L’Europa e i suoi grandi ideali. La riflessione su quanto sia stata importante la Comunità Europea, prima, e l’Unione Europa, poi, per garantire la pace nel nostro continente non può esimersi dal chiedersi, a maggior ragione oggi, se e quanto abbia avuto valore per le nostre vite quel progetto politico. A cui, oggi più che mai, occorre ritornare per promuoverlo tra i giovani allo scopo di far comprendere loro quanto successo abbia avuto l’Europa, ma di quanto ancora serva per completarla. La Guerra in Ucraina, nella sua drammaticità, ci restituisce un senso di urgenza: solo un’Unione Europea forte e pienamente realizzata, può tenere lontano i conflitti.

Mercoledì 9 marzo 2022 si è tenuto l’incontro dal titolo: “I visionari della pace”. La conferenza ha coinvolto il Movimento Federalista Europeo di Verona e della Valpolicella, il Liceo Classico Scipione Maffei di Verona, lo Europe Direct della Provincia di Verona e la Rete Scuola e Territorio Educare Insieme con il fine di promuovere tra i giovani e i cittadini i valori del Manifesto di Ventotene e, più in generale, i valori fondanti l’Unione Europea. Un’occasione importante, tanto più in questo specifico momento storico in cui i valori fondanti delle nostre società, e la pace, sono a rischio. A moderare il dibattito online Anne Parry, segretaria della sezione della Valpolicella del Movimento Federalista Europeo.

1941 e 2022: due date molto lontane, ma drammaticamente vicine

L’incontro ha avuto inizio con le parole di Roberto Fattore, dirigente scolastico del Liceo Classico Maffei. Il Preside ha richiamato subito i presenti alle vicende di politica internazionale. Oggi il popolo dell’Ucraina vive un momento critico, ma è più in generale la storia europea e mondiale ad essere di fronte a un bivio. Proprio in queste fasi, mai vissute prima dai nostri giovani, è necessario riproporre l’attualità e la modernità del Manifesto di Ventotene. Troppe le analogie tra quel periodo storico in cui venne ideato e promosso, durante la Seconda Guerra Mondiale, e la situazione attuale.

Il Manifesto, rileva il Dirigente Scolastico, non ebbe la sua genesi in un contesto accademico avulso dalle umane vicende storiche. Venne, viceversa, ideato in situazione di prigionia e in pieno conflitto bellico. Un momento in cui il coinvolgimento emotivo, le rivalità e gli odi avrebbero potuto con facilità condurre ad un pragmatismo opportunistico. Invece, nel caso di Ventotene, hanno prodotto viceversa un’idea politica visionaria, ma concreta, alta che ancora oggi è spunto e riferimento indispensabile per l’azione dell’Unione europea. Un Manifesto, questa la sua grandezza, basato su una idealità, molto difficile da invocare in Guerra, e che il Preside richiama per affrontare anche il nostro tempo.

Ventotene, visione e concretezza

La storia del Manifesto di Ventotene, come precisato da Federico Brunelli, direttore della rivista l’Unità Europea (giornale fondato da Altiero Spinelli nel 1943), ha origine in un’isola ubicata di fronte alla Campania. Qui il Fascismo confinò le personalità avverse al regime. Tra questi, troviamo Altiero Spinelli, comunista, Ernesto Rossi, liberale, ed Eugenio Colorni, socialista. Nonostante i diversi trascorsi, vennero mossi da una univoca visione comune. Il punto di partenza fu l’identificazione delle cause del conflitto mondiale nella divisione del territorio europeo in tanti piccoli stati nazionali assoluti. Questo contesto, secondo loro, stava favorendo la conflittualità, permettendo ai più forti di prevaricare gli altri, senza ostacoli. Erano anni in cui la Germania nazista scelse il modo sbagliato per ampliare la propria influenza e ricercare nuovi sbocchi di mercato e per il proprio sviluppo. Metodi sbagliati per un fine legittimo.  

