Sanremo 2021: the preview
Un Festival anomalo. I più informati l'hanno già battezzato come SAD (Sanremo A Distanza), in omaggio al sistema didattico nazionale degli ultimi 12 mesi.
Un Festival anomalo. I più informati l'hanno già battezzato come SAD (Sanremo A Distanza), in omaggio al sistema didattico nazionale degli ultimi 12 mesi.
Ci siamo. È terminata da poco la conferenza stampa dell’organizzazione e tutto è pronto per domani, quando prenderà il via il 71° Festival di Sanremo. Un appuntamento anomalo, che i più informati hanno già battezzato con l’acronimo SAD (Sanremo A Distanza), in omaggio al sistema didattico nazionale degli ultimi 12 mesi.
Già, perché quest’anno a Sanremo non mi ci hanno voluto. Pochissimi accrediti stampa e limitati solo ai grandi nomi dell’informazione nazionale. Alle schegge impazzite della comunicazione rivoluzionaria è stato però garantito un bel link per assistere agli incontri con gli artisti in streaming, con l’innegabile vantaggio di poterli seguire e, al contempo, continuare a portare avanti altri lavori. Cosa che, peraltro, si faceva comunque anche gli altri anni. Ah, lo smart working.
SALA STAMPA – Un po’ di nostalgia c’è, bisogna ammetterlo. Manca la lotta per i posti migliori e la password del wi-fi, quel profumo di carne umana frollata al naturale. Manca, soprattutto, l’umidità equatoriale da giungla del Borneo che si veniva a creare dalle 10 di mattina in poi all’interno della sala. Giusto l’anno scorso, quando il virus era ancora uno spauracchio lontano dall’Italia, con i colleghi si scherzava sul fatto che quello sarebbe stato l’ecosistema ideale per coltivarlo e diffonderlo poi su larga scala. Che simpatici buontemponi eravamo.
GLI ARTISTI / LE CANZONI – Con una sincera dedica al governo Draghi, Amadeus c’ha infilato dentro un po’ di tutto. Si spazia dal fenomeno web al giovane cantautorato impegnato, passando attraverso talent, trap e classici leoni sanremesi, per finire con l’Orietta nazionale (da far esibire prima delle 22.15, please). Come per il governo, sorge il dubbio che non siano esattamente “i migliori” a disposizione ma, d’altronde, cos’è Sanremo se non lo specchio fedele della nostra bella Italia?
OSPITI – Vale quanto detto nel punto precedente: un mix creato ad hoc per soddisfare tutti i palati. Sono sinceramente curioso di vedere Fiorello esibirsi senza le risate del pubblico a dare ritmo agli interventi. Aspetto svogliatamente sia le esibizioni, i “dipinti” – pardon, di Achille Lauro che la comparsata di Schwazer. Quest’ultima una presa dell’ultimo minuto che, ok, sali sull’onda emotiva del momento, ma la questione è ancora parecchio intricata e forse avrei evitato. Ah, temo oltremodo l’omaggio che quelli de Il Volo faranno a Morricone. A meno che non abbiano deciso di reinterpretare la celebre scena della cascata in The Mission.
REGOLAMENTO – Da quanto dice la dispensa di Mamma Rai, anche noi peones dello streaming abbiamo diritto di voto nella giuria dei giornalisti. Ho provato a leggere il regolamento che spiega la percentuale di incidenza che ha questo voto nelle varie serate, alternato con quello della critica, degli orchestrali e scorporato, credo, assieme a quello dei ristoratori sanremesi. Non ho capito nulla, ma posso assicurarvi che il redattore dei DPCM del governo Conte bis ha già trovato un nuovo e soddisfacente incarico. State sereni.
IL COMPLOTTO – Parlavo di specchio della nazione, poco fa, quindi come poteva mancare? Niente Rothschild o Gruppo Bilderberg qui, ma la ancor più pericolosa combo Fedez + Francesca Michielin. Il potere dell’influencer abbinato alla voce di lei, con il finto errore di aver diffuso 10 secondi di canzone nelle scorse settimane per iniziare già ad alzare l’hype sulla coppia. Il tutto, secondo quelli che ne sanno (e che hanno potuto ascoltare in anticipo i brani) per portare alla vittoria una canzone che sarebbe una “rara collezione di ovvietà”. Ora, magari c’hanno pure ragione, ma non è che da loro mi aspettassi contenuti deandreiani. Sapete però qual è la cosa più bella? Che questo potrebbe davvero essere l’unico complotto su cui la gente ci ha preso negli ultimi 12 mesi. Son soddisfazioni.
PREVISIONI – Come detto, non sono tra i vip che hanno potuto ascoltare in anticipo i brani. Mi sono guardato le varie pagelle, sì, anche quelle del Sole 24Ore e di Avvenire e, al di là di qualche stroncatura, più o meno tutti parlano molto bene di Colapesce & Dimartino e Coma_Cose. Vedremo. Io ho letto qualche testo, ma non basta per fare previsioni.
PREVISIONI/bis – Anzi, sbilanciamoci e facciamoci prendere dall’emotività. Vince Bugo. Uscito di scena l’anno scorso come l’ultimo dei tapini, ci regala una cavalcata trionfale e si va a prendere la statuetta del leone rampante come il Leicester si prese la Premier del 2016.
I HAVE A DREAM – Uno di quei sogni sconci che escono fuori dagli anfratti del proprio subconscio. Serata di mercoledì, Amadeus annuncia l’esibizione di Fulminacci con “Santa Marinella”. Sul palco però si presentano Ibrahimović e Mihajlović, cantano la “Santa Marinella” dei Gogol Bordello, l’onda tzigana travolge il Festival, arrivano secondi in finale e vincono il premio della critica. Non è cosa, lo so.