La MotoGP si sposta in Spagna: tappa storica a Jerez
Dopo il Gran Premio del Portogallo, la MotoGP si sposta in Spagna per il secondo back-to-back della stagione. Il teatro sarà il circuito di Jerez, appuntamento storico del mondiale.
Dopo il Gran Premio del Portogallo, la MotoGP si sposta in Spagna per il secondo back-to-back della stagione. Il teatro sarà il circuito di Jerez, appuntamento storico del mondiale.
Si torna subito in pista per un altro back-to-back, il secondo della stagione. Dopo il Gran Premio del Portogallo, la MotoGP rimane nel vecchio continente trasferendosi in Spagna, dove nel fine settimana si disputerà il sesto appuntamento del mondiale.
Jerez rappresenta una delle tappe storiche del motomondiale, che nel corso degli anni si è alternata Montjuïc e Jarama come sede del Gran Premio di Spagna. Si tratta di uno dei circuiti più iconici del motorsport a due ruote, un luogo sacro per i portacolori della penisola iberica, intitolato a uno dei piloti spagnoli più vincenti di sempre, Angel Nieto. Carico sull’onda dell’entusiasmo per il successo di Portiamo, Fabio Quartararo tenterà di ripetersi anche in questo fine settimana, su un circuito sulla carta più adatto alle caratteristiche della Yamaha. Due vittorie nel 2020 e quattro pole consecutive in MotoGP sono il bottino del francese nelle ultime tre stagioni, ma riuscire a confermarsi non sarà affatto semplice.
Gli avversari pronti a mettersi in gioco per il trionfo di tappa sono molteplici, a partire dai Ducatisti. Nonostante in passato la pista di Jerez non sembrasse più adatta alle peculiarità del moto di Borgo Panigale, il successo conquistato l’anno passato da Jack Miller ha rimescolato le carte in tavola. Il buon avvio di campionato, condito da due affermazioni e tante buone prestazioni concluse con il podio, è un segnale importante che la Ducati possa ritagliarsi un suo ruolo anche durante questo fine settimana.
Il circuito di Jerez presenta numerose curve a bassa-media velocità, congiunte da due lunghi rettilinei al cui termine si trovano anche le staccate più complicate della pista. La frenata di curva uno rappresenta infatti una buona opportunità per tentare il sorpasso, prima del tratto lento formato dalle curve due-tre-quattro, dove nel 2020 Marquez fu protagonista di quel brutto incidente che lo costrinse a saltare il resto della stagione.
Molto importante l’uscita di curva cinque, perché immette sul lungo rettilineo che ci conclude con quella che è forse la chance più interessante per tentare un attacco. Una straccata comunque per nulla semplice, perché l’ampia fase di decelerazione spesso mette in crisi la stabilità della moto, spingendo i piloti a puntare su un ingresso aggressivo con il rischio di perdere l’anteriore e cadere. Il resto del tracciato vede esclusivamente curva a media velocità, molto strette e tortuose, fino ad arrivare al tornantino finale. Un punto che in passato è stato teatro di sorpassi al veleno, da quell’attacco di Valentino Rossi a Sete Gibernau, rimasto poi negli annali per pazzia e polemiche.
I 4423 metri del circuito andaluso, con le sue cinque curve a sinistra e otto a destra, rappresentano una vera e propria sfida per le gomme. Il layout molto tortuoso e la mancanza di lunghi rettilinei, oltre alle alte temperature spesso registrate in questo periodo dell’anno, mettono davvero sotto sforzo gli pneumatici, con la loro gestione che diviene cruciale nell’economia della gara.
I piloti avranno a disposizione le tre mescole della gamma, soft, media e dura, con le opzioni anteriori tutte simmetriche e le posteriori tutte asimmetriche. Una scelta dovuta alla configurazione del tracciato, che richiede quindi un lato destro dello pneumatico leggermente più resistente per rispondere alle sollecitazioni della pista.
“Il circuito di Jerez è sempre un test molto duro per i nostri pneumatici a causa della superficie e del layout del tracciato, ma come sempre porteremo opzioni che combinano le migliori mescole e costruzioni per dare ai piloti prestazioni ottimali e costanza. Finora la stagione 2022 della MotoGP è stata di successo, con grip e prestazioni costanti che hanno permesso ai piloti di spingere i limiti delle loro moto, continuare a battere i record in termini di crono sul giro e migliorare i tempi di durata della gara”, ha spiegato Piero Taramasso, Motorsport Manager Michelin.
Il francese si presenta in Spagna in testa alla gerarchia iridata a pari punti con Alex Rins, seppur davanti per il maggior numero di vittorie conquistato fino a questo punto del campionato. Successo giunto proprio nell’ultima tappa del mondiale, quel Gran Premio del Portogallo vinto con una prova inappellabile, da assoluto dominatore, esattamente nel suo stile. Dopo un avvio di stagione un po’ nell’ombra, complice prestazioni della moto non all’altezza dei rivali, la speranza di Quartararo è che i prossimi tracciati possano essere più favorevoli alle caratteristiche della Yamaha, dandogli una chance di giocarsela alla pari con i suoi avversari più diretti. L’anno scorso a Jerez conquisto un secondo posto nonostante le difficoltà in gara dovute al dolore al braccio.
“La vittoria a Portimao è stata incredibile. Mi è piaciuto molto guidare e, naturalmente, festeggiare con la squadra dopo il successo. Ma ora è il momento di tornare a essere di nuovo seri. Siamo a pari punti in testa alla classifica, quindi proveremo di nuovo a fare il nostro massimo. Non mi arrenderò. A Portimao siamo stati fortunati, perché in un certo senso la pista perché si adattava abbastanza bene alla nostra moto. Jerez è un altro di quei circuiti che esaltano i nostri punti forti, quindi farò del mio meglio. L’anno scorso, avrei potuto vincere facilmente la gara se non fosse stato per il mio problema al braccio. Ci riproverò quest’anno!”
L’inizio di campionato ha visto una situazione molto particolare in casa Ducati, sempre protagonista nelle prime posizioni, ma con una costanza davvero strana. Bastianini ha ottenuto due successi, ma è stato protagonista di altrettante prove opache. L’andamento altalenante dei piloti ufficiali non ha convinto, specie quello di Francesco Bagnaia, inserito tra i grandi favoriti per la vittoria del titolo, ma che per ora non ha rispettato le aspettative.
L’italiano avrà un’ottima chance di rifarsi in Spagna, nella speranza che i problemi fisici dovuti all’incidente di Portimao non sia un fattore limitante in gara: “Dopo la caduta in qualifica in Portogallo, questi giorni di pausa sono stati molto importanti per riposare e recuperare le forze. Nonostante il dolore e il fatto che non avessimo potuto girare molto con le gomme slick, domenica in gara siamo stati veloci e siamo riusciti a centrare l’obiettivo che ci eravamo posti. Questo dimostra che stiamo lavorando bene e che gara dopo gara il mio feeling con la Desmosedici GP continua a migliorare. Ora arriviamo a Jerez, dove lo scorso anno siamo saliti sul podio, con l’obiettivo di tornare ad essere finalmente tra i protagonisti del fine settimana”, ha dichiarato Bagnaia.
Jack Miller è forse stato il Ducatista più costante fino a questo momento in termini di performance pura, ma mancano tanti punti in classifica. Le cadute, in particolare quella mentre lottava per il podio in Portogallo, e i problemi tecnici hanno portato diversi zero, facendolo scivolare nella gerarchia iridata. L’anno scorso l’australiano riuscì a centrare una vittoria tanto inaspettata quanto dolce: l’obiettivo è ripetersi anche in questo weekend.
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