Pazienza e impazienza, in dialogo per la nuova Verona
Damiano Tommasi è il nuovo sindaco di Verona. Vediamo quali sono gli ambiti in cui sarà possibile e doveroso dare immediatamente segnali di novità.
Damiano Tommasi è il nuovo sindaco di Verona. Vediamo quali sono gli ambiti in cui sarà possibile e doveroso dare immediatamente segnali di novità.
Dobbiamo riconoscerlo: all’inizio in molti avevamo alcune perplessità su Damiano Tommasi. Una persona diversa dal tipico candidato di centrosinistra cui eravamo abituati. Una persona che ha preteso di imporre la propria necessità di ascolto, attesa e riflessione. Una persona a tratti (all’inizio) misteriosa. Ci abbiamo messo un po’ di tempo per fidarci.
Ma aveva ragione lui. Quella diversità dal consueto, quella capacità di ascoltare tutti pazientemente, quell’alone di mistero che, lentamente, si è dissolto, hanno conquistato gli elettori, realizzando a Verona un’impresa storica e di dimensioni assolutamente inaspettate.
Nei prossimi mesi e anni, abbiamo tutti un dovere verso Damiano e verso le donne e gli uomini che con lui condivideranno l’avventura della nuova Giunta comunale. Dobbiamo dimostrare di aver imparato dal nuovo Sindaco la lezione della pazienza. La macchina comunale è complessa e moltissime cose non potranno cambiare subito. Una nuova mobilità per Verona richiederà molti anni di lavoro e solo una parte delle novità produrranno effetti in tempi brevi. Alcune innovazioni comporteranno disagi nella fase di realizzazione. Molti veronesi in difficoltà attendono dal Comune una mano: questa mano arriverà, ma le procedure burocratiche ed i vincoli di bilancio la renderanno meno rapida e incisiva di quanto sarebbe auspicabile. E così via.
Mi permetto di aggiungere che anche Damiano, con i suoi collaboratori, avrà un dovere verso tutti i suoi entusiasti sostenitori: quello di comprendere la loro impazienza. Per troppo tempo abbiamo visto Verona allontanarsi da quel modello di città sostenibile, inclusiva ed attrattiva che tutti desideriamo. Per troppo tempo, in troppe occasioni, in troppe parti d’Italia, anche il centrosinistra non ha saputo rifiutare radicalmente i modelli della vecchia politica, basati sulla spartizione del potere e su pratiche clientelari.
Ci sono alcuni ambiti in cui è possibile, e doveroso, dare immediatamente importanti segnali di novità. Fra questi, ne segnalo qui due.
Il primo è quello dell’attenzione alle persone con disabilità: un tema sempre presente nelle campagne elettorali, ma mai finora prioritario nelle politiche cittadine. Il più urgente progetto di investimenti è quello in favore di questi nostri concittadini. La competenza è tipicamente comunale, importanti novità sono possibili in tempi brevi, forti sinergie fra pubblico e privato sono anche in questo settore possibili.
Il secondo è quello della governance delle società partecipate. Certamente dovrà essere modificato il Regolamento sulle nomine, per approvare procedure che mettano la competenza al primo posto. Ma questo richiederà inevitabilmente alcuni mesi di lavoro, prima nelle Commissioni consiliari e poi nel Consiglio comunale. Alcune novità fondamentali, tuttavia, possono e devono essere realizzate immediatamente: diversità di genere sin dalle prime tornate di nomine; pianificazione della riduzione del numero delle partecipate e dei Consigli di Amministrazione; direttiva della Giunta che limiti drasticamente la pratica clientelare delle sponsorizzazioni; nessuna interferenza del Comune nelle nomine di competenza degli amministratori delle partecipate (es: Organismi di Vigilanza, professionisti esterni); costante dialogo fra l’Assessore alle partecipate e gli amministratori delle varie società.
Se vogliamo che la città si avvii verso una fase radicalmente nuova, il linguaggio della pazienza e quello dell’impazienza dovranno saper dialogare in modo efficace.
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