Luca Barbieri racconta il rapporto tra comunicazione e innovazione
Durante il Festival del Giornalismo di Verona, Luca Barbieri ha approfondito come una comunicazione efficace possa aiutare le imprese nel mondo dell'innovazione
Durante il Festival del Giornalismo di Verona, Luca Barbieri ha approfondito come una comunicazione efficace possa aiutare le imprese nel mondo dell'innovazione
Il secondo giorno del Festival del Giornalismo di Verona si è aperto con l’evento “Il giornalismo applicato alla comunicazione aziendale”, nel quale il giornalista e professore universitario Luca Barbieri ha illustrato come una corretta informazione efficace possa giocare un ruolo chiave per le imprese. Un’interessante panoramica applicata al mondo reale, anche attraverso l’utilizzo di esempi concreti che hanno aiutato a comprendere come il modo di raccontare una notizia può riflettersi sulle aspettative e il futuro dell’azienda stessa.
«In questo Paese esistono imprese con ottime tecnologie e buone possibilità di crescere. Noi dobbiamo riprendere atto di quello che abbiamo in questo Paese e l’informazione su questo può fare molto. Se per tanti anni abbiamo fatto promesse senza avere le promesse, adesso le premesse le abbiamo. Dobbiamo incominciare a costruire narrazioni che siano coerenti con quello che abbiamo. Ora bisogna creare un nuovo ecosistema dell’informazione», ha spiegato Barbieri.
Il mondo della tecnologia è spesso legato a un mercato comunicativo fatto di sensazionalismi, utili a catturare l’attenzione. Ciò però non permette di farsi un’idea corretta del prodotto, soprattutto per chi legge, con il rischio di inserirsi in un mercato difficile da gestire. È importante sapersi posizionare e saper raccontare la propria storia, senza distaccarsi dai fatti.
Con il libro “Comunicare, innovazione e impresa”, l’obiettivo di Luca Barbieri era quello di fornire a imprenditori e inventori gli strumenti che servono a comunicare l’innovazione nel modo giusto, senza creare false aspettative. Un aspetto divenuto ancor più centrale dopo la pandemia: «Penso che ci sia grande valore in questo ecosistema dell’innovazione, specie nei centri di ricerca. Ma c’è una strutturale difficoltà da parte del mondo giornalistico di interpretarlo in molti fattori. Dall’altro lato, c’è anche un’incapacità di chi fa innovazione di comunicare in modo corretto. Ciò rischia di produrre un ecosistema dell’informazione drogato. Ciò che volevo proporre con questo libro era una nuova ecologia dell’informazione per aiutare a ricostruire in Italia un sistema dell’innovazione più corretto.»
Per comprendere come il mondo della tecnologia interagisca con quello della comunicazione, in primo luogo bisogna distinguere il modo in cui una notizia viene elaborata dal pubblico. A tal fine esiste uno strumento, la curva della notiziabilità, che tenta di interpretare e prevedere quale possa essere l’interesse del pubblico nei confronti di un determinato evento. Ogni notizia viene accolta in maniera differente e diversa è anche l’attenzione che si genera attorno alla novità. «La curva della notiziabilità è uno strumento per provare a prevedere l’interesse del pubblico rispetto al lancio di una notizia. Ciò riguarda riguarda il settore dell’innovazione, come il lancio di una start-up. Spiega anche come si evolve l’attenzione attorno a una tecnologia», racconta il giornalista.
Mentre con una notizia tradizionale, che può essere di cronaca o sportiva, vi è una curva a campana dove l’interesse cresce e cala rapidamente, con una novità tecnologia la prospettiva cambia. Quando viene lanciato un prodotto c’è una grande attenzione perché la tecnologia è in sé la notizia.
Per un’azienda è quindi fondamentale conoscere e capire le dinamiche del mondo della comunicazione, come vengono create aspettative e come può trarne beneficio. Se un prodotto viene annunciato o lanciato troppo presto, il rischio è che l’interesse diminuisca prima che possa entrare nel nostro quotidiano.
In tal senso, Barbieri ha portato un esempio molto significativo, che aiuta a comprendere come un prodotto possa tornare d’attualità. La macchina da stampa 3D esiste da oltre trent’anni, ma solo in tempi recenti è tornata a ricevere attenzioni, essendo stato uno strumento fondamentale nella lotta alla pandemia. Creare nuove valvole ha permesso di salvare centinaia di vite nella fase più acuta della malattia.
Una storia da cui partire per basare una nuova narrazione dell’innovazione, che evidenzia come il giornalista e le aziende, in un contesto più ampio, devono sapere come e quando lanciare una notizia. Chi comunica, quando si trova a parlare di una nuova notizia deve valutare come gestire il flusso che si verrà a creare, rilanciando l’attenzione sul tema ma senza lasciarsi andare a sensazionalismi.
La comunicazione deve essere deontologicamente sostenibile e attenta a questa tipologia di discorso. Altro esempio citato da Barbieri è quello di Hyperloop, un treno a levitazione magnetica che promette di coprire distanze elevate nel giro di pochi minuti. Fino ad ora, tuttavia, ne esiste tuttavia solamente un prototipo che raggiunge velocità inferiori ai 200 mph. L’azienda è quindi ben distante dagli obiettivi preposti, nonostante stia stato presentato come una rivoluzione anche da parte dei media, che rapidamente ne hanno decantato le qualità senza interessarsi sullo stato reale del progetto.
Anche in Italia si è verificata una situazione paragonabile. Un’impresa sarebbe pronta a realizzare un nuovo strumento per il trasporto delle merci che colleghi Venezia a Milano entro il 2026. A dispetto di una campagna mediatica che sembrava dare il lavoro già per concluso, rimangono tutt’ora diversi dubbi che si possano rispettare i tempi preposti.
Come ricordato dall’ospite dell’evento, spesso capita che si lancino delle start-up semplicemente per cercare capitali, ma senza avere un reale prodotto in mano. Per tentare di salvare la situazione si mette in mostra un prototipo che, però, per arrivare sul mercato avrà bisogno di anni di sviluppo, bruciando il mercato comunicativo.
Per le aziende un aspetto chiave è quindi quello di riuscire a creare attenzione attorno alla novità, stando però attenti al pattern seguito dalla stessa. Un modo per cambiare l’andamento della notiziabilità, racconta Barbieri, è creare delle ulteriori notizie e fare in modo che la strategia comunicativa influisca su quella del prodotto. Per far questo serve una vicinanza tra l’inventore – o il ricercatore – e la comunicazione, che quindi diventa così concepita un’attività strategica dell’azienda.
L’ufficio stampa rimane tutt’ora importante, ma con il passare del tempo avrà un ruolo più marginale. Ciò che serve alle aziende è che i giornalisti raccontino le loro novità con articoli di qualità ben posizionati, non attraverso i semplice comunicati stampa.
Un tema chiave diventa anche quello dell’uso dei social network, ora sempre più influenti nelle tattiche comunicative di una società. Non si tratta semplicemente di contenuti, ma anche creare una community, dargli valore e farla sentire parte del progetto.
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