Il prossimo 12 giugno si voterà per il rinnovo del sindaco, dei consiglieri comunali e di quelli delle  otto circoscrizioni cittadine. Oggi, quindi, è tempo di bilanci. In questa occasione ci occupiamo della Seconda Circoscrizione che comprende una vasta area a nord della città di Verona. Nei suoi confini rientrano quartieri importanti e popolosi come Quinzano, Parona, Avesa, Borgo Trento e Valdonega.

Si tratta di una realtà complessa che in questi ultimi cinque anni è stata governata da una maggioranza diversa da quella cittadina, guidata da Federico Sboarina. Con il Presidente Elisa Dalle Pezze del Partito Democratico, tracciamo un bilancio di questi cinque anni di governo della circoscrizione, le cose fatte quelle da fare, i problemi ancora da affrontare.

«Partiamo da lontano. Nel 2017 vigeva un sistema elettorale proporzionale. Io sono stata Presidente di un gruppo di 19 consiglieri appartenenti a diversi gruppi politici. Il Pd non aveva la maggioranza. In consiglio con me c’erano tre consiglieri del Pd, due consiglieri di Traguardi e, nel corso del mandato, abbiamo ricevuto spesso l’appoggio di Verona In Comune e del Movimento 5 Stelle.  Noi abbiamo sempre cercato di affrontare tutti i temi che avevamo sul tappeto, in maniera attenta e preparata. Di fronte, però abbiamo trovato una minoranza in cui è prevalsa l’astensione oppure la non partecipazione al voto.

Elisa Dalle Pezze

Nonostante fossimo solo “8 piccoli indiani” siamo riusciti ad esprimere alcuni No importanti e contemporaneamente ad impostare i lavori della circoscrizione dedicando molta attenzione ai temi ambientali, alla valorizzazione culturale dei quartieri ed alla partecipazione diretta delle persone e delle associazioni. Penso che in questi anni sia trapelato all’esterno un modo diverso di amministrare, nonostante l’esistenza di un regolamento circoscrizionale che riduce di molto le nostre competenze. Abbiamo messo in campo molta forza di volontà ed una grande determinazione che ci ha permesso di raggiungere risultati importanti per la circoscrizione nonostante avessimo di fronte un comune e degli assessori completamente sordi di fronte alle nostre richieste.»

In questi anni la circoscrizione ha dovuto affrontare molte emergenze dovute alle modifiche del clima: piogge torrenziali, grandinate, smottamenti. Tutto questo va messo assieme, ovviamente, alla continua impermeabilizzazione del territorio. Cementificazione e asfalto come elementi trainanti dello sviluppo e della crescita economica. Quali sono i problemi più importanti che come Presidente ha dovuto affrontare, in relazione all’ambiente?

«Abbiamo sicuramente dovuto affrontare una serie di problemi causati dalle acque meteoriche, problemi che in molti casi si trascinavano da troppo tempo. Su qualcuno, Piazza del Porto di Parona, è intervenuta Acque Veronesi, su molti altri siamo dovuti intervenire noi, nonostante non ne avessimo le competenze. Però alla popolazione bisognava dare risposte sollecite e non continuare a rimandare. Poi ci sono tutte le problematiche relative all’urbanistica. Questo ci ha visto molto coinvolti.  Il progetto urbanistico del Nassar, la Variante 29 con Isap, il PUA Mameli ed il Borgo degli Ulivi sono elementi arrivati sulle pagine dei media locali grazie anche alla spinta di moltissimi cittadini e  Comitati. La chiusura del Piano Casa Regionale ci ha portato ad essere subissati dalle richieste di permessi di costruire.»

La pandemia, come ha cambiato il vostro modo di far politica e di agire sul territorio?

«Abbiamo smesso di fare riunioni in presenza a marzo 2020 ma a parte i primi momenti di disorientamento, abbiamo ripreso già dal mese di giugno a tenere i consigli di circoscrizione online, riuscendo ad esaminare tutto: dal Regolamento del Verde, al PUMS, all’Urbanistica. Un capitolo a parte riguarda la vicenda dell’Arsenale.»

