Il caldo tropicale non ha scoraggiato le migliaia di persone che ieri hanno sfilato lungo il percorso del Verona Pride, partito da Piazza Brà con i saluti del neo sindaco Damiano Tommasi, che ha voluto essere presente alla partenza del corteo:

Il sindaco Damiano Tommasi presente ieri all’avvio del Verona Pride. Foto di Osvaldo Arpaia.

«Il Pride è la voglia di difendere i diritti, di sentirsi ognuno a casa propria in questa città, come in tutte le città. E questo è uno degli obiettivi della nostra amministrazione: far sentire chiunque vive, o anche solamente si trovi a passare per Verona, a casa sua. Questo lo si ottiene difendendo i diritti e la libertà di ciascuno. Io ho sempre detto che dobbiamo guardare al futuro di questa città, a chi vogliamo essere, quale vogliamo sia la nostra identità, e le tante associazioni e persone che vivono a Verona raccontano una città aperta, solidale, accogliente, al passo con l’Europa, che vuole difendere i diritti di tutti

In piazza per una città eterogenea

Parole chiare e inequivocabili quelle del sindaco Tommasi, che smorzano le polemiche sollevate nei giorni scorsi da chi, come Forza Nuova Verona, considera il Pride una minaccia alla tutela della famiglia naturale, tanto da affiggere uno striscione nel sottopasso della stazione di Porta Vescovo, dove si è concluso il Pride, che inneggiava a “Resistere per la famiglia, contro il globalismo e i suoi servi”.

La manifestazione si è svolta senza tensioni né incidenti, con numerosi riferimenti degli organizzatori alla volontà di costruire insieme le basi per una società eterogenea e civile in ogni forma di convivenza, nella cornice di un corteo allegro e colorato che ieri ha dimostrato di essere tutto fuorché una minaccia alla sicurezza comune.

Un successo dunque per gli organizzatori, che hanno sempre dichiarato di voler costruire un movimento collettivo consapevole e maturo, per insediarsi stabilmente nel tessuto sociale rivendicando il proprio diritto di esistere, senza subìre atti di violenza e discriminazioni di alcun tipo.

Gli studenti in manifestazione per il Pride Verona 2022, foto di Osvaldo Arpaia.

Zan: «Senza diritti siamo sudditi»

Lo dice bene il deputato Alessandro Zan, primo firmatario in Parlamento della legge contro l’omotransfobia, che ieri ha inaugurato di persona la partenza del corteo del Pride a Verona con queste parole: «Ogni persona che è discriminata per la propria condizione è spinta verso una lotta per la sopravvivenza, e quando uno deve lottare per la propria sopravvivenza, non ha tempo per la comunità. Ed è questo che vuole la destra: togliere diritti per mettere gli uni contro gli altri, in modo che non ci sia il tempo di costruire una società più accogliente, più gentile, più inclusiva. Ecco perché i diritti sono la sostanza del nostro essere cittadini, e senza diritti siamo sudditi. In questa battaglia noi dobbiamo mettere tutte le nostre energie, perché non è una battaglia per le minoranze, non ci sono dei panda da tutelare qui, ci sono cittadini e cittadine che chiedono, come recita la nostra Costituzione, pari diritti.»

Giovani in corteo anche per clima e migranti

Ma ciò che ha colpito di più del Verona Pride di quest’anno è stata l’imponente partecipazione al corteo di giovani e giovanissimi, che hanno sentito l’esigenza di manifestare il proprio essere parte di un movimento che per loro è naturale, fatto di tutte le diversità che ci contraddistinguono come società e che messe insieme sono una risorsa imprescindibile per la crescita e il benessere di ognuno.

Alcuni striscioni esposti durante il Verona Pride 2022, foto di Osvaldo Arpaia.

Giovani che hanno rivendicato non solo il diritto a non essere discriminati per le proprie scelte personali, ma che hanno anche ribadito la preoccupazione per questioni drammatiche come il cambiamento climatico e la protezione dei migranti, in un sistema che di base non tutela il loro benessere fisico, psicologico ed emotivo.

Un Verona Pride diverso da quello che forse si aspettavano i più, con poche piume di struzzo e molti contenuti etici e sociali, che le generazioni più giovani chiedono a gran voce di riempire, con giustizia e solidarietà.

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