Un progetto di legge dal basso e una raccolta firme per portare anche in Italia le Assemblee dei cittadini: è la sfida lanciata dal comitato Politici Per Caso che ora, dopo l’apertura alla possibilità di raccogliere anche online le firme per i referendum e le proposte di legge di iniziativa popolare, spera di raggiungere il traguardo delle cinquantamila firme necessarie.

Cosa sono le Citizens’ Assemblies

Si tratta di una pratica in base alla quale gruppi di cittadini, sorteggiati in base a specifici criteri, vengono chiamati ad approfondire uno specifico argomento di pubblico interesse, a confrontarsi su questo e a deliberare idee, proposte, raccomandazioni e indicazioni rivolte alle istituzioni.

Generalmente, l’attività di una Citizens’ Assembly si apre con una fase informativa e di ascolto, in cui i cittadini partecipano a incontri con esperti della materia, che sono chiamati a offrire un quadro completo, bilanciato e diversificato delle varie posizioni sul tema. È poi previsto un confronto con gruppi di interesse, comitati e associazioni della società civile, che presentano le loro idee ai membri dell’Assemblea.

Al termine del processo di ascolto prende avvio la fase deliberativa, durante la quale i membri dell’Assemblea discutono, avanzano le loro proposte e le mettono ai voti. L’assise elabora quindi un testo unico contenente le decisioni finali. Dalle esperienze avviate finora nei vari Paesi emerge che in alcuni casi il valore di queste deliberazioni è puramente consultivo, mentre in altri casi assume un carattere vincolante per le istituzioni.

Tutti gli incontri e i lavori delle Citizens’ Assemblies sono moderati da facilitatori professionisti.

Le funzioni dell’Assemblea prevedono anche un ruolo di monitoraggio sull’operato delle istituzioni, al fine di assicurarsi che queste forniscano un’adeguata risposta alle raccomandazioni prodotte.

Cittadini estratti a sorte

Di norma i cittadini sono scelti con un’estrazione casuale dalle liste anagrafiche. Rimettendo al caso la composizione dell’Assemblea, infatti, si ha la garanzia di un’equa rappresentatività della società sotto tutti i punti di vista. Garanzia che, ovviamente, aumenta quanto più larga è la platea dei partecipanti.

Per alcune circostanze specifiche, può essere richiesta una composizione particolare dell’Assemblea. Le esperienze svolte nel mondo fino ad oggi hanno comunque adottato criteri che mirano a ricreare, all’interno dell’Assemblea, gli equilibri presenti nella società in termini di genere, età, provenienza geografica, livello di istruzione e di reddito.

Democrazia deliberativa-aleatoria

Proprio per queste caratteristiche, le Citizens’ Assemblies sono definite dai promotori come una pratica di democrazia deliberativa-aleatoria.

Tra i benefici che questa pratica porterebbe al sistema democratico, vi è senz’altro un maggiore coinvolgimento dei cittadini nelle scelte di interesse generale. Le decisioni verrebbero infatti prese direttamente da un gruppo indipendente di persone, dopo aver ricevuto un’adeguata formazione sulle questioni.

«Le elezioni sono sempre più basate sull’inseguimento del consenso a breve termine e sulla logica di contrapposizione. Chiamare i cittadini alle urne, a distanza di anni tra una tornata e l’altra, non basta più a farli sentire parte attiva di una comunità», scrivono i promotori dell’iniziativa.

Per questo, le Assemblee dei cittadini possono essere uno strumento utile per prendere decisioni su alcuni grandi temi divisivi che la politica non riesce ad affrontare, o perché portano a una perdita di consenso nel breve termine o perché ostaggio di opposti interessi di partito.

Le esperienze internazionali

Questa opportunità, nel mondo, è già sfruttata da vari Stati, sia con Assemblee dei cittadini promosse dalle istituzioni pubbliche, sia con esperienze organizzate interamente dalla società civile.

In Canada, le prime assemblee risalgono al 2004 e al 2006 ed erano state convocate per discutere della riforma elettorale.

L’Islanda ha utilizzato questa pratica per la propria riforma costituzionale.

Assemblee sul clima si sono svolte tra il 2019 e il 2020 in Francia (con la “Convention Citoyenne pour le Climat“, voluta dal Presidente Macron, che ha coinvolto 150 cittadini), nel Regno Unito (con la “Climate Assembly UK”), in Germania e nello Stato americano di Washington. Lo scorso mese, in Spagna sono iniziati i lavori della “Asamblea Ciudadana para el Clima”.

In Irlanda, le Citizens’ Assemblies hanno permesso di compiere passi in avanti sui diritti civili. Il primo banco di prova fu il riconoscimento in Costituzione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, col Governo che nel 2012 decise di nominare una “Convention” formata da 66 cittadini scelti con campionamento casuale e 33 parlamentari. Sulla base delle indicazioni scaturite dall’assise, vi fu poi un referendum sull’introduzione dei matrimoni omosessuali, celebratosi nel 2015, che vide la vittoria del “Sì” con il 62 per cento dei voti. L’Irlanda replicò poi l’esperimento sui temi dell’aborto (nel 2016) e della parità di genere (nel 2019).

In Svizzera e nell’Oregon, i cittadini sono stati chiamati a redigere un opuscolo da distribuire agli elettori prima di un referendum, per presentare l’oggetto del voto e presentare le motivazioni per il “Sì” e per il “No”.

I primi casi in Italia

Nel nostro Paese, finora, abbiamo assistito a iniziative di questo tipo soltanto a livello locale.

A Merano, nel 2020 la Giunta ha deciso di istituire un “Comitato Civico” per la riqualificazione e pianificazione dell’uso della strada principale della città.

Ma il primo Comune a istituzionalizzare le Assemblee dei cittadini è stato il Comune di Susa, nel dicembre del 2020. Lo scorso luglio è toccato al Consiglio comunale di Bologna, che ha introdotto nel proprio statuto le Assemblee dei cittadini come nuovo istituto di partecipazione.

Analoghe proposte stanno avanzando in altre città, come Bolzano, Milano, Parma e Siracusa.

Il progetto di legge

La proposta di legge di iniziativa popolare, che i promotori hanno depositato in Cassazione il 20 dicembre 2019, prevede di istituire le Assemblee dei cittadini in Italia a tutti i livelli: nazionale, regionale e comunale. Le Assemblee potranno essere infatti convocate da Governo, Parlamento, Giunte e Consigli regionali e comunali, nonché da associazioni e gruppi di cittadini.

Il testo dell’iniziativa prevede che la prima assise riguardi i temi della crisi climatica e ambientale, della transizione energetica e della sostenibilità ecologica dell’economia. La convocazione dovrà avvenire entro tre mesi dall’approvazione della legge da parte del Parlamento

All’iniziativa del comitato Politici Per Caso hanno aderito realtà come Eumans!, l’associazione Luca Coscioni, The Good Lobby, Democrazia Radicale, Oderal, Rinascimento Green, Yezers, Extinction Rebellion Italia, l’associazione radicale Certi Diritti, Volare, Volt e 6000 Sardine. Tra le personalità a sostegno del progetto: Marco Cappato e Mario Staderini, da sempre in prima fila per le battaglie referendarie, il climatologo Luca Mercalli e la giornalista Giulia Innocenzi.

Dove si firma

È possibile firmare la proposta di legge di iniziativa popolare anche tramite Spid, a questo link.

Una volta raccolte le firme necessarie, la proposta verrà presentata in Parlamento per la discussione.

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