Il 28 aprile scorso la Commissione Europea ha scelto le cento città europee che guideranno la sfida urbana alla decarbonizzazione e alla riqualificazione ecologica della vita cittadina nell’ambito del Green Deal Europeo.

Cento città, rappresentanti il 12% della popolazione europea, parteciperanno così ad una Speciale Missione chiamata “Climate Neutral and Smart Cities” avente l’obiettivo di raggiungere l’impatto climatico zero entro il 2030, vent’anni prima dell’Unione Europea nel suo complesso.

Le città europee occupano solo il 4% della superficie dell’Unione ma ospitano il 75% dei cittadini, consumano oltre il 65% dell’energia e rappresentano oltre il 70% delle emissioni globali di CO2,  possono perciò svolgere un ruolo fondamentale nel raggiungere l’obiettivo del Green Deal europeo della neutralità climatica entro il 2050, offrendo ai propri cittadini aria più pulita, trasporti più sicuri e una economia sostenibile.

Sono state 377 le città che nel novembre 2021 si sono candidate per partecipare a questa particolare missione. La Commissione ne ha scelte cento in modo da assicurare non solo una giusta distribuzione geografica all’interno dell’Unione ma anche città di differenti dimensioni, impatto e grado di innovazione dei piani presentati.

Nove di queste sono italiane: le grandi Roma, Milano, Torino ma anche le medie Bergamo Bologna, Firenze Parma, Prato e la veneta Padova.

C’è sempre bisogno di pionieri.

Nell’annunciare la decisione, la Presidente delle Commissione Ursula von der Leyen,ha commentato: «Per realizzare un grande progetto come la Transizione verde c’è sempre bisogno di pionieri che si prefiggono obiettivi ancora più ambiziosi. Queste città ci stanno mostrando la strada per un futuro più sano. Li sosterremo in questo! Iniziamo il lavoro oggi».

Le città selezionate sono ora invitate con il coinvolgimento dei cittadini, degli organismi di ricerca e degli stakeholder locali a sviluppare un piano generale per la neutralità climatica (Climate City Contracts) dove si riassumono gli interventi previsti in settori come energia, edifici, gestione dei rifiuti, trasporti  e i relativi piani di investimento.

Per avviare i progetti la missione nel periodo 2022-23 riceverà 360 milioni di euro di finanziamento dal programma Orizzonte Europa e le città prescelte saranno agevolate nell’usufruire dei fondi della Banca europea degli investimenti (Bei) e delle misure del Green Deal. La Commissione Europea con l’aiuto di una Mission Platform (attualmente gestita dal progetto NetZeroCities) fornirà poi alle amministrazioni comunali la necessaria assistenza tecnica, normativa e finanziaria.

Un esempio: Bergamo

Bergamo è una città con caratteristiche simili a Verona: centro storico diffuso, 120 mila abitanti, la metà circa dei veronesi, estese e importanti attività commerciali, industriali, turistiche, logistiche.

Il sindaco Giorgio Gori, interpellato nella nostra città, a margine di un dibattito pubblico con il candidato sindaco della Rete Damiano Tommasi il 6 maggio scorso sul tema “La città di Prossimità”,  ha espresso soddisfazione per la scelta della Commissione europea. Una sua più strutturata valutazione la troviamo su “Bergamo News” del 30 aprile.

«La scelta di Bergamo tra le cento città che guideranno la sfida alla neutralità climatica del nostro Continente» sostiene Gori «è una straordinaria opportunità per il nostro sviluppo futuro. Si tratta di un obiettivo particolarmente ambizioso e sfidante, a cui ci siamo candidati con entusiasmo proprio perché l’Amministrazione è determinata a mettere al centro delle scelte locali le tematiche ambientali e la progressiva decarbonizzazione

«La città di Bergamo» aggiunge «in questi ultimi anni, ha lavorato all’attuazione di politiche ambientali volte a incentivare la lotta al cambiamento climatico, che rappresenta la principale sfida, non solo ambientale, della nostra epoca. Ne è stata logica conseguenza la candidatura alla EU Mission, un’opportunità unica per innescare tutti quei processi di riqualificazione ecologica di sviluppo locale, basato su un uso efficiente e oculato delle risorse che determinano il futuro della città e che avranno quindi ricadute positive sul benessere della propria comunità.»

Quali principali obiettivi per Bergamo?

«Tra gli obiettivi da centrare nei prossimi otto anni, sarà fondamentale raggiungere una piena efficienza energetica degli edifici.  Altrettanto importante la produzione e distribuzione di energia rinnovabile: sono previsti investimenti nel fotovoltaico […] La prima comunità energetica globale che coprirà una vasta area di insediamenti artigianali è prevista per il 2023.

Per quanto riguarda la mobilità, Bergamo sta investendo nella realizzazione di una seconda linea tranviaria (Bergamo- Villa d’Almè), nell’ampliamento delle infrastrutture ferroviarie e per la riduzione del traffico stradale, si impegna a sostituire tutti i veicoli fossili della società ATB con modelli elettrici entro il 2025 e ampliare la già capillare rete di ricarica elettrica rinnovabile in città.

La città mira anche ad attuare ogni forma di economia circolare partendo da una radicale riduzione degli sprechi alimentari. Ciò comporterà l’adozione di nuovi concetti di Home delivery e di logistica».

Quali vantaggi si attende il sindaco Gori?

«L’ingresso nel progetto consentirà di godere di un’ampia gamma di vantaggi» e ne snocciola una lunga serie: 

  • «Consulenza e assistenza su misura per lo sviluppo di un piano di investimenti e nell’attingere a finanziamenti esterni;
  • sblocco di ulteriori investimenti attraverso l’etichetta “Climate Neutral and Smart Cities”;
  • opportunità di partecipare a grandi azioni di innovazione, progetti pilota e dimostrazioni;
  • opportunità di networking, apprendimento e scambio di esperienze tra le città;
  • alta visibilità e aumento dell’attrattività per gli investimenti e i lavoratori qualificati».

E Verona?

Verona non ha partecipato al bando europeo per la  missione “Climate Neutral and Smart Cities”.

Il Piano Azione Energia Sostenibile e Clima (Paesc) che  poteva essere una credenziale per partecipare è stato approvato dal Consiglio Comunale, dopo tre anni di faticosa gestazione, solo il 16 dicembre 2021 ed è caduto prontamente nel dimenticatoio. Inoltre «Non era un vero piano» è stato spiegato «era una cornice strategica di riferimento per sviluppare progettualità».

Mentre il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), altro documento qualificante per la transizione, non è stato neppure portato all’approvazione del Consiglio Comunale.

Per Verona rafforzare l’impegno nella transizione ecologica non era evidentemente una priorità, le tematiche ambientali e la progressiva decarbonizzazione non erano al centro delle scelte locali: predisposizione non ideale per partecipare a una Missione europea del Green Deal ed essere scelti.

Ne è testimonianza, a questo proposito, il risultato del Consiglio comunale straordinario convocato il 16 settembre 2021 per discutere una mozione del consigliere Tommaso Ferrari di Traguardi che avrebbe impegnato il sindaco ad adeguare l’azione dell’amministrazione ai nuovi più stringenti obiettivi europei. Il consiglio si è concluso con la rapida bocciatura della proposta: ventuno consiglieri contro, nove a favore.

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