Da sinistra a destra Rossi, Spinelli ed Einaudi

La risposta visionaria, ma estremamente concreta, alla crisi del loro tempo di Spinelli, Rossi e Colorni fu quella di teorizzare istituzioni sovranazionali, di promuovere un governo ampio dell’Europa, di proporre organi di diritto che potessero dirimere a livello europeo le controversie e impedire l’affermarsi della legge del più forte.

Il Manifesto venne esportato su terra ferma di nascosto e promosso attraverso vari espedienti fino a diventare il riferimento fondativo dell’azione federalista. Nel tempo portò alla costituzione prima della CECA, Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, poi fino ai giorni nostri con le Istituzioni europee che conosciamo e che di fatto, in alcune materie, si ergono al di sopra dei Governi Nazionali.

Europa, un progetto politico dallo sguardo ampio

I padri di Ventotene furono, come precisa Fattore, all’altezza dell’idea profonda di Europa. Un termine che ha una radice non certa. Potrebbe avere una etimologia semitica, da ereb “occidente”. Si può anche fare riferimento ad una origine greca, forse più forzata, ma molto suggestiva. ευρυϛ “ampio, e ορ “occhio”, da cui ne deriverebbe il significato di “ampio sguardo”. Europa, la fanciulla dai grandi occhi dei miti greci.

Spinelli, Rossi e Colorni, padri dell’Europa, ebbero sguardo ampio, ma qualcuno potrebbe ritenerli solo dei sognatori? Sarebbe riduttivo affermare questo, i fatti parlano da soli. La loro visione si sta largamente concretizzando e ha portato nel tempo ad un’Unione Europea comprendente ben 28 Stati, oggi ridotti a 27 per effetto della Brexit.
Non solo, perché, fin da principio, il loro fu un progetto politico, serio, realizzabile e che anche oggi manifesta tutta la propria modernità e attualità. Un’idea che ha permesso lo sviluppo dei mercati e degli scambi, che ha favorito benessere, integrazione, che ha tenuto fuori dai confini europei i conflitti bellici per un periodo di tempo incredibilmente lungo. L’Europa è l’unione tra stati più integrata del Mondo e più di successo che ci sia mai stata. Ventotene in questo senso non può essere derubricata a semplice sogno.

Ciò che ancora deve essere realizzato

Come segnala Brunelli verso la fine del proprio intervento, molto rimane da fare e i fatti di questi giorni lo dimostrano. Nonostante la coesione dell’Europa, di fronte alle azioni belliche di Vladimir Putin, ci si rende conto che ancora mancano dei passi per realizzare appieno i principi proposti dal Manifesto di Ventotene.

Manca un’Europa che si assuma competenze in materie rilevanti come la politica estera, la difesa. Rimane da affrontare la questione ambientale che necessita di un attore sovranazionale che diventi motore deciso ed esempio per un’alleanza globale indispensabile. La tutela dell’ambiente, infatti, non può avvenire senza un accordo su larga scala.

Serve infine far comprendere ai giovani quanti e quali siano stati i successi dell’Unione Europea fin qui raggiunti, quanto sia importante aver costruito una società basata su valori di integrazione e cultura della diversità, in cui le persone hanno il diritto di autodeterminarsi. 

Le sfide che attendono l’Europa

Le sfide contemporanee e future vedono un’Europa circondata da aree di instabilità. Nord Africa, Medio Oriente e ora il fronte russo, mai così caldo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Il momento storico rafforza l’idea della necessità di un’accelerazione verso la piena realizzazione degli ideali di Ventotene. Sta all’Europa e ai suoi cittadini portare a termine l’opera che i più grandi statisti europei hanno alacremente e convintamente portato avanti in questi decenni.

Il senso di urgenza che provoca la Guerra in Ucraina, per quanto drammatici possano esserne i risvolti, è un’occasione unica per l’Unione Europea e i suoi cittadini. Completare le idee e le azioni invocate dal Manifesto di Ventotene è oggi, più che mai, una necessità.

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