Com’è andata, 2021?
Lasciamo alle spalle un anno caratterizzato ancora dall'emergenza sanitaria. I cambiamenti sono alle porte tra amministrative e qualità della vita, che devono andare a braccetto con il rispetto dei diritti di tutti.
Lasciamo alle spalle un anno caratterizzato ancora dall'emergenza sanitaria. I cambiamenti sono alle porte tra amministrative e qualità della vita, che devono andare a braccetto con il rispetto dei diritti di tutti.
Il 2021 volge al termine e il bilancio della pandemia, che più lo ha caratterizzato, ci sta mostrando anche nelle ultime ore un quadro non facile. Ieri si segnalavano 126.888 nuovi positivi in Italia, il cui tasso sale all’11,03%.
In Veneto il bollettino parla di 10.376 persone colpite dal virus, dato che porta il totale dei malati da inizio pandemia a quota 636.695.
Meno preoccupanti i dati sul fronte ospedaliero: sono 1.266 i ricoverati in area medica (-24), e 193 quelli in terapia intensiva (+3).
L’indice di contagio in Veneto è a 1,19, con il tasso di occupazione dei pazienti ricoverati nelle terapie intensive del 17% e quello in area medica del 18%.
Una situazione, ricorda il presidente Luca Zaia, che proietta la regione a gennaio in area arancione e rischia di far saltare il lavoro di tracciamento.
Forse è stato questo uno degli anni in cui si è parlato così tanto di salute e delle implicazioni dovute alla (dis)informazione e all’economia.
Dal cambio politico a febbraio 2021 con il governo Draghi fino alla manovra finanziaria del governo, divenuta legge da ieri, 30 dicembre, sul filo dell’esercizio provvisorio.
Le novità sono molte, con un supporto a famiglie e imprese di oltre 32 miliardi nel 2022, tra cui Quota 102 in attesa della riforma delle pensioni, i nuovi ammortizzatori sociali universali, la stretta anti-delocalizzazioni, il rifinanziamento del Reddito di cittadinanza rivisto e corretto per evitare abusi, lo stop all’allevamento di animali da pelliccia e la proroga per i partiti per chiedere l’accesso al 2 per mille.
Ma con il nuovo anno gli aumenti per il primo trimestre 2022 decisi dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) segnano un nuovo record rispetto agli aumenti già forti degli ultimi trimestri (a luglio +9,9% per l’elettricità e +15,3% per il gas; a ottobre +29,8% per la luce e +14,4% per il gas).
L’Italia resta al 41esimo posto per il World Press Freedom Index diffuso lo scorso aprile da Reporter Senza Frontiere. «Il giornalismo, principale vaccino contro la disinformazione – si legge nella presentazione del Rapporto – è al momento ostacolato in più di 130 Paesi».
Per quanto riguarda la posizione della Penisola secondo il segretario generale della Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana), Raffaele Lorusso, «è il risultato della situazione in cui si trovano numerosi colleghi minacciati, alcuni dei quali sotto scorta, e dello stallo in cui versano le proposte di legge di tutela del diritto di cronaca e della professione».
Tokyo 2020 ha fatto riassaporare le gioie dello sport a 360 gradi dopo lo stop forzato da Covid-19.
Un’euforia collettiva che per il pubblico italiano è stata accentuata dalla vittoria agli Europei poche settimane prima della grande manifestazione giapponese e che ha fatto emergere un orgoglio sopito, segnando nel calendario l’11 luglio 2021 come la vera Notte magica della nazionale a Londra.
In estate le olimpiadi (10 ori, 10 argenti e 20 bronzi) e le paralimpiadi (14 ori, 29 argenti e 26 bronzi) hanno dato all’Italia medaglieri mai visti prima, ma allo stesso tempo una consapevolezza nuova su discipline non sempre alla ribalta, prima fra tutte l’atletica.
E si è parlato tanto anche della caduta dei grandi campioni, ovvero rinunce consapevoli come quelle di Simone Biles, atleta dell’anno per il “Time” a dicembre 2021 perché “con gli occhi del mondo puntati su di sé fece il passo straordinario di dire: basta”.
