Dopo Willy Brandt, Helmut Schmidt e Gerhard Schröder, Olaf Scholz, 63 anni, di Amburgo ed ex-ministro delle Finanze dell’ultimo governo Merkel, è il quarto cancelliere socialdemocratico dal dopoguerra. Il suo governo è, a livello federale, il primo composto da membri di tre partiti diversi e sorretto in parlamento da una “coalizione semaforo”, così chiamata perché i colori dei partiti che la compongono sono rosso per la SPD, giallo per i liberali della FDP e verde per i Grünen, che ritornano al governo dopo sedici anni.

La squadra di governo, entrato in carica l’8 dicembre scorso, conta sedici ministri, di cui sette donne – un record –, con molti volti nuovi. L’età media di 50 anni lo rende il più “giovane” rispetto a tutti i governi precedenti. Tra questi volti, ce ne sono alcuni particolarmente al centro dell’interesse pubblico, nazionale e internazionale.

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Esteri

Il nuovo governo si auto-definisce “governo di progresso”, ma il suo cammino è da subito intralciato da una serie di ostacoli insidiosi, sia a livello interno che internazionale.

Annalena Baerbock al primo viaggio a Parigi e Bruxelles nelle vesti di ministra degli Esteri, foto pagina Facebook.

Per la prima volta nella storia tedesca il ministero degli Esteri è guidato da una donna, la “verde” Annalena Baerbock, che ha appena compiuto 41 anni e non ha alcuna esperienza di governo. Avendo guidato il suo partito in campagna elettorale, Baerbock è uno dei ministri su cui più forte è l’attenzione mediatica e, allo stesso tempo, lo scetticismo sulla sua adeguatezza ai compiti che la attendono. I motivi sono appunto la sua inesperienza e l’età relativamente giovane, a fronte di una situazione di crescenti tensioni sia a livello globale sia nell’Europa orientale.

Il primo viaggio all’estero l’ha portata a Parigi e a Bruxelles, dove è stata accolta ottimamente. Ma l’accoglienza riservatale dal suo omologo a Varsavia, terza tappa del viaggio, è stata al limite della scortesia. È noto che proprio all’est, tra Bielorussia e Polonia e tra Russia e Ucraina la tensione è oramai salita a livelli preoccupanti e soluzioni diplomatiche, almeno a breve, non se ne vedono.

Inoltre un fatto di cronaca, risalente a due anni fa, è causa di ulteriori dissapori tra Berlino e Mosca. Si tratta di un omicidio commesso in pieno giorno in un parco di Berlino due anni fa; la vittima era un georgiano di origine cecena, Zelimkhan “Tornike” Khangoshvili, considerato un terrorista dal governo di Mosca, e l’omicida, arrestato poco dopo il fatto, è un cittadino russo. Il 15 dicembre è arrivata la condanna all’ergastolo e i giudici berlinesi, che hanno pronunciato la sentenza, hanno sottolineato come ci si trovi di fronte a un delitto politico, ordinato ed eseguito dai servizi segreti russi.

Salute

In tempi “normali” il ministero della Sanità non sarebbe tra i dicasteri più importanti, ma la pandemia ha cambiato tutto e quindi c’era grande attesa per la nomina del successore di Jens Spahn (CDU). La scelta di Olaf Scholz è caduta sul compagno di partito (ma non di merende) Karl Lauterbach, che si è fatto un nome come intransigente nella lotta al Covid19. Lauterbach non è solo un uomo politico di notevole esperienza, ma è medico ed epidemiologo. Tra l’altro è stato fellow alla facoltà di Medicina di Harvard ed è professore di Economia sanitaria all’Università di Colonia. Tra i parlamentari è l’unico in grado di capire gli studi scientifici sul Covid19 e di spiegarli al pubblico.

Karl Lauterbach riveste l’incarico di ministro della Salute in una fase critica per il Paese, che si è trovato impreparato all’arrivo della quarta ondata di pandemia. Foto pagina Facebook.

