Andrea Facco in mostra a Madrid ripensa Morandi
Il pittore veronese in questi giorni espone alla retrospettiva sul maestro organizzata dalla fondazione Mapfre, che promuove da anni l'arte italiana tra Otto e Novecento.
Il pittore veronese in questi giorni espone alla retrospettiva sul maestro organizzata dalla fondazione Mapfre, che promuove da anni l'arte italiana tra Otto e Novecento.
Classe 1973, le opere di Andrea Facco sono presenti in musei e collezioni private nazionali e internazionali. Una ventina di anni trascorsi a Bologna per gli studi in Accademia di Belle Arti e in collettivi artistici, da cui sono derivate collaborazioni nazionali e internazionali, per decidere infine di fare base a Verona, sua città natale, dove in occasione della Giornata del Contemporaneo 2020 promossa da Amaci (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani) ha rappresentato la GAM – Galleria d’Arte Moderna Achille Forti.
Andrea Facco ha fatto della pittura come disciplina la sua ricerca, mettendo in relazione il soggetto dipinto e l’azione della sua rappresentazione, in un continuum che lo ha portato a confrontarsi anche con i grandi della storia dell’arte.
Dopo essersi avvicinato a Caravaggio al Mart di Trento e Rovereto nella mostra Caravaggio Il contemporaneo terminata la primavera scorsa, Facco torna a cimentarsi con un altro grande maestro dell’arte italiana, Giorgio Morandi, in un confronto che porta la pittura ad essere storia viva e sempre attuale.
“L’apparenza, grigiocolore n.78, D’apres G. Morandi”, 2020, acrilico su tela, cm 51,5 x 55, è l’opera di Facco che assieme ad altre 26 opere di artisti contemporanei è esposta in dialogo con le opere del maestro bolognese alla Fondazione Mapfre, che promuove da anni in Spagna l’arte italiana tra Ottocento e Novecento, nella retrospettiva dedicata a Morandi allestita a Madrid fino al 9 gennaio 2022.
L‘apparenza di Facco è la riproduzione a dimensione reale di uno dei famosi quadri del periodo metafisico morandiano, dal titolo Natura morta metafisica (1919), opera resa celebre anche per essere stata rubata negli anni Ottanta alla Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi di Firenze e tuttora dispersa.
L’apparenza trae origine da un’esperienza vissuta a Bologna da Andrea Facco, allora studente all’Accademia di Belle Arti, presso il Museo Morandi, dove ebbe modo di ammirare soprattutto i protagonisti delle nature morte del maestro, quelle modeste bottiglie e quelle scatole, per lo più da lui stesso ridipinte, ricoperte di polvere in uno studio d’artista ricostruito, come a rievocare l’attività creativa metafisica che pervade le cose e persiste negli ambienti dell’atto artistico.
Occultando apparentemente solo il colore, Facco la dipinge in grigiocolore – è il numero 78 della serie di quadri grigiocolore dedicati a Morandi – tonalità ottenuta come materiale di risulta dalla lavatura dei pennelli al termine della pittura, che attribuisce al quadro un aspetto apparentemente freddo e cinerino, come a raffigurarne il ricordo.
Quasi una presenza metafisica che si manifesta ai nostri occhi per ricordarci della sua esistenza, a noi visibile mediante il grigiocolore, un apparente non-colore, a sua volta, però, memoria di tutti i colori utilizzati da Facco nell’atto della creazione.
Insomma un quadro che descrive quanto appare ai nostri occhi ma che nei fatti non è, e che vuol essere in un certo senso una restituzione dignitosa all’arte o, come in un fenomeno metafisico, la manifestazione fantasma di ciò che è, ma non è qui, per l’appunto l’apparenza.
L’apparenza rappresenta appieno la poetica dell’artista Facco che indaga il significato ontologico della realtà e dell’esistenza fisica collegata alla metafisica, ossimoro di presenze e contemporanee coesistenti assenze collegate in un unico tutto.
Andrea Facco con la sua pittura ci invita, con garbo e delicatezza, a guardare in modo nuovo quanto ci circonda, a sforzarci di vedere la quotidiana realtà senza darla per scontata, sentendoci ad essa collegati in un tutto fisico-metafisico.
La retrospettiva su Giorgio Morandi, “Morandi. Resonancia infinita”, curata da Daniela Ferrari e Beatrice Avanzi del Mart di Trento e Rovereto, con la consulenza di Alessia Masi del Museo Morandi di Bologna, resterà a Madrid alla Fondazione Mapfre fino al 9 gennaio per poi spostarsi alla Fondazione Catalunya La Pedrera di Barcellona dal 3 febbraio al 22 maggio 2022.
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