Siamo ad agosto e procede la campagna balneare per le elezioni 2022. Attraverso l’aggiornamento delle pagine social Facebook e Instagram di Lega, FdI, PD e M5s, vediamo – rispetto alla settimana scorsa – come queste forze stiano ridefinendo i propri schemi propagandistici.

Lega – Salvini Premier. Follower FB 1,1 mln; Instagram 317mila (stabile).

Difficile stare dietro alle bulimiche pagine social della Lega; tuttavia, si intravedono tre filoni su cui si sta stabilizzando la linea propagandistica. Rimane chiodo fisso il tema sbarchi/immigrazione, ma ottiene maggiore spazio (anche nel post fissato sulla pagina FB) la questione fiscale, con la Flat Tax (con tanto di app per vedere quanto risparmieresti), detassazioni e bonus; continua la campagna di mobilitazione degli esterni alla pagina con l’hashtag #25settembrevotoLega da aggiungere alla bio dei militanti.

Compare, in un paio di post, anche il tema autonomia, che ottiene più di 1500 like (anche se i commenti sono molto contrastanti). La grande produzione delle pagine determina quantità di like ridotti; a colpire davvero gli utenti della pagina più che le dichiarazioni programmatiche sono piuttosto le dichiarazioni contro (la sinistra), in questo caso dell’opinionista Maria Giovanna Maglie, che raccolgono molti like.

Fratelli d’Italia. Follower FB 437.235; Instagram 211mila (stabile).

Il motto è “pronti a risollevare l’Italia” anche se, in realtà, tanto pronti non sono visto che il programma (di coalizione) è stato pubblicato solo l’11 agosto (quello di partito non pervenuto). La campagna tuttavia al momento ha come cardini l’immigrazione (con il blocco navale), la denigrazione della sinistra e del PD e l’autoaccreditamento di FdI come forza di Governo credibile e coerente; si fa timidamente largo – scelta comprensibile visto l’atteggiamento tenuto durante la pandemia e l’ammiccamento a un certo tipo di elettorato – la minaccia del “gomblotto” della stampa contro FdI e della macchina del fango.

È stato modificato – forse perché comunicativamente demenziale – un post in polemica col segretario del PD: Letta, su Orban e Vox, dice che Meloni “Tenta di incipriarsi, ma è difficile” e FdI la butta sulla discriminazione di genere. Pur avendo un terzo del seguito della Lega, il ragionevole numero di post permette di ottenere per ciascuno mediamente dai 2000 ai 4000 like.

Partito Democratico Follower FB 396.224; Instagram 127mila (in leggera crescita).

Il PD, perso Calenda, si è scoperto improvvisamente partito di sinistra: ecco dunque post sull’inflazione che erode il potere di acquisto, gender gap, il tema del lavoro, l’ambiente, mirabolanti promesse per la scuola (eppure l’attuale ministro è del PD); si stigmatizzano le promesse elettorali della destra in tema fiscale (flat tax) come inique e anticostituzionali; l’unico avversario chiamato per nome rimane Meloni, con due post; compare persino un simpatico post alla “Zelensky” sull’immancabile fiducia nella vittoria finale; il M5s non compare mai.

Per rendere meno fredda la comunicazione, appaiono interviste di giovani dirigenti del partito che spiegano perché votare il PD, con una resa media tra i 500-700 like. Nutrito risulta il numero dei post, anche se piuttosto tiepido pare l’entusiasmo degli utenti della pagina, tranne per due post (uno contro la discriminazione dei bambini, circa 5000 like, e uno sull’ambiente, quasi 10000). Nei commenti, moltissimi gli haters, che comunque generano traffico.

Movimento 5 stelle Follower FB 1,5 mln; Instagram 351mila (stabile)

Le pagine dei 5stelle sono oramai a tema Conte, con una quantità e qualità di post che ricorda un po’ la strategia di affermazione sui social di Salvini. Continua la strategia comunicativa già vista: rivendicazione di quanto fatto e lotta ai principali concorrenti, (destra e sinistra), anche se in realtà il vero avversario (o, perlomeno, quello che pesca dallo stesso bacino elettorale) è il PD e il centrosinistra, che è maggiormente stigmatizzato. È aumentata l’attività delle pagine; i like si mantengono sui livelli di FdI, pur avendo 4 volte i loro simpatizzanti. Compare anche po’ di ironia, la grande assente dalle pagine dei partiti.

Le donne

Tra PD e FdI il tema della questione femminile è accesa: il PD si impegna a ridurre il gender gap; FdI accusa di maschilismo chi sottovaluta la figura di Giorgi Meloni. Sulla pagina FdI compare poi un sibillino post per rassicurare le donne e per garantire “i diritti di chi non ha voce” . A leggere tra le righe, sembra prospettarsi per la Legge 194 una sorte simile a Roe contro Wade.

Le pagine cominciano a parlarsi

Un altro aspetto nuovo è la schermaglia diretta sui social. A inaugurare questo nuovo possibile filone lo scambio Lega-PD sul programma.

In conclusione…

Le pagine cominciano ad affrontare il tema vero, ovvero le tasse e l’idea di società che questo presuppone. In assenza di un programma (in fase di elaborazione), Fratelli d’Italia cerca di convincere l’elettorato del proprio diritto a governare il paese libero da pregiudiziali storiche.

L’impressione tuttavia è che ciascuno parli ai propri; solo la Lega sembra mostrare un approccio più aperto e vario, nella speranza di agganciare nuovi simpatizzanti e ridurre il distacco da FdI.

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