Lo Scapigliato in queste settimane si è fatto crasse risate nel leggere i giornali cittadini che davano per “imminente”, al massimo “entro Natale”, l’accordo tra la Lega e Sboarina. Ovviamente non c’era nulla di vero, solo la rincorsa di voci messe in giro ad arte da qualcuno vicino al Sindaco (ma i media dovrebbero verificare le indiscrezioni di tutte le parti in gioco…). Ancora più divertenti, dato che quanto pronosticato non avveniva (anzi la frattura si allargava), i cambi i versione in corsa degli stessi giornali, che smentivano a stretto giro  quanto scritto la volta precedente.

In questa rubrica si è sempre tenuta una linea, dapprima contestata da zelanti e male informati uffici stampa, ma oggi confermata da tutti, dopo le parole freddissime (eufemismo) nei confronti del sindaco del vice di Salvini, Fontana: l’accordo tra il Carroccio e l’attuale sindaco rimane difficile e se ci sarà non sarà sottoscritto a breve. Altra valutazione errata dei media: la merce di scambio per la Lega non è e non può essere ottenere il candidato sindaco a Padova, dove è favoritissimo per la riconferma l’uscente di centrosinistra Giordani. Domanda retorica: voi scambiereste una bottiglia di Amarone con una bottiglia vuota?

La Lega, per fare pace con Fratelli d’italia (oggi sul fronte nazionale è uscito l’ennesimo comunicato congiunto di coalizione), chiede politicamente la testa di Sboarina. FdI  però non ne vuole sapere di sacrificare l’unico suo sindaco del nord Italia. Epperò la Lega, a sua volta, non ne vuole sapere di lasciare una città così strategica e ricca come Verona al partito che a destra le fa più concorrenza. Ancora peggio poi se quel sindaco è Sboarina, con cui pure i rapporti personali con i vertici del Carroccio (Salvini e Fontana) si sono logorati da tempo. Un cortocircuito politico e umano da cui non se ne esce.

In questa frattura si inserisce a pieno titolo l’ex sindaco Tosi, che conferma la sua candidatura civica in qualsiasi caso e intanto tesse il dialogo proprio con la Lega. Non è un caso che tosiani e leghisti (con Forza Italia) abbiano presentato una lista unica, distinta da Fratelli d’Italia, alle ultime Provinciali. Altro fatto, questo, trascurato dai mass media.

Ogni scenario è possibile e quando si scrive è necessaria molta prudenza. Ma noi cogliamo, neanche troppo tra le righe, la deadline fissata dallo stesso Fontana: “Tutto sarà definito dopo l’elezione del Presidente della Repubblica”. Partita, guarda caso, nella quale Salvini e Meloni sono divisi, il primo in dialogo con il centro liberale (Toti e Renzi) e la Meloni che flirta con Letta e il Pd per salvaguardare il sistema maggioritario (e quindi le coalizioni). Chi tra loro vincerà la sfida avrà in mano, a caduta, anche gli equilibri a destra delle amministrative veronesi.  

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