A proposito di Arsenale: pare che l’amministrazione comunale vi abbia inviato il testo del progetto soltanto un paio di giorni prima che le attività vostre e del consiglio comunale entrassero in stand by…

«Nonostante questo “sgarbo” sono riuscita a convocare un  Consiglio di Circoscrizione Straordinario,  ad esaminare il progetto ed inviare per tempo le nostre considerazioni. Detto questo partiamo dall’inizio. Quando l’amministrazione Sboarina stralciò il progetto di Tosi  ripartendo da capo con la Commissione Arsenale Comunale, noi costituimmo una Commissione Arsenale Circoscrizionale che io ho presieduto per 5 anni. In questo modo abbiamo voluto ribadire il valore cittadino del compendio ma anche, attraverso un continuo pressing sull’amministrazione, far comprendere che l’Arsenale è inserito all’interno di un quartiere  e che un nuovo progetto avrebbe dovuto tenere presente anche le istanze e le esigenze dei “nostri” concittadini.

L’Arsenale di Verona, quartiere di Borgo Trento

Secondo noi una parte preponderante del progetto del nuovo arsenale avrebbe dovuto essere dedicata al “pubblico” , sia per quanto riguarda le strutture le nelle funzioni, e sia nella parte di dedicata al verde. Noi avevamo pure chiesto che l’Arsenale fosse anche messo a disposizione del quartiere poiché Borgo Trento è un quartiere popoloso che manca di sale civiche e di spazi per associazioni. In tutta la seconda circoscrizione abbiamo una sola biblioteca, a Ponte Crencano, piccola rispetto all’utenza e con scale che impediscono l’accesso a persone con disabilità.

Rispetto alla biblioteca abbiamo messo in campo molte iniziative che richiedevano un ampliamento, una ricollocazione e comunque un ascensore ma, ad oggi, sono ancora presenti le scale. Questo, in una realtà abitata da un numero considerevole di anziani, ma anche nel caso di mamme con le carrozzine, rende impraticabile l’accesso a moltissime persone. Noi avremmo voluto che si affrontasse un eventuale progetto sull’Arsenale, che tenesse conto di tutte queste esigenze del quartiere evitando di aggravare ulteriormente le già considerevoli problematiche di sosta e traffico che esistono ad “Arsenale anno zero”»

Con le dotazioni di denaro e personale attuali,  cosa si può concretamente realizzare?

«Partiamo dal tema delle competenze. All’inizio del mandato Sboarina parlava della necessità di maggior ruolo delle circoscrizioni e dell’importanza del decentramento. Tutto questo si è tradotto nel solo cambio del sistema elettorale delle circoscrizioni, facendo credere a tutti che poter indicare il candidato presidente, potesse dare loro un ruolo diverso e più importante. Ma si tratta di una banale questione di forma, totalmente priva di contenuto. La circoscrizione è il primo luogo dove si rivolgono i cittadini perché gli uffici comunali sono sparpagliati e le competenze sono diversificate. Per un cittadino/a è difficile districarsi tra gli uffici e le diverse competenze. Quindi la gente viene qui da noi. Nel concreto noi raccogliamo istanze soprattutto sul tema della mobilità, zone 30, stalli disabili, sensi unici. Su queste cose noi possiamo proporre ma non abbiamo possibilità di un intervento diretto. Riusciamo a malapena, se lo stradino ha un po’ di pratica, a rimettere in posizione un cartello stradale caduto.

I fondi effettivi in possesso della circoscrizione sono relativi alla manutenzione ordinaria, e qualche rara volta straordinaria, delle strade. La nostra dotazione è di centomila euro, che detratti gli oneri sono settantamila. Con quei soldi si riesce a malapena ad intervenire su sei/sette strade e marciapiedi di tutta la circoscrizione. I fondi consistenti, quelli veri, li tiene l’assessore alla Direzione Strade che gestisce una cifra che è la sommatoria di tutte le relative disponibilità economiche delle circoscrizioni. L’altra parte dei fondi, poco più di ventimila euro, è legata all’ambito educativo, sportivo e culturale.  In questi cinque anni abbiamo voluto contribuire ad iniziative preventivamente condivise e programmate di comune accordo con le associazioni presenti sul territorio. Molte volte, come è giusto che sia, siamo stati noi stessi promotori di iniziative. Questo modo di agire ha permesso di realizzare eventi in tutte le zone della circoscrizione, omogeneizzando e dando continuità alle proposte.»

Come sono stati i rapporti con l’amministrazione comunale guidata dal sindaco uscente Federico Sboarina?

