La nuova stagione della Scaligera Basket ha preso ufficialmente il via giovedì 18 agosto, con il raduno (aperto a pubblico e stampa) al Pala AGSM AIM in piazzale Olimpia. L’occasione per i tanti tifosi accorsi (considerata anche la data, a ridosso di Ferragosto) è stata quella di riabbracciare molti degli “eroi” della cavalcata-promozione di pochi mesi fa e soprattutto conoscere i “nuovi” atleti, che vestiranno la canotta gialloblù nella tanto agognata Serie A, che mancava a Verona da ben vent’anni.

Diversi i volti conosciuti (a cominciare dallo staff tecnico guidato da coach Alessandro Ramagli) e tanti anche i volti nuovi, con diversi giocatori, americani e italiani, che hanno avuto così la possibilità di farsi vedere per la prima volta dal loro nuovo pubblico.

Nell’occasione abbiamo avvicinato il general manager della Tezenis Alessandro Frosini, vero e proprio “artefice” della squadra e fra gli uomini di maggior esperienza nella categoria della società.

Frosini, il raduno per una società di basket è un po’ come il primo giorno di scuola. Quali sono le sue  emozioni?

«È un nuovo inizio, certamente emozionante e che impone anche tanta responsabilità, che sento. Dopo il campionato della scorsa stagione e la grande vittoria della finale play off credo che Verona meriti questo palcoscenico della serie A.»

Per affrontare la categoria sono arrivati in riva all’Adige diversi giocatori nuovi. Ci spiega quali sono state le linee guida delle vostre scelte?

Il GM Alessandro Frosini

«Abbiamo allestito un roster quantomeno competitivo, che credo possa raggiungere la salvezza. Questo almeno è il nostro obiettivo. Devo anche dire che si tratta di un roster particolare, perché abbiamo giocatori con caratteristiche sia tecniche che fisiche non scontante, non classiche. Abbiamo un pivot poco sotto i due metri e un’ala forte al contrario molto alta, che tira molto bene da fuori e apre il campo benissimo. Un attaccante puro come Selden, un giocatore che ha calcato anche per diversi anni i campi dell’NBA e pronto a fare il salto in Europa dopo aver giocato da questa parte dell’oceano sia in Israele sia in Turchia. Un gruppo di italiani già coeso, arricchito con gli innesti molto importanti di Imbrò e Cappelletti. Imbrò ha già avuto in A una bellissima esperienza a Treviso, mentre Cappelletti è pronto a giocare come playmaker titolare in una squadra di serie A, avendolo già dimostrato a Torino e a Udine. Siamo contenti di poterglielo far fare noi.»

Questi i nuovi. E per quanto riguarda i confermati dalla scorsa stagione?

«Era importante confermare un bel gruppo. Abbiamo innanzitutto riconfermato tutto lo staff tecnico. Un valore in più per noi, perché conosciamo le qualità professionali e umane di Ramagli, dei suoi assistenti e del preparatore atletico Braida. Poi, passando ai giocatori, abbiamo voluto confermare i due americani, sia Xavier Johnson sia Karvel Anderson, che si sono dimostrati a dir poco decisivi nella scorsa stagione. Uno di loro, Johnson, è alla prima apparizione in A, ma era un suo grande obiettivo ed è molto carico e motivato. Anderson, invece, ha già alle spalle più di cinque stagioni nella massime leghe europee. Oltre a loro abbiamo deciso di puntare ancora su Candussi, Casarin, Udom, cioè quei i giovani che nella finale play off sono stati assoluti protagonisti e hanno fatto sì che la squadra, arrivata alla fine di una stagione lunghissima, sentisse poco la fatica.»

E poi, dulcis in fundo, c’è stata la conferma di capitan Rosselli…

«Si. Abbiamo voluto confermare il capitano perché è un giocatore simbolo di questa Verona, un giocatore che può darci ancora tanto con la sua esperienza e il suo modo di gestire lo spogliatoio. Un veterano, insomma, che era giusto tenere per dargli questa possibilità di giocare ancora in A con noi. Abbiamo ancora bisogno di tutta la sua esperienza.»

Così come nel corso della stagione avrete sicuramente bisogno di un palazzetto pieno…

«Assolutamente. Abbiamo bisogno dei nostri tifosi, dell’entusiasmo che c’è e che si è creato nel corso della scorsa stagione. Siamo molto felici di ripartire da quell’entusiasmo, sapendo però che dovremo sudare come dei pazzi ad ogni partita per poter vincere e portare a casa punti importanti. Ci sono delle partite che sulla carta appaiono impossibili, ma dovremo provarci, anche perché alla fine quelle sono le sfide più belle da vincere. Siamo consapevoli che abbiamo tanti competitor per la salvezza, con società che militano da tanti anni in A e sono più abituate a questo tipo di lotta. Noi siamo dei rookie per la categoria, ma abbiamo comunque dalla nostra l’esperienza del coach, di Rosselli e di altri giocatori. E anche, consentitemelo, un po’ la mia.»