“Tanto tuonò che piovve” recita un famoso adagio e mai parole sembrano in questo momento più azzeccate per inquadrare da vicino la situazione in casa gialloblù dopo l’annuncio del divorzio anticipato da Ivan Juric, che ha deciso di prendere l’autostrada direzione Torino sponda granata. I contratti – magra consolazione – sono fatti per essere rispettati ma possono essere disdetti in qualsiasi momento. Il calcio, oramai, va così. Prendere o lasciare.

Ivan Juric durante una conferenza stampa

Questione di soldi o di programmi? Oppure di entrambe le cose? La prima ipotesi sembra esclusa sin da subito. All’offerta di due milioni di euro – più eventuali bonus – presentata al tecnico da Urbano Cairo, numero uno granata, Maurizio Setti ha prontamente risposto mettendo sul tavolo un ingaggio da 1,9 mln a stagione ma la mossa è risultata, purtroppo vana. A spuntarla, quindi, è stato il progetto di crescita che sembra aver sopravanzato la prospettiva di iniziare una stagione “limitata” alla conquista della salvezza, con una squadra magari nuovamente rinnovata.

Ha fatto bene? Non doveva andare e rimanere? È un traditore? In questo momento i commenti tra i tifosi si sprecano. Le posizioni sono ovviamente manichee. O bianco o nero, difficile trovare vie di mezzo. La cosa curiosa, tuttavia, e che fa naturalmente pensare, e che i molti che ora lo criticano sono gli stessi che lo hanno osannato per diverse settimane dopo aver storto il naso, e non poco, quando è arrivato con il fardello di qualche esonero di troppo. La gratitudine, comunque, non è di questo mondo, figuriamoci nel calcio.

Adesso comunque recriminare è inutile. Il tecnico, confortato anche dal nulla osta della sua famiglia, a suo dire importante quanto le sue ambizioni, ha fatto la sua scelta professionale che, volente o nolente, deve essere accettata. Su una cosa, però, possiamo avere la certezza: se Juric ha dato molto all’Hellas, altrettanto ha ricevuto dal club gialloblù, che ha avuto la sfrontatezza o l’intuizione – dipende dai punti di vista – di credere in lui quando il suo nome sembrava essere uscito dai radar. L’unico grande rammarico, è legato a questo maledetto Covid che solo in parte ha consentito ai tifosi di far sentire da vicino il loro incitamento. Chissà, forse sarebbero riusciti a fargli cambiare idea. Chissà, mai lo sapremo. Questa bella storia, purtroppo, finisce qui. Sipario.

Foto: hellasverona.it

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