Il futuro della “Diga”
Archiviato il campionato 2020-2021 è già tempo di programmi per il Chievo che verrà. Che deve innanzitutto sciogliere il nodo della panchina. Sarà ancora mister Aglietti a sedersi la prossima stagione?
Archiviato il campionato 2020-2021 è già tempo di programmi per il Chievo che verrà. Che deve innanzitutto sciogliere il nodo della panchina. Sarà ancora mister Aglietti a sedersi la prossima stagione?
Archiviata con più di qualche rammarico la sfida play off giocata in laguna giovedì scorso, che ha visto alla fine superare il turno il Venezia di Paolo Zanetti, la società di Patron Campedelli deve già pensare al proprio futuro e progettare la squadra 2021-2022 che, presumibilmente, vorrà tentare un nuovo assalto alla Serie A. Il problema sarà “come” affronterà quest’altro tentativo, perché è ovvio che l’imperativo categorico, in via Galvani e dintorni, sia soprattutto quello di far quadrare i conti, dopo alcune stagioni rovinose per le casse della società. Il punto di domanda più grande è quello tecnico: sarà ancora Alfredo Aglietti a sedere sulla panchina gialloblù? Non facile affermarlo, ora come ora. Di certo Aglietti, allenatore apprezzatissimo da dirigenti e tifosi, vorrà avere delle sacrosante garanzie tecniche per avere a disposizione una squadra competitiva, che possa magari migliorare quanto fatto negli ultimi due anni (raggiungimento dei play off con eliminazione in semifinale e ai quarti di finale) e chissà, magari giocarsela pure per una posizione di primissima fascia. Le prime due, quelle che danno l’accesso diretto al piano superiore.
La società, però, al momento non pare intenzionata a svenarsi per rinnovare la squadra, che sta ancora pagando le ultime annate prive degli introiti garantiti dalla serie A. Di sicuro, però, si farà a meno di ingaggi pesanti come quelli di Giaccherini e Djordjevic, arrivati finalmente a fine contratto, o di Obi, a meno che il nigeriano – professionista serio, che si è dimostrato a tutti gli effetti giocatore di livello superiore – non decida di abbassarsi in maniera sostanziosa l’ingaggio. Improbabile, visto che il numero 10 ha potenzialmente mercato nella fascia bassa di Serie A e in quella alta di Serie B.
Il centrocampo andrà quasi totalmente rivoluzionato, visto che finiscono anche i prestiti di Luca Palmiero e Amato Ciciretti. I tre centrocampisti, vero valore aggiunto della squadra, quindi quasi sicuramente non ci saranno nella prossima stagione e pare che le intenzioni del diesse De Giorgis siano soprattutto quelle di valorizzare i giovani in rosa oggi, come Viviani, Zuelli, o Bertagnoli, questi ultimi due pure frutto del vivaio gialloblù. Rimarrà quasi sicuramente buona parte della difesa (Cotali, Mogos, Gigliotti, Leverge, Rigione) e dell’attacco (Canotto, De Luca e Fabbro), mentre dalla Primavera potrebbe essere promosso in prima squadra qualche giocatore (Samuele Vignato ha già assaporato, nell’ultimo scorcio di stagione, il palcoscenico dei “grandi”), ma di certo anche questa politica – di certo virtuosa, almeno per le casse societarie – non sarà sufficiente per poter davvero lottare ai vertici della categoria, visto che a una B già quest’anno estremamente competitiva (chi rimarrà in cadetteria eliminato dai play off – Brescia e tre fra Cittadella, Venezia, Lecce e Monza tenterà di certo un nuovo assalto l’anno prossimo, senza contare le “deluse” Spal, Frosinone e Reggina) si aggiungeranno le ambiziose retrocesse dalla A (Parma, Crotone e, probabilmente, Benevento), oltre alla solita possibile sorpresa fra le neopromosse dalla C. Servirà qualcosa di più a livello di rosa sia per convincere mister Aglietti – a cui non mancano le pretendenti – a rimanere, sia per non rischiare di giocare un campionato anonimo o comunque al di sotto delle attese. Perché ormai è chiaro che il Chievo almeno nelle prime otto ci deve arrivare.
Una volta scoperte le carte e capito su chi si vorrà fondare il progetto tecnico del “Chievo che verrà”, poi si potranno individuare i giocatori più adatti al credo tattico di chi siederà in panchina e allestire una squadra che, comunque vada, dovrà trovare la giusta dose di qualità e quantità per affrontare al meglio il prossimo campionato. Il “lignaggio” il Chievo ce l’ha e forse la B rappresenta la sua vera dimensione. Ma per confermarla e magari sognare qualcosa in più bisognerà rimboccarsi le maniche e lavorare tutta l’estate. Soprattutto al telefono e dietro la scrivania.
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