Il Sommo Poeta torna a riecheggiare nella città scaligera. Fino al 29 maggio lo spazio suggestivo del Bastione delle Maddalene ospita infatti la mostra multimediale “Il mio Inferno. Dante profeta di speranza”. Il progetto, organizzato da Associazione Rivela con Comune di Verona, Casa Editrice Cento Canti e Diocesi di Verona, immerge i visitatori in un viaggio tra liriche dantesche e nuove forme di esposizione.

Seguendo le orme di una mostra sull’inferno dantesco realizzata nel 2018 da due studenti dell’Università Cattolica di Milano, la nuova esposizione ospita 35 uniche raffigurazioni dei versi dell’“Inferno” arricchite dai commenti del saggista e pedagogista Franco Nembrini, anche nel ruolo di curatore della mostra, e dai quadri del fumettista e illustratore Gabriele Dell’Otto.

Il celebre verso che introduce al Limbo nel testo di Dante Alighieri campeggia su un volto all’interno del Bastione delle Maddalene per la mostra “Il mio inferno. Dante profeta di speranza”, visitabile fino al 29 maggio.

Un’esposizione che, come spiega Ermanno Benetti, presidente di Rivela, sta riscuotendo molto successo: «arrivano circa 200-300 persone al giorno quindi l’affluenza è soddisfacente. Il pubblico maggiore sono le scolaresche, provenienti addirittura da Venezia, Torino, Como, Mantova. Vi sono poi molti veronesi e altrettanti turisti stranieri». 

I giovani protagonisti 

La grande novità ha il volto giovane. A fare da guide sono infatti gli studenti del triennio delle scuole secondarie di secondo grado veronesi. «Abbiamo fatto dieci incontri di formazione in presenza e online con 100 ragazzi – spiega Nembrini – per prepararli ad accogliere le scolaresche e raccontare l’esperienza che hanno fatto leggendo Dante e ammirandolo nei quadri di Dell’Otto. Non so di altri eventi in cui i ragazzi siano così protagonisti! Hanno anche creato quello che chiamano “il diario”, una presentazione scritta della mostra che si potrà acquistare in loco e che presenta sul fondo alcune pagine bianche dove i ragazzi hanno annotato e annoteranno le loro riflessioni». Esperienza coinvolgente dunque per gli studenti, che hanno potuto così instaurare un legame personale e profondo con il Poeta.

«Dante avrà qualcosa da dirvi»

Racconta ancora Nembrini, curatore della mostra: «una domenica visitai la mostra insieme ad amici. Arrivati all’ingresso, dove si trova la bellissima statua “El Dante” dello scultore Adelfo Galli, raffigurante Dante che incontra Beatrice, vi era una studentessa che nell’accoglierci ha esordito dicendo: “Sono qui perché quando ho visto gli allestimenti che stavano realizzando ho sentito la voce di Dante dirmi ‘Finalmente sei arrivata, ti ho aspettata a lungo‘”. Questa è la sensibilità con la quale i ragazzi sono entrati a far parte del progetto, accogliendo la sfida che lancio con i miei commenti: “tirate fuori le vostre domande e vedrete che Dante avrà qualcosa da dirvi”».

Dante incontra Beatrice nella scultura “El Dante” dello scultore Adelfo Galli.

Guida d’eccezione è poi Nao, robot umanoide dotato di articolazioni e sensori che, grazie all’Intelligenza Artificiale, lo rendono capace di dare feedback emotivi e spiegazioni sulla rassegna. Oltre alle giovani guide, altro elemento di punta è l’allestimento. Creato con formule immersive, immagini proiettate sui muri e i raconti dei ragazzi, il tutto è ospitato in un suggestivo cunicolo sotterraneo illuminato di rosso, che catapulta il visitatore nelle atmosfere dantesche dell’Inferno. Presenti poi quattro sale dove attori interpretano Paolo e Francesca, Cerbero, Farinata Degli Uberti e Lucifero. Infine, in due sale audio si possono ascoltare le liriche di Lucifero e Virgilio. 

Profeta di speranza 

Progettata durante l’anno dantesco 2021, la mostra e soprattutto i versi di Dante conservano inoltre un’attualità che emerge con potenza. «Dante è la cosa più moderna che possiamo immaginare, anche in riferimento al periodo che stiamo vivendo – conclude Nembrini – Ci dice che ci troviamo in una selva oscura, che la vita è confusione e dolore incomprensibile. Nel XVI canto del Purgatorio parla a Marco Lombardo di un mondo coperto di malizia e di una terra gravida di male. Perché questo dolore, queste guerre? Ritroviamo anche oggi la difficoltà di comprendere un momento in cui il male sembra avere l’ultima parola. Poi però Dante ti porta a rivedere le stesse. Per questo i ragazzi che hanno compreso questo messaggio hanno intitolato la mostra “Il mio inferno”, rispecchiandovisi, ma hanno voluto come sottotitolo “Dante profeta di speranza“. Da qualsiasi inferno tu debba partire si può sempre tornare a rivedere le stelle».

Alcuni studenti in visita alla mostra multimediale “Il mio inferno. Dante profeta di speranza”, organizzata da Associazione Rivela.

Un forte messaggio si speranza dunque quello racchiuso nelle liriche riportate in scena e nelle esperienze degli studenti, che fanno di questa mostra un’esperienza non solo visiva ma anche emozionale. E in merito ai protagonisti dell’esposizione, i giovani studenti, Nembrini commenta: «Lancio un appello agli adulti: non sminuiamo i ragazzi, hanno bisogno di proposte all’altezza dei loro desideri». 

Per informazioni sulla prenotazione dell’ingresso: www.danteprofetadisperanza.it 

©RIPRODUZIONE RISERVATA