Elena Zecchin, classe 1998, è un’artista piemontese, protagonista del Buchi Bianchi murales tour 2021 che ha avuto avvio proprio a Verona, lo scorso 5 settembre. Si definisce artista e attivista per l’ambiente e quest’anno si è laureata in Graphic design e Art direction alla Naba di Milano. A dare gambe al progetto sono stati anche i sostenitori che hanno partecipato alla campagna di crowdfunding per l’acquisto dei materiali (per sostenere il progetto ecco il link della campagna, sulla piattaforma Buymeacoffee.com). Incontriamo durante la realizzazione di una delle sue opere, avvenuta nel corso della sua permanenza in città.

Elena, innanzitutto presentaci la tua arte.

«Sono una visual artist, probabilmente è questa la mia natura fin dalla nascita perché già a tre anni dicevo che volevo fare l’artista. Credo di non aver mai voluto fare nient’altro. Adoro lavorare con disegni colorati, spesso d’impronta minimalista, ma che richiamino l’ambiente, il sociale.»

La preparazione dei colori miscelati con la particolare vernice, capace di assorbire gli agenti inquinanti.

Se il tuo obiettivo è sempre stato chiaro, quali sono le tappe che ti hanno portato a realizzare i tuoi sogni di bambina?

«Oltre al mio percorso di studi, dal liceo artistico alla laurea alla Nuova accademia di Belle arti di Milano, fin dai 13 anni ho cominciato a fare l’apprendista e di sicuro una delle tappe formative che mi hanno influenzato di più è stata l’incontro con Guido Bisagni, conosciuto nell’ambiente con lo pseudonimo di 108, uno dei più influenti artisti italiani del writing astratto.»

Buchi bianchi murales tour 2021 ti ha portato a Verona: che città hai incontrato?

«Una città molto accogliente, c’è tanta sensibilità sul tema ambientale. Un po’ come in tanti altri luoghi che toccherò nelle prossime settimane. Solo che queste tematiche stentano ad essere affrontate. I problemi sono sempre gli stessi dappertutto: inquinamento, traffico, mala gestione della cosa pubblica, presenza di aziende che non rispettano le norme ambientali e che producono dei danni sul territorio. Ad Alessandria, mia città d’origine, muoiono due ciclisti al mese per incidenti, a conferma che la viabilità non è sicura per chi viaggia con mezzi alternativi all’auto. Non credo però che sia un caso isolato. Da un punto di vista artistico, invece, Verona mi ha svelato una cultura molto diversa rispetto ad altre città del Nord. Qui, nella realizzazione dei murales, c’è molto vandalismo, c’è un ricambio continuo in una sovrapposizione di lavori che non è presente in altre città, almeno quanto a Verona. Cibo, alias Pier Paolo Spinazzè, è uno dei rappresentanti veronesi della street art più conosciuto ed è costantemente all’opera per coprire gli atti di vandalismo.»

Entriamo nel merito della tua presenza a Verona, prima tappa del tuo tour. Cosa ti proponi in questo lungo viaggio?

«Buchi bianchi vuole essere un’espressione che richiama ai buchi neri, ma con una connotazione positiva. Nel mio viaggio andrò a realizzare lavori in specifici luoghi del territorio con l’intento di sensibilizzare ai temi ambientali, ma anche di presentare una vernice particolare che, come un buco nero, riesce a pulire gli agenti inquinanti. Specifico che non li assorbe, ma proprio pulisce l’aria, grazie anche all’azione della luce solare. È un prodotto particolare, innovativo, chiamato Airlite, già utilizzato in specifici campi quale quello sanitario perché è efficace anche contro virus e batteri. Di fatto funziona come un purificatore d’aria. L’unico aspetto negativo è il suo costo, circa il quadruplo di una vernice normale, però la sua efficacia dovrebbe consigliarne un largo utilizzo. Prova a pensare se tutte le case fossero verniciate con questo prodotto? Avremmo benefici enormi per la collettività.»

Da artista hai difficoltà a utilizzare questo prodotto dalle caratteristiche così specifiche?

«No, anzi. Il trasporto è più semplice perché è una vernice in polvere a cui si aggiunge una soluzione liquida sul posto. Utilizzarla quindi presenta problemi minori. Inoltre, ha un punto di bianco molto elevato perciò riflette la luce più di altre vernici e questo sarebbe un ulteriore elemento da valutare per chi opera nel settore dell’edilizia.»

Un particolare del murales realizzato da Elena Zecchin in Zai, al Birrificio Mastro Matto, per il suo Buchi bianchi murales tour 2021.


Le opere che stai realizzando durante il tour hanno un filo conduttore?

«Ad uno stile minimal, che mi contraddistingue, cerco di aggiungere degli elementi che richiamino al territorio o ad alcune esperienze che sto vivendo, oltre a riferimenti agli elementi naturali. Ora siamo in un birrificio e quindi ho pensato di inserire il luppolo.»

Una volta terminato il progetto, hai già in mente se svilupperai nuove idee?

«Le tappe del tour sono davvero molte e il calendario delle prossime settimane è così fitto che faccio fatica a pensare oltre. Mi aspettano Milano, Foligno, Taranto, Torino, Genova, Brescia e tante altre località e tante persone da conoscere che voglio immergermi fino in fondo in questa esperienza. Più a lungo termine vorrei sperimentare nuove tecnologie, soprattutto l’ambito delle sculture digitali, della realtà aumentata. Mi piacerebbe dedicarmi a quello e tutto ciò che di nuovo ci potrà essere nel futuro.»

Tutte le foto a corredo dell’articolo sono della fotografa Carolina Zorzi.

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