Sarà perché era praticamente l’unico sport che si potesse praticare, perché si gioca all’aperto e sicuramente perché è immediato e facile da imparare, fatto sta che il padel, un misto tra tennis, squash e racchettoni, nell’era post Covid è diventata la nuova disciplina sportiva della quale moltissimi italiani si sono letteralmente innamorati.

Il padel è nato negli anni ’70 in Messico grazie ad Enrique Corcuera, il quale volendo costruire un campo da tennis nella sua dimora, ma non avendo lo spazio necessario, decise di sfruttare una piccola area delimitata da delle mura ai lati. Fu così, quindi, che quasi per pura casualità prese luce e mosse i suoi primi passi. Fato o no questo sport è inizialmente esploso in Spagna, per poi diffondersi prima in Argentina e successivamente nell’intero Sud America, sino ad arrivare negli ultimi anni in Europa e alla fine anche in Italia.

I numeri, anche nel nostro Paese, parlano chiaro: dall’aprile del 2019 all’aprile del 2021 i tesserati sono passati dall’essere poco più di 5 mila, a superare la soglia dei 50 mila atleti. Sono stati costruiti quasi 3000 campi in giro per tutta la penisola e il circuito della FITpra, ovvero la federazione degli amatori, ha visto 880 squadre per la Coppa Italia e addirittura 30.000 iscrizioni fra marzo e aprile del 2021. 

Giocare a padel è davvero molto semplice, le regole sono molto simili a quelle del tennis: si può colpire la pallina dopo un solo rimbalzo da terra e il punteggio, se non per piccole differenze, viene calcolato allo stesso modo mentre lo strumento di gioco, anche se leggermente di dimensioni più piccole, è sempre la classica racchetta. La differenza principale sta nel fatto che  il campo da gioco è più piccolo, lungo 20 metri e largo 10, circondato da una parete alta 4 metri sul fondo e da una rete metallica alta 3 metri ai lati.

Le pareti sono parte integrante del gioco in quanto una volta che la pallina ha toccato terra ed è rimbalzata sulla parete può essere nuovamente colpita al volo e rispedita dall’altra parte, senza che rimbalzi una seconda volta, pena l’assegnazione del punto agli avversari. Un altro modo per utilizzare i “muri” è quello di colpire molto forte la pallina dopo il rimbalzo a terra per farla sbattere sulla parete e mandarla direttamente nel campo avversario. Se la palla colpisce senza rimbalzare la parete di fondo campo e le reti laterali il punto va, però, alla squadra avversaria. Un’altra differenza importante tra tennis e padel riguarda il servizio. Mentre nel tennis viene oramai utilizzato per conquistare subito il punto (ace o serve and volley) nel padel rappresenta solamente la fase di inizio del game, e niente di più. La pallina, inoltre, può essere giocata anche da fuori campo, ovvero se la risposta dell’avversario è talmente forte da uscire dal rettangolo di gioco, se chi difende riesce a leggere la traiettoria ha la possibilità di rimandarla al volo nel campo avversario, rendendo di fatto la pallina ancora giocabile. Per capire al meglio questo gioco, tuttavia, l’unica soluzione, la più semplice, è quella di iniziare a praticarlo.

Per farlo nel veronese ci sono moltissimi campi: la Pineta, il Green Padel, il Padel Verona (all’interno del centro Isokinetic di Arbizzano) senza dimenticare tutti gli altri che stanno per nascere. Ecco quindi una nuova frontiera per lo sport, facile e accessibile davvero per tutti, nessuno escluso.

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