Verona, tra (in)sicurezza e turismo
Intervista a Carlotta Pizzighella, avvocato, con un'esperienza in Prima Circoscrizione con delega al turismo e che si presenta alle elezioni comunali per Forza Italia a sostegno di Flavio Tosi.
Intervista a Carlotta Pizzighella, avvocato, con un'esperienza in Prima Circoscrizione con delega al turismo e che si presenta alle elezioni comunali per Forza Italia a sostegno di Flavio Tosi.
Si avvicina l’estate e i turisti tornano in massa a Verona dopo due anni a dir poco complicati per tutto il settore. Una risorsa, quella del turismo, che rappresenta una voce fondamentale per il presente e il futuro della nostra città, che ha un immenso patrimonio culturale, non sempre valorizzato al massimo delle proprie potenzialità.
Di questo e molto altro parliamo con l’avvocato Carlotta Pizzighella, con alle spalle un’importante esperienza in Prima Circoscrizione con delega al turismo e che si presenta alle ormai imminenti elezioni comunali nelle liste di Forza Italia a sostegno del candidato sindaco Flavio Tosi.
Pizzighella, iniziamo dal suo profilo politico?
«La mia collocazione naturale è nel centrodestra moderato e in Forza Italia, visto che mi rivedo nei valori di un centro cattolico, garantista ed europeista.»
Prima di parlare di turismo e valorizzazione della città, una considerazione. Lei è stata promotrice di “Giustizia riparativa e percorsi di inclusione – dentro e fuori il carcere” ed ora corre a sostegno della Lista Tosi dove il candidato si presenta come “sindaco sceriffo” e propone un giro di vite in tema sicurezza. Le due cose non stonano?
«Secondo me no: perché la sicurezza è una condizione minima di base, necessaria anche al turismo e bisogna riconoscere che a Verona c’è un’oggettiva situazione di insicurezza. Secondo me, l’approccio di Flavio Tosi “sceriffo” non è assolutamente in contrasto con un percorso di recupero e di coinvolgimento di queste persone nel risarcimento alla città: due vie che devono assolutamente andare in parallelo; non si parla solo di punire si parla anche di recuperare. Come nel caso delle baby bang: oltre all’aspetto penale che segue un suo percorso, ho chiesto al Comune di farsi sempre parte civile in modo da chiedere in aggiunta al penale lavori socialmente utili. Sarebbe un bel messaggio che questi minori rispondessero allo Stato e alla comunità che hanno ferito. In questo senso la mia esperienza in tema di “giustizia riparativa” torna utile.»
Però il consigliere Bacciga ha detto a questo giornale che “Verona è una città sicura”.
«Ho fatto sopralluoghi con questa amministrazione in una particolare zona della città, piazza Cittadella, dove c’è un’oggettiva situazione di degrado, dovuta alla totale inciviltà di persone abbandonate a se stesse che infastidiscono specialmente le donne. Ho chiesto al Comune di presidiare la zona, aumentare l’illuminazione, mettere un vigile fisso. Anche aumentando i mercatini, visto che il flusso di cittadini limita di fatto il degrado: sono sempre rimasta inascoltata e ora mi ritrovo nella condizione di dire a mia figlia di non andare davanti al McDonald alle 16 per precauzione.»
Quindi non concorda con Bacciga…
«Io noto l’accumularsi di situazioni complesse Cittadella, San Nazaro, Borgo Roma. Forse Bacciga vive in un’altra città.»
Torniamo al turismo e alla cultura. Ci ricordiamo del 2012, quando Tosi nemmeno nominò un assessore ma si tenne la delega. Ha forse cambiato idea?
«Credo si sia fatto tesoro di quell’esperienza. La nuova impostazione per quanto riguarda la cultura è puntare su un turismo di qualità con un’attenzione al lavoro, con la creazione di una Fondazione dei musei Veronesi che uniscano sia il pubblico sia il privato in una connessione costante. La cultura, intesa in senso ampio, insomma, va intesa come volano per tutto il tessuto sociale-economico di Verona. Soprattutto, credo sia necessario riportare a Verona le grandi mostre, i grandi eventi al di fuori dell’Arena che si vende benissimo da sola. Non ho ricordi di mostre di livello alla Gran Guardia, per esempio. C’è bisogno di creare una connessione fra tutti i protagonisti della cultura veronese, per preparare proprio per fornire un calendario ricco e di qualità che attiri il turista, coinvolgendo il mondo del teatro e dello spettacolo, in modo che sia invogliato non solo a venire ma anche a rimanere per gli eventi serali; senza dimenticare il coinvolgimento del tessuto enogastronomico. Ecco, l’idea è proprio quella di mettere in comunicazione tutti questi aspetti, permettendo al visitatore di costruirsi un’esperienza ampia e personalizzata. Ma bisogna riconquistare anche il cittadino veronese.»
Come?
«In questi cinque anni in Prima Circoscrizione mi sono battuta per la riqualificazione dei rioni, attraverso attività che hanno attirato, ho notato, prevalentemente i cittadini veronesi, che hanno mostrato di voler riscoprire la loro città. Anche i turisti dovrebbero scoprire le bellezze nascoste della città, oltre la casa di Giulietta: per questo avevo fatto anche una richiesta di modifica e ristrutturazione di tutta la segnaletica turistica perché questo abbia la possibilità di scegliere un percorso che non sia solo dal parcheggio scambiatore a Piazza Erbe. E torniamo ancora al tema sicurezza: con più illuminazione, con più vita nei quartieri, aumenta la sicurezza percepita sia dai cittadini che dai i commercianti.»
I luoghi della cultura: Castel s. Pietro, l’Arsenale…
«Per l’Arsenale questa giunta ha prodotto idee così innovative che alla fine sta tornando al progetto della vecchia giunta Tosi. Per Castel s. Pietro e l’ennesimo rinvio non posso non notare che, se pure sembra che alla fine si sia riusciti ad arrivare a un accordo per avere determinati interventi e soprattutto avere prima le misure compensative, manchi ancora una vera e propria forza contrattuale del Comune. Ma è soprattutto il dialogo a essere carente: sia quando si fanno grandi progetti come questi [il Piano Folin, ndr], calati dall’alto senza sentire i rappresentanti di categoria coinvolti, sia nelle piccole cose, come per la questione del plateatico gratuito agli esercenti: per il principio del bilanciamento degli interessi, andavano sollevati dal pagamento del parcheggio anche i residenti, che invece sono stati ignorati.»
Non c’è il rischio che, pur di fare grandi numeri, Verona si appiattisca al modello Firenze, con il centro svuotato dai residenti e pieno di B&B?
«Il B&B è una formula molto facile per il turista, perché c’è un accesso più immediato e si vive nelle case dei veronesi. Non vanno demonizzati ma regolamentati. Il punto è sempre la necessità di dialogo: tempo fa abbiamo parlato con l’associazione dei locatori e anche loro si rendono conto che, per esempio, la regolamentazione parte dagli accessi della ztl; bisogna alleggerire il traffico in città, magari con bus navetta, anche considerando l’impatto del filobus sulle grandi arterie della città. La gestione di Verona deve essere sempre un processo dialettico.»
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