Inaspettato quanto meritato il riconoscimento a ottobre del Premio Nobel per la Pace a due giornalisti, la filippina Maria Ressa e il russo Dmitrji Muratov, «per i loro sforzi nel salvaguardare la libertà di espressione, precondizione della democrazia».
Un riconoscimento al valore dell’informazione contro ogni sopruso che non si vedeva dal 1935, quando a meritarlo fu Carl von Ossietzky, incarcerato per la sua denuncia dell’antisemitismo e del riarmo tedesco, e morto di tubercolosi 3 anni dopo, ancora sotto sorveglianza della Gestapo.
Secondo la 32esima edizione della Qualità della vita diffusa a dicembre 2021, nella top ten si trovano molte province del Nord-Est.
Trieste capofila, Trento terza in classifica, e a seguire Bolzano (quinta), Pordenone (settimana), Verona (ottava), Udine (nona) e Treviso (decima).
La città scaligera si posiziona bene tranne che per gli aspetti legati all’ambiente e i servizi non sempre al passo con gli altri valori.
Tra le prime dieci Treviso è unica nuova entrata, anche grazie al primo posto nella Qualità della vita delle donne, l’indice presentato per la prima volta quest’anno per mettere al centro le tematiche di genere nella ripresa post-pandemia.
Sebbene l’indagine de “Il Sole 24 Ore” abbia sempre tenuto conto di alcuni di questi indicatori, quest’anno li scorpora per la prima volta dalla classifica generale, creando un indice a sé stante che mette in luce le discrepanze territoriali nella parità di genere. E Verona si ferma al 41esimo posto.
L’obiettivo nazionale è aumentare di cinque punti, entro il 2026, il Gender Equality Index dello European Institute for Gender Equality: l’Italia attualmente è al 14esimo posto con 63,5 punti su 100 (4,4 in meno alla media europea).
I consiglieri Federico Benini (Partito Democratico) e Michele Bertucco (Verona e Sinistra in Comune) avevano protocollato l’11 ottobre 2018 l’ordine del giorno per chiedere al consiglio comunale di Verona di revocare la mozione n. 366 del 1995, meglio nota come “mozione omofoba”, che impedisce all’amministrazione di “parificare i diritti delle coppie omosessuali a quelli delle famiglie naturali”.
Ad oggi, ha continuato a slittare il voto sulla richiesta di revoca del provvedimento.
Nel frattempo tre giorni fa, il 28 dicembre, l’Unar-Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha chiesto al Comune di Verona di cancellarla.
Lo ha fatto con una lettera al Consiglio comunale di Verona.
Nella missiva, inviata a seguito dell’apertura di un’istruttoria presso il Contact Center dell’Unar e firmata dal direttore Triantafillos Loukarelis, si sottolinea con forza che l’atto amministrativo non rispetta la normativa europea e italiana e se ne chiede la rimozione.
«È inaccettabile – dice Loukarelis – che a quasi 30 anni di distanza il Consiglio comunale di Verona non abbia provveduto a rimuovere quella che è a tutti gli effetti una grave limitazione alla tutela delle unioni omosessuali».
Nella prima parte del 2022 si guarderà in città alle elezioni amministrative programmate a fine maggio-giugno. Dopo la giunta guidata da Federico Sboarina non sono ancora chiare le mosse, sia a sinistra che a destra, che porteranno a un cambiamento più o meno radicale a Palazzo Barbieri.
La città resta di fatto in fermento per differenti iniziative, come la mozione che inserisce la nostra città nella lista dei “rifugi” per chi si batte per difendere i diritti umani, o i dibattiti che uniscono società civile e politica, come è stato l’incontro “Veronesità: un’arma a doppio taglio“, che ha messo al centro la via delle sinergie reali.
Noi di Heraldo continuiamo a seguire e a raccontare la città dentro e oltre le sue mura, creando anche occasioni di dibattito e confronto. Lo abbiamo fatto con i nostri articoli e con una prima edizione, lo scorso luglio, del primo Festival del giornalismo di Verona. E rilanciamo con una seconda edizione, dal 16 al 22 maggio 2022.
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