«Verona può essere un modello nazionale. Punto molto su questo modello Verona, un candidato civico, nuovo, innovativo nel modo di porsi, una coalizione larga che vuole lavorare attorno alla forza del candidato, per dare a Verona finalmente quella dimensione nazionale che in questi anni che negli anni è andata persa per colpa di una politica, quella che ha guidato la città, che si è persa in mille beghe domestiche. L’intera coalizione mi sembra determinata a voltare questa pagina con Damiano Tommasi.»

Con queste parole il segretario del partito democratico Enrico Letta ha aperto l’agorà democratica che si è svolta ieri mattina al Best Western hotel a San Giovanni Lupatoto. L’occasione ha permesso di presentare ufficialmente l’appoggio all’ex giocatore dell’Hellas Verona, sceso – è il caso di dirlo – in campo con il suo progetto Rete!.

Le metafore calcistiche, ça va sans dire, si sono sprecate. «Abbiamo fatto spogliatoio»  ha proseguito, infatti, il numero uno dem riferendosi alla breve tavola rotonda in apertura dei lavori , aperta ai democratici veronesi e a esponenti di sindacati e associazioni locali. E si è detto ottimista sui consensi che Tommasi via via sta raccogliendo, dimostrando che «mai come oggi il PD sembra essere della partita.»

«Sono i veronesi a dirci che siamo della partita, sono i veronesi che vogliono cambiare – ha chiosato Letta – non ho mai visto tanta voglia di girare pagina come in questo periodo, parlando con tanti veronesi in questi due giorni.»

Alla domanda se abbia ancora senso distinguere tra destra e sinistra, visto il governo di larghe intese attualmente in carica, Letta è stato chiaro: «Credo che esistano molti temi sui quali questa contrapposizione esiste ancora, temi che hanno a che vedere con il sociale, la lotta alle disuguaglianze, la redistribuzione. É evidente che esista una dimensione civica in cui bisogna essere molto attenti alle caratteristiche della città, alle caratteristiche civiche del candidato. Per questo noi appoggiamo un candidato civico come Damiano Tommasi. Abbiamo sposato questa opzione con convinzione, determinazione e tanto ottimismo perché crediamo sia il modo migliore per rispondere alle esigenze della città.»

«Noi giochiamo la nostra partita, senza acrimonia verso gli altri. Lo facciamo per i veronesi e per il futuro di Verona» ha replicato a chi chiedeva un commento alla dichiarazione di Matteo Salvini, in visita in riva all’Adige il giorno prima per appoggiare la candidatura di Federico Sboarina, sulla vittoria certa del centro-destra nel capoluogo scaligero. «Il modello Verona è un modello che può giocare un ruolo molto importante a livello nazionale. Per noi significa anzitutto una forte connotazione locale. In questa situazione si vota per i Comuni che hanno vissuto e stanno vivendo una fase particolarmente delicata. Basti pensare che la ricaduta principale della guerra in Ucraina sul nostro territorio la stanno gestendo principalmente i Comuni con l’accoglienza dei rifugiati. Ma l’importanza dei Comuni è emersa anche nella vicenda della pandemia.»

«Da sempre sono a favore di logiche inclusive e di coalizioni larghe e a Verona, grazie al lavoro di Damiano, abbiamo i presupposti per vincere» è stata infine la motivazione dell’endorsement a Tommasi. «Conosco Damiano da molto tempo, ci siamo conosciuti quando vivevo a Parigi nella mia parentesi fuori dalla politica e devo dire che da lì è nato un rapporto di stima reciproca. Per spingerlo a questa sua nuova avventura l’unico consiglio che mi sono sentito di dargli è: sii te stesso, perché sei una persona che nella vita ha raggiunto importanti traguardi, sii un sindaco autentico. I cittadini di Verona sceglieranno la persona, e quella persona sei tu. Sarai il sindaco della Verona sostenibile, una città in grado di innovare e di includere, che riconsegnerai alle nuove generazioni meglio di come l’hai trovata» è stata la dichiarazione di stima conclusiva del segretario dem.

E in coda a questo peana dell’inclusività, Letta ha ringraziato Draghi per la forte connotazione sociale delle misure approvate venerdì, mirate ad attutire l’impatto del “caro energia” sulle imprese e sulle famiglie con gli stipendi più bassi.

«La partita su Verona è locale ma ha un respiro nazionale – ha ribadito Damiano Tommasi a seguire – e ci tenevo a far incontrare i componenti della nostra coalizione e quanti si sono messi in gioco per creare quell’unità indispensabile per amministrare una città. Fin dal primo momento abbiamo messo al primo posto i bisogni di Verona e dei suoi cittadini. La disaffezione al voto è il primo nemico di una città che vuole cambiare. Credo che Verona sia la città italiana con il maggior potenziale inespresso rispetto alla sua dimensione, culturale ed economica. Ridare a Verona questa dimensione è uno dei nostri principali obiettivi, della campagna elettorale e del futuro.»

Foto di copertina di Massimiliano Venturini

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