Nel 2022 torna a Verona la rassegna cinematografica Mondovisioni, che da ormai dieci anni porta in Italia il meglio dei documentari d’attualità provenienti dai festival di tutto il mondo, selezionati da “Internazionale“.

Le pellicole selezionate raccontano il nostro tempo e le sue difficoltà, tra cui razzismo, diritti delle donne, immigrazione e molto altro ancora. Il tutto legato dal filo conduttore del ruolo del giornalismo e dell’informazione.

Da lunedì 10 gennaio e per sei lunedì consecutivi, l’appuntamento è alla Fucina Culturale Machiavelli (in via Madonna del Terraglio 10, a Verona), dove i documentari verranno proiettati in lingua originale con sottotitoli in Italiano.

La locandina del Festival Mondovisioni, a Verona dal 10 gennaio 2022.

Il programma di gennaio

Lunedì 10 gennaio, a inaugurare la rassegna, “Sieged: the press vs. denialism” di Caio Cavechini. In un Brasile colpito duramente dalla pandemia e che si trova ad affrontare grandi rivolgimenti politici interni, la stampa è in prima linea per cercare di raccontare le contraddizioni del paese e del suo presidente.

Lunedì 17 gennaio è il turno di “Writing with fire” di Sushmit Ghosh e Rintu Thomas. Il documentario mette al centro il ruolo del giornalismo nel tentativo di stravolgere le gerarchie. Il racconto si muove intorno a “Khabar Lahariya”, l’unica testata indiana gestita esclusivamente da donne Dalit, la casta più bassa della società.

In uno stato tormentato dalla corruzione, dalla violenza contro le donne e dalla brutale oppressione delle minoranze, la caporedattrice Meera e le sue reporter si ribellano a una tradizione patriarcale di sottomissione e soprusi.

Lunedì 24 gennaio tocca a “Dying to divorce” di Chloe Fairweather. Girato nel corso di 5 anni in una Turchia che si trova sempre di più a fare i conti con l’inesorabile erosione delle libertà personali e il crescente problema della violenza di genere, racconta la storia di Ipek Bozkurt, coraggiosa avvocata che si oppone con tenacia a un sistema sempre più indulgente con i colpevoli e repressivo con chiunque provi a dimostrare il proprio dissenso.

Lunedì 31 gennaio, “The last shelter” di Ousmane Samassékou, è ambientato in un rifugio nella parte meridionale del deserto del Sahara, che accoglie i migranti in transito verso nord. È qui che Ester e Khady, adolescenti del Burkina Faso, fanno amicizia con Natacha, una donna che ha perso la memoria e che tenta di tornare a casa. Tra momenti di gioia e sofferenza, le protagoniste condividono paure, speranze e il desiderio di un futuro sempre più difficile da immaginare.

Mondovisioni chiude con le rivolte di piazza

Lunedì 7 febbraio il testimone passa a “The monopoly of violence” di David Dufresne.

Una scena del documentario “The monopoly of violence” di David Dufresne.

A vent’anni dai fatti del G8 di Genova, la pellicola affronta il disagio della crisi diffusa e la dura repressione delle proteste di chi maggiormente la subisce. Partendo dai “gilet gialli” francesi, le riflessioni su libertà, ordine sociale e sulla legittimità della violenza ad uso dello stato non possono non giungere forti e urgenti anche in Italia.

Lunedì 14 febbraio, a chiudere la rassegna, “The neutral ground”, di CJ Hunt. In un momento di grandi rivolgimenti interni per gli Stati Uniti, il documentario approfondisce il dibattito intorno alla rimozione di alcuni monumenti confederati a New Orleans. Nello scontro tra differenti fazioni, emerge un’eredità della schiavitù e del razzismo con cui ancora gli Usa si ritrovano a fare i conti ogni giorno.  

Le proiezioni iniziano alle ore 21.00 e hanno un costo unico di 5 euro. 

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