«Lo Statuto del Comune di Verona stabilisce la convocazione di una Conferenza Giunta-Circoscrizioni per elaborare quello che poi diventeranno il bilancio comunale ed il piano delle opere triennali del Comune. Questa Conferenza non è mai stata convocata. Noi abbiamo avuto incontri sporadici con gli assessori, principalmente con l’assessore al Decentramento, in conseguenza di alcune richieste condivise da tutti i presidenti delle circoscrizioni, indipendentemente dal loro colore politico. Nel momento in cui la Circoscrizione non è coinvolta nella fase chiave della programmazione degli interventi, viene a mancare quell’ascolto rispetto alle esigenze dei quartieri.  Possiamo parlare di grandi opere, ponti o scuole però poi le persone si misurano tutti i giorni con i loro quartieri, con quello che vedono fuori casa. Il fatto di non avere alcun margine di intervento diretto perché non ci sono risorse e anche il personale è prettamente amministrativo, penalizza moltissimo la nostra attività ed il nostro ruolo. Chi è più grande di me si ricorderà la squadra degli stradini tutto fare che risolvevano mille piccoli problemi estremamente pratici: dal cartello stradale, alla buca nella strada, fino al cambio di una lampadina nella palestra di una scuola. Figure che andrebbero ripristinate. Noi siamo di fronte ad un’amministrazione che ha accentrato tanto. Occorrerebbe introdurre il “bilancio decentrato” che tradotto in concreto vorrebbe dire condividere le scelte su come utilizzare le risorse.

Faccio un esempio banale: il Comune acquista una serie di rastrelliere per le bici. Nella situazione attuale il rischio maggiore è che buona parte di queste rastrelliere rimangano inutilizzate e chiuse nei magazzini comunali poiché non esiste la volontà dell’assessore di turno o dell’amministrazione comunale di coinvolgere le circoscrizioni, che se interpellate, saprebbero benissimo come e dove utilizzarle all’interno del proprio territorio di competenza. Magari il coinvolgimento andrebbe effettuato prima dell’acquisto per non sprecare risorse pubbliche.

Uno degli ultimi atti dell’amministrazione Tosi è stata quello di spostare dalle Circoscrizioni al Comune anche le piccole manutenzioni di scuole e palestre. Se si rompe un faro in una palestra dovrebbe essere la Dirigente Scolastica a segnalare il fatto al Comune. Solo che la sera, quando davvero serve la luce, la palestra è utilizzata dalla realtà sportiva che ha ricevuto l’assegnazione dalla Circoscrizione. Il riferimento per tanto diviene la Circoscrizione che però non può intervenire. Allora viene fatta una segnalazione al o alla dirigente scolastico che dovrà a sua volta inoltrare la segnalazione al comune. Significa tempi lunghissimi e lamentele continue da parte degli utenti. Una volta tutti questi problemi li risolveva direttamente la circoscrizione.»

Questo è periodo in cui tutto è green. Perfino il cemento lo diventa se trattato da qualche pubblicitario. Girando per i quartieri a nord della città si possono incontrare molti elementi che a tutto fanno pensare meno che a progetti “ambientalisti”. Ovunque si giri l’occhio a spadroneggiare sono il nuovo cemento ed il nuovo asfalto. Per quanto riguarda questo ambito ci sono risultati che vi potete appuntare al petto come ipotetiche medaglie al merito?

«Noi abbiamo lavorato su più elementi, facilitati dalla morfologia del nostro territorio. Da una parte il Parco dell’Adige dove abbiamo più volte organizzato uscite con lo scopo di conoscerlo e pure di pulirlo. Ci siamo soffermati quindi sulle colline, realizzando 10 sentieri, tradotti poi su 5 depliant illustrativi. Di ognuno dei percorsi, tutti estremamente semplici, abbiamo voluto inserire la nota naturalistica. Per realizzare questo ci siamo avvalsi della collaborazione di tutta una rete di associazioni naturalistiche presenti sul territorio.

Discorso a parte è la Val Borago, che ha visto il coinvolgimento anche di migliaia di persone residenti in tutto il territorio comunale e non solo nelle nostre zone. Considero un ottimo risultato la realizzazione di un filmato, mirato alle scuole, relativo alla Val Borago.  Eravamo alla fine del 2020, in piena emergenza covid e con l’impossibilità per le scuole di uscire sul territorio a visitare questo splendido gioiello naturalistico presente ai confini tra Verona e Negrar. La proiezione di questo breve filmato, patrocinato dalla Circoscrizione e realizzato con l’ausilio di uno sponsor privato, ha permesso a migliaia di studenti di poter prendere coscienza della magnificenza di questo luogo.

Abbiamo inoltre incentivato la possibilità di realizzare dei momenti gratuiti di ginnastica  all’interno dei nostri parchi e delle aree verdi, oppure le letture al parco per i bambini. Modi, forse più interessanti di altri per incentivare la presenza delle persone all’interno delle nostre numerose aree verdi. È di questi ultimi giorni l’inaugurazione delle casette di book crossing presenti all’interno di sette parchi dei nostri quartieri. Un’ultima cosa riguarda il coinvolgimento di alcune scuole veronesi nella realizzazione di un nuovo progetto di valorizzazione e rigenerazione del Parco dell’Adige.»