Fin dall’inizio della pandemia si è impegnato a favore di misure rigorose e impopolari con coerenza e coraggio – qualità di cui il governo Merkel non era particolarmente dotato. Non a caso Lauterbach è divenuto in breve tempo il nemico numero uno di negazionisti, complottisti e no-vax e da mesi vive sotto scorta a causa delle ripetute minacce di morte ricevute. E non a caso è stato anche il personaggio più invitato nei talk show tedeschi nel 2021. Adesso sono in molti a pensare che d’ora in poi gli mancherà il tempo per andare in televisione.

Lauterbach deve vedersela con un’eredità molto pesante: la Germania si è fatta cogliere impreparata dalla quarta ondata della pandemia, nelle ultime due settimane si è registrata una media di oltre 60.000 nuovi casi di infezione al giorno e in gran parte del Paese i reparti di terapia intensiva sono al limite delle capacità. In questo quadro, già di per sé preoccupante, nella società tedesca si sono notevolmente acuiti i contrasti tra la maggioranza favorevole alla vaccinazione e l’attivissima ed aggressiva minoranza dei no-vax, la cui attività in alcune zone del Paese (soprattutto all’est) viene sostenuta apertamente dall’estrema destra – con l’AfD che cerca, altrettanto apertamente, di sfruttare politicamente il dissenso.

Economia

Un altro volto nuovo, almeno a livello di governo, su cui si appunta in particolar modo l’attenzione dei tedeschi è il nuovo vicecancelliere e “superministro” per l’Economia e Ambiente Robert Habeck, dal 2018 alla guida dei Verdi, insieme ad Annalena Baerbock, ( il partito ha tradizionalmente due segretari, un uomo ed una donna).

Il ministro dell’Economia e della protezione climatica Robert Habeck, foto di Stephan Roehl, Flickr, CC BY-SA 2.0.

Nato a Lubecca nel 1969, Habeck ha affiancato alla carriera politica quella di scrittore e ha pubblicato libri per bambini, traduzioni di liriche dall’inglese e diversi romanzi, scritti a quattro mani con la moglie. Politicamente si è fatto le ossa come ministro per l’Ambiente e l’Agricoltura dello Schleswig-Holstein dal 2012 al 2018.

L’obiettivo di Habeck è tanto ambizioso quanto vitale per il “governo del progresso”: far progredire velocemente la trasformazione della “economia sociale di mercato” tedesca in una “economia sostenibile”.

Come prima cosa sta intraprendendo una ristrutturazione del suo ministero, accompagnata da non poche nuove assunzioni a livello dirigenziale, che dovrà renderne l’apparato funzionale al nuovo corso che intende promuovere, ovvero una ripresa economica che va di pari passo con la transizione ecologica.

Finanze

Alla FDP (Il Partito Liberale Democratico), nella persona del segretario Christian Lindner va il ministero chiave, quello delle Finanze. Lindner, 42 anni ma da oltre due decenni in politica (a soli anni 21 fu eletto nel parlamento del suo Land, il Nordreno-Vestfalia), è noto per le sue posizioni neoliberiste e per il suo aperto sostegno ad una politica finanziaria di rigore. Questa potrebbe essere una fonte di forti conflitti, dato che sia a causa della pandemia che dei piani di riforma dell’economia tedesca, il prossimo governo dovrà tenere la spesa pubblica a un livello alto e incompatibile con l’obiettivo dei governi passati di ridurre il debito pubblico.

Christian Lindner alla guida del ministero delle Finanze nella coalizione “Semaforo” guidata dal cancelliere Olaf Scholz. Foto Stephan Roehl, Flickr CC BY-SA 2.0.

Oltretutto Lindner è noto come personaggio spigoloso e volubile: celebre è rimasta la sua frase “meglio non governare affatto, piuttosto che governare male”, con cui nell’autunno del 2017, dopo lunghe trattative, affondò il tentativo di formare una coalizione di governo tra CDU, Verdi e liberali, (la cosiddetta “coalizione Giamaica” dai colori della bandiera dell’isola caraibica).

Nonostante la promettente armonia che adesso pare regnare tra personalità e partiti tanto diversi, questo governo avrà prima o poi a che fare con grandi conflitti interni. E si vedrà allora quanto capace sarà Olaf Scholz di esercitare una forte leadership e di tenere la rotta fissata dal patto di coalizione.

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