Italvolley, è un dominio
L'italvolley vince al femminile e al maschile, con i giovani e con la nazionale maggiore. Una nuova estate dorata per la pallavolo azzurra con vista sui Mondiali che si giocheranno tra un paio di mesi.
L'italvolley vince al femminile e al maschile, con i giovani e con la nazionale maggiore. Una nuova estate dorata per la pallavolo azzurra con vista sui Mondiali che si giocheranno tra un paio di mesi.
La sequenza di estati dorate del volley italiano prosegue anche in questo 2022. Addirittura clamorosa la combinazione di risultati conseguita dalle nostre nazionali domenica 17 luglio. Grazie ad un calendario internazionale che ha riunito in un’unica data innumerevoli finali, sono arrivati quattro ori tutti insieme. Primo posto nella Volley Nations League Femminile e oro agli Europei Under 21 F, Under 22 e Under 18 M, un poker che ha il sapore della supremazia assoluta.
Il primo storico successo nella VNL per le azzurre è arrivato dopo un crescendo incredibile, culminato con una ultima fase ad eliminazione diretta in cui le avversarie sono state via via annichilite dal gioco e dall’intensità del sestetto guidato da coach Davide Mazzanti.
A fare la differenza, a prima vista, la solita Paola Egonu, straripante nelle fasi conclusive della manifestazione e vero faro offensivo della squadra in ogni momento di bisogno. Cina, Turchia e Brasile le nazionali battute dai quarti in poi, il gotha della pallavolo mondiale.
Sarebbe però riduttivo disconoscere i meriti di un collettivo che permette di valorizzare al meglio il talento sconfinato della Egonu, sempre più consapevole dei propri mezzi, del proprio ruolo anche mediatico. Una giocatrice arrivata ormai nel suo prime di carriera che ci godremo per tanti anni ancora.
Tutte andrebbero citate, ma una menzione particolare va al libero “Moki” De Gennaro. All’ennesima estate senza riposo ha offerto una prestazione sportiva due gradini sopra ogni altra avversaria di ruolo. Come non soffermarsi poi sulla leadership di Caterina Bosetti? L’atleta lombarda ha caratteristiche sempre più rare e che sono imprescindibili per liberare la potenza di fuoco non solo di Egonu, ma anche di Elena Pietrini. Una giovane che gioca da veterana ormai da un quinquennio, facendo sembrare la fase offensiva di una semplicità, a tratti, imbarazzante.
Questa VNL ha poi consacrato a titolo definitivo la regia di Alessia Orro, una che è sempre stata giudicata una seconda in campo internazionale e che, passo passo, ha saputo convincere in primis lo stesso Mazzanti e, a seguire, tutti i suoi detrattori. Un volto pulito, sorridente, vero spot per la pallavolo nostrana, ma non solo.
Sono ormai dimenticate le tristi nottate delle Olimpiadi di Tokio. La rassegna olimpica, alla prova dei fatti, è stato un incidente, una tappa di maturazione fisiologica per questo gruppo. Questa nazionale italiana femminile ha presente e tanto futuro davanti. Un giusto mix di età che consente di guardare con fiducia ai Mondiali in programma tra un paio di mesi, così come a Parigi 2024, ma anche più in là. E sotto, come vedremo, il movimento sviluppa e produce qualità.
L’Italia del volley per tradizione è sovente vincente in campo giovanile, trascinata da una scuola tecnica di eccellenza e da un territorio che offre opportunità di crescita più diffuse rispetto a tante altre nazioni. Certo che tre titoli europei tutti insieme era difficile pronosticarli.
In campo femminile vittoria di prestigio per la selezione under 21, arricchita dalla presenza di tante atlete già protagoniste in serie A e A2. Soffertissima la finale con una rimonta sulla Serbia da 1-2 nel conto dei set.
Tutta Verona era invece interessata ai risultati della selezione under 22 maschile per la presenza di Giulio Magalini, schiacciatore di Verona Volley e di Roberto di Maio, scoutman gialloblù. Anche qui è arrivato l’oro dopo la vittoria per 3-1 sulla Francia con Magalini grande protagonista e autore di ben 25 punti. Da questa squadra usciranno nei prossimi mesi i nuovi innesti di “Fefè” De Giorgi, coach della nazionale maggiore. C’è tanta qualità in questi ragazzi. La speranza è che per molti ci sia la possibilità di essere protagonisti in SuperLega, un campionato che, per livello, non sempre favorisce l’investimento sui giovani, specie nei ruoli chiave.
Oro, infine, anche per la selezione under 18 maschile, ancora una volta sulla Francia, tramortita in finale per 3-0.
Al netto di un pizzico di buona sorte, questa sequenza di risultati di prestigio non è figlia del caso e ha diverse cause.
Innanzitutto, in termini di nazionali maggiori, viviamo in una generazione in cui, sia al maschile sia al femminile, abbiamo la fortuna di poterci avvalere di singoli atleti fenomenali. Egonu, De Gennaro, Simone Giannelli, Alessandro Michieletto, sono esempi di giocatori di livello assoluto. La loro presenza qualifica i gruppi in cui sono inseriti e offre nuovi target prestazionali agli altri.
Questo però non basta, specie negli sport di squadra in cui serve sviluppare eccellenza diffusa per avere nazionali competitive. Qui sta il merito del movimento. Si stanno valorizzando i buoni giocatori, attraverso idee, strutture societarie, percorsi sportivi adeguati allo sviluppo delle qualità. Oggi, nel panorama nazionale, è possibile parlare di scuola di pallavolo italiana. Se ne possono identificare i contorni, si possono osservare alcune caratteristiche peculiari di un sistema formativo che sta raccogliendo grandi frutti.
Ciò deriva, con tutta probabilità, da una ritrovata chiarezza e continuità tecnico-sportiva nei ruoli apicali in ambito federale.
In ambito femminile, Davide Mazzanti e Marco Mencarelli potranno pure manifestare filosofie di lavoro in palestra divergenti, divisi anche da caratteri e approcci relazionali diversi, ma rappresentano da un punto di vista culturale e tecnico un’eccellenza assoluta in ambito mondiale. E probabilmente sono meno distanti di quanto si possa pensare o loro stessi lascino intendere. Per non parlare del bravissimo, seppur meno noto a livello mediatico, Luca Pieragnoli. Il coach dell’under 21 femminile, è uno dei capofila, ma sono tanti i tecnici preparati e tutti coinvolti nel lavoro di sviluppo. Siamo un esempio da imitare per tutte le nazioni che vogliano investire sul futuro.
Se poi guardiamo al panorama maschile, non sfugge che l’inserimento di Julio Velasco alla direzione tecnica del settore maschile giovanile abbia portato frutti in tempi davvero brevi. A tal punto da far pensare che il tecnico argentino abbia la bacchetta magica tra le mani.
Il futuro è azzurro, soprattutto se sapremo non rovinare quanto di buono fatto finora.
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