Siamo in campagna elettorale ed irrompono nuovamente sulla scena progetti che si pensava definitivamente tramontati come il traforo, e viene rilanciata l’idea del filobus. Due realtà a cui come circoscrizione vi eravate opposti.

«Il traforo redivivo dell’amministrazione Sboarina dovrebbe impattare il nostro territorio su Via Monte Ortigara, poco prima di Avesa. È sicuramente una soluzione peggiorativa poiché si inserisce nell’attuale rete viaria dei quartieri, Via Santini, Via Bresciani, Via S.Rocco. Il traforo è la prima opera inserita e prevista dal PUMS, Piano Urbano Mobilità Sostenibile. La cosa anomala di tutto questo, da noi prontamente segnalata, è che il traforo non ha nulla da spartire con il PUMS. Si tratta di un traforo che viene chiamato strada urbana ma che ha tra i finanziatori la Società Autostrade Brescia-Padova. Sarebbe importante capire il vero obiettivo di tale tracciato, poiché, mi risulta, le società autostradali finanziano progetti che abbiano un qualche interesse per la loro autostrada di competenza.

Quindi, manca forse qualcosa al racconto che Sboarina sta proponendo in merito al traforo. Tra l’altro anche per questa versione di traforo è previsto un pedaggio. Altra anomalia di questo progetto, inserito nel PUMS, è l’esatta sovrapposizione del Bici Plan con il tracciato. Anche qui qualcosa non funziona. Io credo che se mai in futuro si dovesse parlare seriamente di traforo, lo si potrà fare solo dopo che siano state esperite tutte quelle possibilità di mobilità sostenibile, prima fra tutti quella del trasporto pubblico, e si sia avviato un cambiamento pure sul piano culturale e mentale dei cittadini. Il sistema si regge solo se c’è l’intermodalità.

Elisa Dalle Pezze, al centro

Pensare a un filobus che si ferma a Ca’ di Cozzi, significa mantenere inalterato l’attraversamento di Parona da parte di migliaia di auto, camion e furgoni da e per la Valpolicella. Realizzare in questo luogo il parcheggio scambiatore è un’occasione mancata in quanto abbiamo a Parona, la rete ferroviaria che verrà smantellata in seguito alla realizzazione dell’Alta Velocità. Un eventuale parcheggio scambiatore dovrebbe essere realizzato prima di Parona in modo da permettere a chi arriva dalla Valpolicella, di poter scegliere con quale mezzo proseguire: il filobus, le rotaie della ferrovia, oppure la bici con cui percorrere un Lungadige Attiraglio debitamente messo in condizioni di sicurezza. Avremmo desiderato confrontare queste idee con l’assessore Segala, ma in un anno e mezzo circa non siamo ancora riusciti ad incontrarci.»

Mobilità sostenibile, qualità della vita e biciclette. L’unica pista ciclabile esistente è quella che partendo dalle piscine Santini oppure dal cimitero di Avesa, termina bruscamente in via Monte Ortigara. Ce ne sarebbe un’altra, ma è solo una riga gialla, scolorita e malridotta, ai margini di Lungadige Attiraglio

«Esiste un documento presentato nel 2018, in cui richiedevamo la realizzazione di un collegamento ciclabile tra Parona ed il centro storico cittadino. Ora sono arrivati i fondi del PNRR e c’è una progettazione in corso. Non sarà facile realizzare tale collegamento poiché via Preare, la direttissima, è perennemente ingolfata di auto e vede una consistente presenza, in aumento, delle attività economiche. Però una traccia c’è già ed è pronta da qualche anno. Invece che lungo Via Preare bisognerà portare i ciclisti a pedalare lungo strade interne fino a percorrere la Sabbionara e da lì in poi arrivare a Parona in tutta sicurezza. In ogni caso, in attesa di dirimere questo ultimo passaggio, la direttrice rimane quella via Bresciani, via Santini, Via Cesiolo, Via Da Monte, Via Menotti ed infine Ponte Garibaldi. La speranza è che coi fondi del PNRR si riesca finalmente a realizzare questo progetto molto atteso.»

In sostanza, 15 anni dopo, l’amministrazione Sboarina dà ragione a quella di Paolo Zanotto, alla guida di un’amministrazione di centrosinistra dal 2002 al 2007.

«Sì, alla fine il tracciato è quello lì, quello proposto allora dalla Fiab e dall’ingegner Marco Passigato.»

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