FFDL: il silenzio del Parco, ma qualcosa si muove
Dopo oltre una settimana di silenzio arrivano finalmente le prime reazioni politiche al disimpegno - clamoroso - del Parco della Lessinia rispetto al Festival del cinema di montagna.
Dopo oltre una settimana di silenzio arrivano finalmente le prime reazioni politiche al disimpegno - clamoroso - del Parco della Lessinia rispetto al Festival del cinema di montagna.
“La nuova direzione del Parco ha manifestato una ristrettezza di vedute senza precedenti”. Esordisce in questo modo il comunicato diffuso nel pomeriggio di venerdì 27 agosto da Alessia Rotta, Diego Zardini e Annamaria Bigon, deputati e consigliera regionale del Veneto del Partito Democratico.
Lo scorso venerdì 20 agosto il Direttore Artistico Alessandro Anderloni aveva espresso il proprio disappunto per l’assenza del Parco Regionale della Lessinia tra gli sponsor e tra gli enti patrocinatori della ventisettesima edizione del Film Festival della Lessinia. La sua dichiarazione, in fase di cerimonia di inaugurazione, era stata poi supportata da Claudio Melotti, sindaco di Boscochiesanuova, comune della Lessinia e principale sede del Festival.
L’assenza del Parco Regionale della Lessinia è arrivata dopo ventisei anni ininterrotti di cammino comune, nel momento di maggior difficoltà a causa della pandemia, proprio quando si sarebbe dovuto mettere in campo il massimo sforzo e la massima coesione. Avessero fatto tutti come il Parco Regionale della Lessinia, il Festival non ci sarebbe stato. Per fortuna le cose sono andate diversamente. Per una settimana è sembrato che non fosse accaduto nulla e che un atto grave come quello messo in atto dal Parco, non interessasse a nessuno, diretti interessati a parte.
Durante questa settimana, mentre procedevano le proiezioni, gli incontri letterari, i concerti, le escursioni, il lavoro dell’osteria e della libreria del Festival, non è arrivata, infatti, nessuna spiegazione da parte del Parco, ma nemmeno nessuna dichiarazione da parte delle forze politiche o delle associazioni ambientaliste. Insomma sembrava ripetersi il classico schema del gioco delle tre scimmiette, tanto caro alla realtà veronese. Però non bisogna mai perdere la speranza.
Nella giornata conclusiva delle proiezioni dei film in concorso, arriva, infatti, in ritardo ma molto netta, la presa di posizione dei deputati del Pd Rotta e Zardini e della consigliera regionale Bigon.
La loro interpretazione dei fatti è molto chiara e definisce l’assenza del Parco Regionale della Lessinia “…una ritorsione nei confronti del direttore artistico Alessandro Anderloni, per aver organizzato a gennaio 2020 una manifestazione pubblica contro il taglio dei confini del Parco richiamando migliaia di persone e sollevando il caso a livello nazionale”. Nella chiusura della loro dichiarazione gli esponenti del Pd affondano ulteriormente il colpo affermando che “abbiamo cinque amministratori che si adoperano contro gli interessi del Parco che dovrebbero guidare e tutelare”. Parole importanti e pesanti.
Rimaniamo ancora in attesa di conoscere in modo ufficiale e pubblico la posizione degli amministratori del Parco. Nel frattempo, in queste ultime ore, c’è stato un timido tentativo del Parco di riallacciare il dialogo. Ovviamente non basta.
Il Festival, per la sua visibilità nazionale e internazionale, è una risorsa della Lessinia e come tale deve essere sostenuta e tutelata, con il concorso ed il rispetto di tutti i soggetti interessati, non ultimi quelli che continuano a frequentare il Parco, percorrono i suoi sentieri, acquistano i prodotti tipici e si fermano a degustare le prelibatezze nei molti locali situati all’interno del suo perimetro.
Foto di copertina: un dibattito dopo una proiezione moderato da Alessandro Anderloni, direttore artistico del Festival (foto di Ernesto Kieffer)
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