Dopo la sconfitta di ieri sera contro l’Atalanta si può dire senza timore che il Verona è sulla strada giusta. Perdere non è mai bello, questo è ovvio, ma avere rimpianti per non aver fatto punti contro l’Atalanta è di per sé una buona notizia se pensiamo al totale sconforto che circondava la squadra solo qualche giorno fa.

Certo, l’Atalanta poteva approfittare dello sbilanciamento in avanti nel secondo tempo e chiuderla, poteva alzare il ritmo nel primo tempo in cui è apparsa ben più compassata del solito. Ma, parlando di se e ma, poteva entrare anche la botta a giro di Lazovic che si è stampata sulla traversa. La realtà è che il Verona, disastrato e disorientato solo due settimane fa, ha fatto sudare l’Atalanta. Non è poco. La sfida contro i bergamaschi ha lasciato molti elementi incoraggianti e alcuni problemi aperti. 

Gunter cancella Zapata, Coppola sugli scudi

Partiamo da dietro: la difesa si è ben comportata. Coppola senz’altro è sugli scudi e si presenta già come un pilastro di quest’anno, e i maligni dall’occhio lungo già ci vedono una plusvalenza per l’anno prossimo. Gunter ha beccato una di quelle serate di grazia per cui gli si perdona l’occasionale svarione. Non ha sofferto un cliente difficile come Zapata.

Assieme a “Coppolone”, su una catena di destra “made in Verona” da spellarsi le mani, abbiamo trovato il vice Faraoni. Non era scontato non sentire la mancanza del vice capitano contro una squadra così ostica, eppure Terracciano ha dimostrato talento, polmoni e personalità, oltre a un’ottima capacità di inserirsi nei meccanismi di squadra. 

Il centrocampo a cinque sta cercando la sua “quadra” 

Veloso nel primo tempo giocato sui ritmi lenti dell’Atalanta, ha dato ottime geometrie al centrocampo, ma quando il ritmo è salito ha patito un po’ di fatica, specialmente nel secondo tempo. Il timore era che non ci fosse nessuno in panchina per sostituirlo a dovere, e qui è arrivata la più grossa sorpresa di giornata: Hongla.

L’abbiamo aspettato, gliene abbiamo dette di tutti i colori, ma se questo è il vero Hongla, l’attesa è stata premiata. Fisico, intensità e aperture geniali. A un certo punto del match il talentuoso Ilic si è occupato dell’interdizione mentre il camerunese si è preso la briga di impostare. Cose dell’altro mondo. Se si dovesse confermare a questi livelli abbiamo trovato – oltre che un gran rinforzo a centro campo – la prima previsione azzeccata dal diesse Marroccu. 

Ilic si ritrova nella situazione dello scorso anno: ha i colpi del grande centrocampista ma la sua attenzione e la sua intensità vanno a intermittenza. Spesso è preso a metà strada nelle coperture e non è decisivo né per chiudere le linee di passaggio né per marcare stretto il suo uomo.

Il migliore in campo è sicuramente Lazovic, con un lavoro di quantità e qualità in entrambe le fasi. Solo la traversa gli ha impedito di segnare un pareggio spettacolare. Davanti, dietro a sinistra e a destra, il serbo fa la differenza ovunque. Lo stesso si può dire per Tameze. Che il centrocampo si a quattro o a cinque, che debba giocare in mezzo, arretrato o all’esterno del campo, su Adrien Victorinox Tameze si può sempre contare. Sempre che non arrivino sorprese da qui a domenica…

Attacco: manca qualità ma la panchina può sorprendere

L’attacco è sicuramente il tasto dolente di questa sfida tra Verona e Atalanta. I due davanti devono migliorare la loro alchimia. Henry si muove bene in posizione leggermente arretrata e si sacrifica molto con l’Atalanta. Per Lasagna invece un altro passo indietro per tornare al Kevin di sempre: tanto sacrificio, tanta corsa e buona volontà, ma poca freddezza e cattiveria sotto porta. Lo si è chiamato Paperino in passato, ma no, non è solo sfortuna. 

Questo modulo e le caratteristiche degli attaccanti offrono diverse alternative nella manovra offensiva dell’Hellas. Lo si è visto anche contro l’Atalanta. Il cross dal fondo per la testa di Henry, la palla lunga per la velocità di Lasagna, all’occorrenza la botta da fuori. L’ingrediente mancante è però trasversale: la qualità. Il piede educato che conclude l’azione con l’ultimo passaggio o che  trasforma l’occasione in gol.

Ottimi segnali sono arrivati anche dai due giovani attaccanti inseriti nel finale: Doig e Cortinovis hanno dimostrato talento e personalità. Se non dovesse arrivare un innesto di qualità tra i titolari là davanti, c’è da sperare che siano loro a crescere in fretta. Nel frattempo hanno già provato sul campo di rappresentare un contributo di freschezza ed energia verde.

La squadra cresce, ora ci vogliono i punti

Cioffi sta lavorando bene con quello che ha. Ha saputo resettare la squadra e la piazza dopo un inizio di campionato caratterizzato dalla più totale confusione. Oggi, malgrado la sconfitta e tutti i problemi aperti, possiamo apprezzare enormi passi avanti sul campo: primo fra tutti il ritorno all’atteggiamento aggressivo che rappresenta il dna di questa formazione. 

A guardare le formazioni, e soprattutto le panchine, Verona-Atalanta poteva far pensare a un bagno di sangue, e lo sarebbe stato se questo Verona fosse ancora la squadra vista contro Bari e Napoli. Se, invece, siamo qui a parlare addirittura di rimpianti dopo una sconfitta per uno a zero significa che di strada se n’è fatta eccome. Sono passate solo due settimane dalla batosta di Ferragosto, ma al Bentegodi sembra passata un’eternità. 

Ora il Verona è pronto ad affrontare una sfida importantissima per la classifica e per definire i rapporti di forza. Mercoledì a Empoli si va per vincere. Il Verona, questo Verona, ce la può fare.  

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