La bella vittoria contro il Pordenone di martedì sera ha segnato un punto di svolta per il Chievo di Alfredo Aglietti. Per la prima volta in stagione, infatti, si è badato molto al sodo e meno alla bellezza della prestazione. Sono così arrivati tre gol (di cui due, quelli di Ciciretti e Garritano davvero di ottima fattura), mentre la porta di Semper è rimasta inviolata. Più di così, per certi aspetti, era difficile chiedere. Quasi un paradosso, se si pensa che solo nell’ultima gara contro il Cosenza, dove era maturato un deludente 0-1 per i calabresi, il Chievo aveva tirato in porta almeno una quindicina di volte nell’arco dell’intera gara, creando in particolare sei o sette palle-gol a dir poco clamorose. Ma di reti nella porta avversaria, in quell’occasione, non ne erano arrivate e non era neppure la prima volta, in stagione, che il Chievo doveva masticare amaro per la poca freddezza sotto porta.

Contro i “ramarri” di mister Attilio Tesser, squadra ben allenata e sempre pericolosa, sono arrivati, invece, molti meno tiri verso la porta di Perisan, però nel concreto, oltre ai gol, sono arrivati anche tre importantissimi punti, che permettono ai gialloblù di interrompere la striscia di tre risultati negativi, di riprendere di slancio la corsa promozione e di superare in un colpo solo Lecce e Cittadella, fermate rispettivamente da Virtus Entella e Pescara.

Mogos e Ciciretti si abbracciano dopo la rete dell’1-0 – Foto BPE (Maurilio Boldrini)

Insomma, per molti aspetti è stata una serata da incorniciare, soprattutto se a tutto questo si aggiunge anche che – a distanza di più di un anno – è tornato titolare dal primo minuto Sauli Vaisanen, curiosamente proprio contro la squadra che a fine febbraio 2020 era stata anche l’ultima affrontata dal finlandese prima del lungo infortunio. Il difensore, considerata la prova convincente di ieri sera, può essere considerato a tutti gli effetti una sorta di nuovo “acquisto” per il Chievo, andando così a completare – insieme a Leverbe, Rigione e Gigliotti – un “pacchetto” di difensori centrali di primissimo livello per la categoria.

Tornando agli aspetti tattici, è interessante l’impiego di Francesco Margiotta. Ufficialmente l’ex Losanna viene impiegato in attacco a fianco di Manuel De Luca in una sorta di 4-4-2 molto compatto. In realtà il suo è un ruolo in campo risulta costantemente a metà strada fra quello di attaccante e quello più arretrato di trequartista. Spesso, infatti, il numero 93 si abbassa sulla linea di centrocampo per dare una mano, soprattutto nella fase di impostazione della manovra, e suggerisce con i suoi assist e movimenti i compagni.

Mister Aglietti indica la strada ai suoi ragazzi – Foto BPE (Maurilio Boldrini)

Sostanzialmente il Chievo si trova a giocare spesso con un più “estroso” 4-2-3-1 con Palmiero e Obi bassi a presidiare la zona davanti alla difesa e il terzetto di “piedi buoni” Garritano-Margiotta-Ciciretti a supportare l’azione di De Luca lì in attacco. Non è un caso se, ad esempio, mentre De Luca teneva impegnata tutta la difesa avversaria, il primo gol è nato proprio da un passaggio prima da sinistra verso il centro di Garritano a Margiotta e poi da una successiva imbeccata dello stesso Margiotta verso Ciciretti, che a sua volta da destra si è accentrato per poter ricevere il passaggio dal compagno e in una mezza frazione di secondo stoppare, mirare e scagliare con forza il tiro che ha permesso di superare il portiere avversario Perisan e portare il Chievo in vantaggio. Un’azione conclusa, dunque, con una prodezza balistica del giocatore romano (alla terza “perla” in campionato: tre reti di pregevole fattura contro Pisa, Virtus Entella e, appunto, Pordenone) ma che se si analizza con attenzione nasce nelle sue premesse proprio da questa preziosa soluzione tattica concepita dall’allenatore toscano.

Garritano esulta dopo il 2-0. Si tratta del suo sesto gol stagionale – Foto BPE (Maurilio Boldrini)

Anche la seconda rete, stavolta di Garritano, nasce probabilmente dal lavoro tattico di Aglietti. Garritano prende palla dalla sinistra, si accentra, con la coda dell’occhio vede Mogos arrivare come un treno dalle retrovie, passa al compagno il pallone e si va a infilare nel cuore dell’area dove lo stesso laterale di difesa rumeno lo trova con un perfetto passaggio rasoterra. Una triangolazione magistrale, con un indice di difficoltà non banale e che oltre alla bravura degli interpreti avrà di sicuro un pregresso nato in allenamento.

Dopo questo uno-due devastante attorno alla mezz’ora del primo tempo, il Chievo ha badato soprattutto ad andare al riposo senza subire reti, leit motiv che si è poi ripetuto all’inizio della ripresa, quando l’assalto del Pordenone si è fatto ancora più insistente. Il fortino del Chievo, capitanato da Rigione in mezzo alla difesa, ha però retto e retto bene. Qualche pericolo alla porta di Semper è comunque arrivato, ma il portierone croato, che fra i pali si dimostra sempre più affidabile, ha sventato ogni tentativo del Pordenone di rientrare in partita. Quando poi è arrivato il gol del 3-0 di Obi (anche lui alla terza rete in campionato) su azione un po’ rocambolesca a cui hanno partecipato sia Rigione sia Vaisanen (autore di un “tiraccio” che si è tramutato in assist) la partita è di fatto finita. Tanto che nel finale è andato più volte vicino il Chievo alla rete del 4-0 che il Pordenone a quella della bandiera.

L’abbraccio dei giocatori del Chievo dopo il 3-0 siglato in mischia da Obi – Foto BPE (Maurilio Boldrini)

Era importante riprendere a far punti e il Chievo non ha deluso. Se non ci fossero stati quegli errori arbitrali, che hanno pesantemente condizionato i risultati delle partite contro Brescia e Monza forse, oggi il Chievo sarebbe senz’altro ancora più su, ma poco importa. L’importante era fare tesoro anche dei propri errori, che comunque ci sono stati, e cercare di migliorare laddove era importante correggere il tiro. Il campionato, d’altronde, continua la sua marcia frenetica e lunedì sera, ancora al Bentegodi, si giocherà il derby con il Vicenza, affrontato a metà gennaio al Menti nella gara di recupero che si sarebbe dovuta disputare a novembre e rinviata per Covid-19. In quell’occasione gli uomini dell’ex Mimmo Di Carlo avevano messo in difficoltà quelli di Aglietti, ma era stata una gara strana, dove a farla da padrone era stato, a centrocampo, un altro ex, Luca Rigoni. E a proposito di giocatori che in passato hanno vestito la maglia gialloblù nella vicina città veneta si è trasferito la scorsa estate anche Meggiorini, autore di reti pesanti e spesso bellissime per la squadra biancorossa. Insomma, sarà sicuramente un’altra partita da giocare con la testa. Meno spettacolo e più concretezza. Il nuovo Chievo, in fondo, ci piace così.

Foto di copertina: BPE (Maurilio Boldrini)

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