Verona, seconda circoscrizione: tra cemento e traffico caotico
Sono tanti i cantieri che, volenti o nolenti, trasformeranno nei prossimi anni una delle zone più verdi della nostra città.
Sono tanti i cantieri che, volenti o nolenti, trasformeranno nei prossimi anni una delle zone più verdi della nostra città.
In questi anni, in questi mesi, la Seconda Circoscrizione del Comune di Verona è stata (ed è) assalita da progetti di cementificazione e viabilistici come nessun altro luogo della città. Di tutto questo, parla la realtà dei fatti.
Che siano le Torricelle, il Parco dell’Adige Nord oppure le zone interne ai quartieri, poche aree riescono a sfuggire alla volontà di chi – su tutti i progetti presentati e le loro varianti – ha anche sempre ricevuto la ferma e documentata opposizione di chi a sua volta amministra la Circoscrizione. Ai vari progetti non sono nemmeno mancate numerose osservazioni propositive ma poco o nulla è stato recepito.
Per quanto riguarda l’Area ex Bam di cui abbiamo già parlato ad agosto, il progetto, se portato a termine, vedrà 2.722 metri quadrati di commerciale (supermercato Aldi) e 150 nuovi appartamenti. Su tutta la vicenda permane lo sconcerto per la ripresa dei lavori, in attesa della pronuncia del Consiglio di Stato, prevista per ottobre.
A poche decine di metri in linea d’aria, tra via Duse e via Rovetta, è prevista una nuova urbanizzazione che vedrà la costruzione di 1.800 metri quadri di appartamenti, 650 metri quadri di commerciale (supermercato) ed altri 650 dedicati ad uffici. Sommando tutto fanno 3.100 metri quadri di area edificata a ridosso dell’Adige, in una superficie verde e interessata dal Vajo di Quinzano. Chissà cosa penseranno, inoltre, i titolari del supermercato Prix di Via Duse, quando si vedranno costruire un altro supermercato sull’altro lato della strada, quasi di fronte al loro.
A poche centinaia di metri, in linea d’aria, di distanza da Via Duse ci troviamo all’incrocio del Saval. Qui è prevista la realizzazione di una rotonda, ad opera di privati, e la costruzione di un altro supermercato, della catena Lidl, sulla destra di Via Preare, andando verso Parona. In questo caso si tratta di 1500 metri quadrati.
In alto sulla collina ci osserva il quattrocentesco Eremo di S. Rocchetto. Guardando l’Eremo, colpisce, alla sua sinistra, una brutta costruzione in cemento. Qui siamo di fronte a una consuetudine, non solo veronese, che consiste nel tentativo di trasformare il classico “casotto-ricovero attrezzi” in qualcosa di ben più importante. Le Torricelle, lo sanno tutti, sono piene dei risultati di queste trasformazioni. Anche in questo caso, per far emergere quanto stava accadendo sotto gli occhi di tutti, è stata necessaria una segnalazione agli uffici del Controllo Edilizio del Comune. A seguito del loro intervento sono partite le verifiche del caso e contemporaneamente sono stati bloccati i lavori.
Saliamo lungo il sentiero che passa a fianco della Chiesa di San Rocco e in pochi minuti arriviamo alla scalinata settecentesca che ci porta al cospetto del bellissimo e quattrocentesco Eremo di San Rocchetto. Aggiriamo l’ Eremo e prendiamo, a destra, la stradella che ci riporta verso il centro di Quinzano. In basso, sempre alla nostra destra, la zona delle Poste e delle strade dedicate agli Eroi della Resistenza della Brigata dell’Aquila in cui combatté la partigiana ebrea, Rita Rosani. Qui le vie si chiamano Sella, Degani, Orso e Monte Comun. Oltre le Poste assistiamo a una lottizzazione che dovrebbe terminare a ridosso del cimitero. Si tratta della Scheda Norma 131 che prevedeva 13 mila metri quadri di costruito, poi ridotti a 6.500, per circa 140 appartamenti. Anche in questo caso esistono enormi problemi viabilistici che non hanno ancora trovato soluzione.
