 ottobre con il documentario “Be My Voice” (Svezia, 2021, 90’) di Nahid Persson. Il documentario tratta di Masih Alinejad, che, nata nel 1976 in un piccolo villaggio dell’interno iraniano, è attratta dall’indipendenza sin da piccola. Dopo gli studi e l’esperienza di giornalista parlamentare a Teheran, Masih espatria e lancia My Stealthy Freedom, pagina Facebook nella quale invitava le donne iraniane a liberarsi dal velo, oltre ad avere un proprio spazio in Voice of America.

Inevitabilmente, Masih Alinejad è diventata la cassa di risonanza di migliaia di iraniani che si ribellano alla dittatura della Repubblica Islamica pagando un prezzo altissimo: minacce, arresti, torture, persecuzione, carcerazione. Modererà l’evento Jessica Cugini, giornalista di “Nigrizia”, in dialogo con Riccardo Noury, portavoce nazionale di Amnesty International Italia.

I film saranno proiettati in lingua originale con sottotitoli in italiano. Qui maggiori informazioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA