Naturalmente Guide. Escursioni a Km zero
Intervista alle fondatrici di Naturalmente Guide per conoscere un territorio vicino, ricco di biodiversità e poco conosciuto dal punto di vista naturalistico.
Intervista alle fondatrici di Naturalmente Guide per conoscere un territorio vicino, ricco di biodiversità e poco conosciuto dal punto di vista naturalistico.
«Ciò che ci caratterizza è principalmente la voglia di trasmettere l’interesse per le piccole cose, l’attenzione al dettaglio e la curiosità verso la scoperta di ciò che ci circonda. In questi ultimi due anni la gente ha cominciato a riscoprire la natura vicino casa e noi proponiamo proprio questo: conoscere l’ambiente che ci circonda e gli animali e le piante che lo abitano. Sempre in punta di piedi, con rispetto… perché la natura va conosciuta, amata e protetta.»
“Naturalmente guide” è un’organizzazione di guide naturalistiche, socie AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche), formata da quattro donne: Mary Dorigo, Marta Meneghini, Paola Nardelotto, Elena Torresan. Sono quattro professioniste, laureate rispettivamente in: Scienze Naturali, Scienze Biologiche, Scienze Forestali ed Ambientali e Scienze e Gestione delle risorse Faunistico Ambientali.
«Ci teniamo a specificarlo – puntualizza Nardelotto – perché un’altra nostra caratteristica rispetto ad altri gruppi, è che ci teniamo moltissimo all’aspetto scientifico. Durante le nostre escursioni, inseriamo dettagli scientifici all’interno dell’osservazione naturalistica, perché ci piace l’idea di trasmettere anche questo tipo di conoscenza.»
L’organizzazione è nata nel 2015 e da allora si è affermata nel territorio delle provincie di Treviso e Belluno, riuscendo anche a costruire sinergie e collaborazioni con varie realtà già esistenti: musei, parchi archeologici, esperti di storia locale.
«Siamo local, se possiamo utilizzare questa parola, perché puntiamo a proporre attività strettamente collegate all’ambiente in cui noi stesse viviamo. Per questo facciamo escursioni nelle Prealpi dal Cansiglio, a est, fino al Gruppo del Grappa, a ovest, passando per la Val Belluna e Alpago.
Però proponiamo anche camminate in territori collinari come Vittorio Veneto, Valdobbiadene, Asolo e nel Montello. Sono luoghi vicini a noi, ma in realtà poco conosciuti dal punti di vista naturalistico» spiega Dorigo.
Infatti, quando si nomina Valdobbiadene per esempio, si pensa subito alla coltivazione del Prosecco, e non alla vegetazione e alla fauna presenti…
«Esatto! Dimenticando che le Colline di Valdobbiadene sono patrimonio Unesco dal 2019, non solo per la coltivazione tipica dei vigneti (ciglioni) ma anche per i dorsali collinari, le foreste ed i villaggi presenti qui da secoli. Con il nostro lavoro, ci piace far scoprire aspetti nascosti della natura che ci circonda. Caratteristiche che abbiamo sotto gli occhi, ma che in realtà non ci fermiamo ad osservare» risponde Nardelotto.
Com’è andata in questi due anni, con la Pandemia in corso?
«All’inizio è stata dura, come per tutti, quando le attività si sono fermate. Poi con la riapertura, la gente è tornata a partecipare. Anzi, forse il non poter allontanarsi molto da casa, ha contribuito a far conoscere le nostre iniziative. È vero, prima arrivavano escursionisti da tutto il Veneto, mentre ora sono per lo più persone che abitano qua vicino.
Ma quello che abbiamo notato è stato innanzitutto il desiderio di tornare a immergersi nella natura, ad uscire. Poi abbiamo notato che c’è anche una scelta precisa di non fare ore di auto per arrivare in posti lontani di montagna, ma scegliere di spostarsi poco con i mezzi, preferendo camminare. Come una sorta di escursioni a portata di mano… a chilometri zero.» spiega Dorigo.
Chi sono le persone che camminano con voi?
«Persone che amano la natura. Che vogliono scoprire l’ambiente che ci circonda, per esserne più consapevoli forse. Ci trovano online, o con il passaparola. Molti tornano perché si affezionano, perché si crea una sintonia» continua Dorigo.
«Sono anche persone che vogliono muoversi, fare attività fisica. Molti hanno iniziato ad “usarci” in alternativa alle palestre, che sono rimaste chiuse molto a lungo. Faccio un esempio: è vero che abbiamo perso tutte le attività didattiche con le scuole, visto che non si possono ancora programmare gite scolastiche. Però ci sono arrivate richieste di escursioni infrasettimanali, di persone che lavorando durante i fine settimana, desiderano avere la possibilità di camminare nella natura. Abbiamo quindi creato “I mercoledì del benessere”, dove il camminare diventa anche terapeutico» aggiunge Nardelotto.
Ma come si diventa Guida naturalistica?
«Una volta c’era un patentino regionale e un Albo in cui ci si doveva iscrivere. Poi è seguita la liberalizzazione anche di questa professione, per cui attualmente, bisogna iscriversi ad un’associazione di categoria e fare un corso professionale che prevede ore di teoria e pratica. Alla fine c’è un esame finale e l’ottenimento di un diploma.
Certo poi però bisogna inventarsi… proporre delle idee, cercare di realizzarle… è una sfida come qualsiasi altra libera professione.» Dorigo sorride mentre spiega il percorso per diventare una guida.
« Eh sì – aggiunge Nardelotto ridendo – in molti pensano che fare la guida escursionistica sia molto romantico, bucolico quasi! Ma la verità è che dietro ad ogni escursione c’è moltissimo lavoro nascosto: di preparazione, di programmazione. E poi ci sono gli aggiornamenti… come quello che dobbiamo fare tra cinque minuti!»
Si conclude così la chiacchierata, che è stata anche l’occasione per un’escursione alla scoperta di un territorio del Veneto, ricchissimo di biodiversità, forse poco conosciuto dal punto di vista naturalistico, ma pieno di fascino e vita.
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