“Depensare” è il mio segreto
Intervista al cantautore Marco Parente che domenica 23 maggio si esibirà live a Villa Del Bene a Volargne di Dolcé (VR)
Intervista al cantautore Marco Parente che domenica 23 maggio si esibirà live a Villa Del Bene a Volargne di Dolcé (VR)
Il cantautore Marco Parente suonerà domenica 23 maggio a Villa del Bene, splendida struttura situata a Volargne di Dolcè, nella parte meridionale della Vallagarina. Il comune veronese ha anche deciso di dare il suo sostegno alle numerose attività previste per quest’estate nella villa, tutte ad opera dell’associazione Cultura Innovativa con Anthill Booking. Parente ha alle spalle una carriera ormai trentennale passata sia alla batteria (da ricordare la sua presenza dietro le pelli in Linea Gotica dei Csi) che alla chitarra (e voce). Dopo l’esordio del 1997, il cantautore toscano ha attraversato con coraggio la musica italiana dando alle stampe anche otto album, l’ultimo dei quali è Life, con una presenza importante della componente elettronica. Una dichiarazione d’intenti, insomma. Il suo concerto sarà anticipato da quelli di alcuni artisti underground della scena veronese, tra questi il cantautore Michele Mud, il duo rock Gravity Zero, il cantautore prog Chianluca e Lapolveriera. Possibilità di cena in loco, inizio dei live alle 18. L’ingresso è gratuito ma con prenotazione obbligatoria alla mail info@villadelbene.com
Parente, cosa ci dobbiamo aspettare nel concerto che terrà il 23 maggio in Villa del Bene a Volargne di Dolcè?
«Un set che tende al performativo. Credo che dopo questo anno tremendo ognuno di noi è tenuto a soddisfare anche gli occhi oltre alle orecchie, sarebbe un atto di presunzione credere che basti riferire le proprie canzoni. Musicalmente invece sarà una sintesi della trilogia POE3 IS NOT DEAD iniziata l’estate scorsa con American Buffet, I Passi Della Cometa (al poeta Dino Campana dedicata) e LIFE, naturalmente senza trascurare qualche concessione al passato.
Nel 2020 ha pubblicato Life. Come si inserisce nella sua discografia?
«Come un punto e a capo. Non so s’è il mio disco più bello, di sicuro è il più importante.»
Qual è il suo rapporto – concertistico e non – con Verona e il veronese?
«Felice: si parte con le memorabili serate del Lucignolo a Sommacampagna, passando per il garage dell’Emporio Malkovich, l’Opificio delle pietre dure (dei Sensi) fino alla realtà illuminata dell’Hotel Corte Ongaro. E dimentico sicuramente qualcosa. Insomma di Verona e dintorni ho solo bei ricordi, ai quali mi auguro si aggiunga anche il concerto di domenica.»
Forse non tutti sanno che nel 1996 ha suonato la batteria su Linea Gotica dei Csi. Cosa ricordi di quel periodo?
«Ricordi di un’altra vita, prima di essere Marco Parente.»
Come fluisce la sua creatività prima che divenga canzoni e… da dove vengono le ispirazioni?
«Non credo nelle ispirazioni, ma solo nella ricerca insistente e lucida. Non nego che esistano lampi improvvisi, ma li attribuisco al quel momento rarissimo in cui ti distrai da te stesso. Insomma non credo nel pensiero, semmai nel depensare.»
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