I sassi di Giorgio Vigna tornano al Museo di Castelvecchio nella mostra Lapilli inaugurata lo scorso 11 dicembre nella Galleria delle Sculture in un dialogo delicato e sostanziale con l’architettura scarpiana e nel ricordo di Licisco Magagnato (1921-1987) storico direttore dei Musei e gallerie d’arte veronesi nel centenario della nascita.
La mostra si svolge in continuità con l’installazione Acquaria dal 2013 presente nella fontana della corte esterna del Museo e donata quest’anno dall’artista alla Città.

Giorgio Vigna, da Verona alle collezioni internazionali

Nato a Verona, Vigna vive e lavora a Milano come artista e designer, ha collaborato a lungo in ambito teatrale e cinematografico. Le sue opere, che siano sculture, gioielli, lavori su carta o installazioni, rispecchiano una ricerca ampia, sperimentata tramite varie materie come vetro, metalli e carta, trattate in modo innovativo per svelarne le possibilità nascoste.

L’installazione permanente Acquaria, realizzata nel 2013 per la fontana di Carlo Scarpa, è stata donata quest’anno dall’artista Giorgio Vigna come omaggio per il centenario dalla nascita di Licisco Magagnato, storico direttore dei Musei Civici veronesi. Foto di Cristina Cuttica.

Nel 2003 crea l’installazione site specific La Radura per Nancy Olnick e Giorgio Spanu, che ha dato inizio all’Olnick Spanu Art Program. Nel 2013 il Museo di Castelvecchio a Verona ha ospitato la mostra personale Stati Naturali, in occasione della quale Vigna ha creato per la fontana di Carlo Scarpa l’installazione permanente in vetro Acquaria. Nel 2017 per le Gallerie dell’Accademia a Venezia ha creato l’opera Fuochi di Rugiada, realizzata dalla vetreria Venini. Dal 2018 è stato chiamato a far parte del comitato scientifico de Le Stanze del Vetro, un progetto della Fondazione Giorgio Cini con il supporto di Pentagram Stiftung.

Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private internazionali: in Italia sono presenti al Castello Sforzesco di Milano, alle Gallerie dell’Accademia e al Museo del Vetro di Venezia, e a Palazzo Pitti a Firenze. Negli Stati Uniti suoi lavori si trovano allo Smithsonian Design Museum, al Museum of Arts & Design, e alla Olnick Spanu collection di New York, all’Indianapolis Museum of Art, ma anche in Finlandia al Designmuseo di Helsinki, allo State Hermitage Museum di San Pietroburgo e allo Honolulu Museum of Art.

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Lapilli, bolle di luce tra gli spazi di Carlo Scarpa

«[…] il mio lavoro e la mia ricerca si situano su un confine, un margine, tra realtà e immaginazione. Questa linea di confine, nel corso della mia esplorazione, si dilata e crea uno spazio-tempo sospeso dove il tempo è soggettivo e lo spazio immaginario. È in questa sospensione che emergono e si palesano nuovi “stati naturali” della materia e della forma, altrimenti non percepibili […]». Così Vigna descrive il suo approccio di ricerca, nel catalogo della mostra realizzata nel 2013 a Castelvecchio.

Sassi di fuoco di Giorgio Vigna per la mostra Lapilli, in corso al Museo di Castelvecchio fino al 16 gennaio 2022. Foto di Cristina Cuttica.

Ed è percepibile anche in questi Lapilli, sassi di vetro trasparenti, luminosi, riflettenti. Sfere gioiose, immaginarie e reali. Presenze discrete, evocative di simbologie primitive e ataviche, che si manifestano libere e leggere ai nostri occhi lungo il percorso della mostra, in un suggestivo gioco di luce delle vetrate che mette in relazione animica cose e persone, con l’inconfondibile architettura scarpiana che si incastra otticamente in esse suggerendo insolite prospettive e immagini. Bolle di luce che ci invitano a vedere nel loro interno il nostro riflesso di uomini, rimandandoci a suggestive visioni altre e alla spiritualità dell’esistenza.

La mostra

I sassi si manifestano al nostro passaggio lungo il percorso della mostra in delicate installazioni composte da elementi singoli in relazione visiva tra loro, o in piccoli delicati cumuli dall’aspetto etereo e nel contempo materiale, formati da elementi in contatto tra loro come a raffigurare la contiguità dell’essere umano con l’ambiente circostante in un tutt’uno simbiotico.


Iniziando il percorso della mostra, ci accoglie a sinistra, nel Sacello, l’installazione Sassi d’Argento, un piccolo gruppo di sassi contenenti particelle d’argento, illuminati dalla luce del sole che filtra attraverso le vetrate e che ci avvolgono nel loro bagliore luminoso.

Proseguendo nella visita, incontriamo i Sassi di Fuoco, singoli elementi posizionati alla base di maestose figure femminili e maschili, organismi unicellulari vivi e comunicanti. Presenze luminose al cui interno fili di rame e frammenti metallici rappresi nel vetro trasparente sembrano ruotare, formando un vortice che ci attrae e cattura portandoci in un altrove tutto da scoprire.

Le Acque astrali di Giorgio Vigna ai piedi della Crocifissione del Maestro di Sant’Anastasia. Foto di Cristina Cuttica.


Alzando lo sguardo, ecco che si manifestano ai nostri occhi i Sassi d’Acqua, elementi trasparenti e leggeri, quasi inconsistenti bolle di sapone luminose e riflettenti, trasportate dal vento in alto sul metallo nero della grande finestra. Il contrasto di materia e trasparenze le rende ancora più poetiche nella loro essenza, gioiose nella loro semplicità struggente.

E proseguendo con questa leggerezza, incontriamo ai piedi della grande Crocifissione del Maestro di Sant’Anastasia le Acque Astrali, sassi contenenti al loro interno grandi bolle d’aria che ne amplificano la leggerezza visiva e la luminosità. Le loro forme sembrano elevare la Croce verso il cielo alleviandone il dolore terreno, in un insieme di serenità, umanità e speranza.

Luce e trasparenza per vedere il reale

Sulla finestra orizzontale di Scarpa, quindi, alla fine del percorso, incontriamo l’installazione Sasseto, un cumulo di sassi in metallo che sembrano galleggiare in aria, sospesi sulla lastra di vetro trasparente della finestra, ma in contatto visivo con i sassi del fiume Adige delle mura antiche del castello sottostanti.

Sasseto di Giorgio Vigna chiude il percorso della mostra Lapilli, in corso al Museo di Castelvecchio. Foto di Cristina Cuttica.

Quasi a volerci riportare, con delicatezza dopo tanto coinvolgimento emotivo, alla concretezza del quotidiano, illuminati dai loro riflessi rame, argento e oro per ritornare alla nostra vita rinnovati.

In un momento storico non certo facile e scontato come l’attuale, in cui assistiamo a repentini cambiamenti in molteplici aspetti della nostra vita e in cui la visione del futuro, l’innovazione, le prospettive economiche e di sviluppo socio-culturale del nostro Paese appaiono impedite dalla contingenza, reale o percepita, i sassi di Vigna sembrano suggerirci di osservare quanto ci circonda con leggerezza e mistero, mantenendo viva la nostra umanità e la connessione con quanto ci circonda.


La mostra, organizzata in collaborazione con la galleria Studio La Città di Verona, resta aperta al pubblico fino al 16 gennaio 2022.

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