“Halloween Kills” orecchie e cervello
Il ritorno in sala di Michael Myers fa più paura per i dialoghi, che per altro.
Il ritorno in sala di Michael Myers fa più paura per i dialoghi, che per altro.
Ci sono cose delle quali bullarsi, altre delle quali vergognarsi.
Io riesco a fare entrambe le cose quando ammetto di aver visto tutti i film della serie Halloween che sono stati realizzati, a partire da quel gioiello di Carpenter uscito nel 1978. Il migliore, naturalmente.
Dal momento che questa recensione interesserà più che altro agli appassionati del genere horror, che ben conoscono l’argomento, tralascerò i soliti spiegoni sulle origini del Male incarnato dall’invincibile Michael Myers e vedrò di essere conciso il più possibile, che qui di tempo ne abbiamo già sprecato in abbondanza al cinema.
Halloween Kills comincia esattamente dove finiva il precedente Halloween (2018), film che se ne sbatteva di tutti gli altri capitoli, tra sequel e reboot, e che si riallacciava al capostipite più sopra citato.
Se Michael Myers è immortale, la sua storica antagonista Jamie Lee Curtis non è certo da meno e la ritroviamo mentre vaneggia nella sua stanza di ospedale; sarà per quel look “allo Zio Tibia”, sarà per quel digrignare i denti mentre urla penose banalità, ma il fatto che in questa seconda parte (di tre, già…) sia stata sottoutilizzata non mi dispiace affatto. Sinceramente preferisco ricordarla per altre interpretazioni di ben altro spessore e dovreste solo vergognarvi se avete pensato al topless in Una poltrona per due.
Quindi cosa abbiamo in questa seconda disavventura di Michael, sempre diretta da David Gordon Green?
In ordine sparso: un cattivone che non muore mai, un cast di riesumati dal 1978 che invece muore piuttosto bene, sangue e splatter in abbondanza come non se ne vedevano da tanto tempo (ed è la cosa migliore del film), la “scream queen” per eccellenza rimbambita da antidolorifici e da un copione scritto con il piede sinistro dallo stesso regista insieme a Danny McBride e Scott Teems, una denuncia politica didascalicamente ridicola («Gli horror migliori sono sempre stati quelli politici!», devono aver pensato gli sceneggiatori mentre cercavano ispirazione sfogliando la pagina social di “Meglio trumpista che sciampista”), un’apprezzabile cura della fotografia che ben omaggia le atmosfere del film originale e, infine, alcuni tra i dialoghi più imbarazzanti che le mie povere orecchie abbiano mai ascoltato, roba che farebbero contorcere le budella non solo a un Aaron Sorkin a caso, ma pure a un Luca Morisi. Per dire.
Diciamo che se Halloween Kills non avesse avuto i dialoghi che ha probabilmente sarebbe stato un discreto film, ma per nostra sfortuna qualcuno ha deciso di farci del male brandendo una tastiera di un computer anziché un più rassicurante coltellaccio da cucina di trenta centimetri. Peccato.
Voto: 2/5
Halloween Kills
regia di David Gordon Green,
con Anthony Michael Hall, Jamie Lee Curtis, Judy Greer, Kyle Richards, Stephanie McIntyre, Andi Matichak e Dylan Arnold.