Tra i progetti che hanno segnato la storia di Quinzano vi è la lottizzazione del Monsel, il Borgo degli Ulivi, l’ecomostro che ha rovinato per sempre un’area bellissima e particolare. Su questo luogo insisteva fin dal 1966, un piano di tutela paesaggistico in quanto “…quadro naturale di particolare bellezza…”. L’eco-mostro ci appare di fronte, quasi all’improvviso, scendendo dall’Eremo di S.Rocchetto. E’ un pugno nello stomaco di circa 20 mila metri cubi di cemento all’interno di un terreno sventrato dalle ruspe e dal materiale esplosivo utilizzato per frantumare la roccia. Si tratta di scheletri di cemento, di proprietà della Banca Popolare Alto Adige, subentrata alla vecchia proprietà a seguito di concordato preventivo.
«Nel 2018», racconta Elisa dalle Pezze, presidente della Seconda Circoscrizione, «era scaduto il permesso di costruire accordato nel 2008. La cosa più ovvia sarebbe stata quella di non rinnovare più tale permesso e in tale senso si erano espressi molti consiglieri della Circoscrizione. L’Amministrazione Comunale ha deciso altrimenti, rinnovando per altri 10 anni il permesso di costruire.» Molti pensano che in questo caso siano stati tutelati esclusivamente gli interessi della banca e non quelli degli abitanti di Quinzano. Anche per questa lottizzazione rimane aperta e di difficile soluzione la questione della viabilità, già molto complicata nella situazione attuale.
Nel nostro percorso ad anello, rientriamo nel quartiere di Ponte Crencano. Ci troviamo in Via Rosselli dove, al numero 1 rispondeva l’ex Circolo del Tennis Unicredit, ora chiuso definitivamente. Al suo posto, in un’area di 2.400 metri quadri sorgeranno palazzi di quattro piani e un area verde a disposizione del quartiere. L’area verde sorgerà sopra il cemento dei garage relativi ai palazzi. Meglio di niente. Fondamentale, in questo caso, la mediazione della Circoscrizione.
Non è sicuramente da trascurare quanto sta avvenendo all’interno dell’area del Parco dell’Adige Nord. Chi transita in Lungadige Attiraglio ha la possibilità di verificare con i propri occhi l’ennesimo sfregio a pochi metri dalle rive del nostro fiume Adige. Sull’area dell’ex Quaker Chemical, infatti, procedono alacremente i lavori per la costruzione di alcuni palazzi che insistono in una zona molto delicata, che andrebbe tutelata.
Dulcis in fundo, il “traforino“. Così è stato chiamato il nuovo progetto viabilistico presentato dall’Amministrazione guidata da Federico Sboarina. Quella del traforo sotto le Torricelle sembra essere diventato un fatto naturale e ineluttabile che si presenta con puntuale tempestività ad ogni scadenza elettorale amministrativa degli ultimi trent’anni. Corto, cortissimo, lungo, ad una canna, a due canne, in questi anni non ci siamo risparmiati nulla. In questo caso si è deciso di definirlo, appunto, “traforino” ed è stato inserito nel PUMS, Piano Urbano di Mobilità Sostenibile. La domanda che appare scontata è cosa abbia di “sostenibile” il traforino. Secondo quanto annunciato l’imbocco rimarrebbe ancora nelle immediate vicinanze di Poiano per poi impattare su Via Monte Ortigara all’altezza di Via La Reciproca; da qui proseguirebbe per arrivare in Via Bresciani/ Via Santini e andare a rendere ingestibile la viabilità di un’area già pesantemente sotto pressione e centrale nel sistema della mobilità tra Avesa, Quinzano e Ponte Crencano. Da qui poi, l’uscita verso il parcheggio previsto in Via Preare.
«Sul Piano della Mobilità Sostenibile», sostiene ancora Dalle Pezze, «nutrivamo molte speranze, certi che l’ascolto dei cittadini e delle persone interessate avrebbe prodotto risultati interessanti per tutta la comunità. Non è stato così. Noi avevamo sollevato alcune richieste importanti, prima fra tutte una rete ciclabile che da noi non esiste. I quartieri sono scollegati e l’unica realtà ciclabile, se vogliamo definirla tale, è quella specie di pista per automobili di Lungadige Attiraglio, mal segnalata, rovinata e piena di buche e di toppe.»
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