Una vittoria con gli “attributi”
Un gol allo scadere di Obi permette alla squadra di Aglietti di proseguire la striscia di risultati utili consecutivi e issarsi al secondo posto. Domenica sfida al Brescia di Patron Cellino.
Un gol allo scadere di Obi permette alla squadra di Aglietti di proseguire la striscia di risultati utili consecutivi e issarsi al secondo posto. Domenica sfida al Brescia di Patron Cellino.
I tre punti conquistati ieri sera al Bentegodi contro una sorprendente e coriacea Reggiana – che, diciamolo onestamente, non avrebbe meritato la sconfitta – rappresentano, nell’economia del campionato di B 2020/2021 del Chievo Verona, la vittoria più importante. E questo non tanto perché quei punti permettono di rimanere appaiati al Monza al secondo posto, rosicchiandone contemporaneamente un paio alla capolista Empoli, ma perché vincere in quel modo, con un gol di Joel Obi al 92′, rappresenta un’ulteriore iniezione di fiducia e consapevolezza, una sorta di “ricarica” energetica che può tornare utile per il proseguo del campionato.
Mister Aglietti ha avuto davvero la sua “gatta da pelare”, ieri sera, al cospetto dell’undici ben allenato dal suo omologo Alvini. Spazi chiusi, ripartenze in contropiede che in qualche caso – se non ci fosse stato il prodigioso intervento di Semper tra i pali o del Leverbe o Rigione di turno, in extremis – avrebbero anche potuto essere letali. Un 4-3-2-1 che spesso, in realtà, si tramutava in un 4-5-1, con il solo Mazzocchi, prima, e Zamparo, poi, a tenere in apprensione la difesa del Chievo, mentre tutti gli altri giocatori di movimento rimanevano dietro la linea della palla a presidiare benissimo sia le corsie esterne sia le zone centrali. Morale della favola? Mogos e Renzetti non sono quasi mai scesi sul fondo per crossare, Canotto e Ciciretti avevano almeno tre uomini addosso appena entravano in possesso di palla mentre centralmente lo stesso Obi e Viviani hanno avuto non poche difficoltà a imbastire qualche azione degna di nota. Inevitabile, con queste premesse, che il tiro da fuori fosse la soluzione più cercata per tentare di scardinare il bunker reggiano.
La partita è scivolata via fra improvvise fiammate dell’una e dell’altra squadra. Si è giocato su ritmi altissimi fin dal primo minuto e i portieri sono stati spesso sollecitati, anche se non si può dire che sia stato un match spettacolare. Anzi, forse è stato esattamente il contrario. La partita è stata tutto sommato molto corretta – due sole le ammonizioni comminate dall’arbitro Marini nel corso dei 90 minuti, fra l’altro una per simulazione e l’altra per proteste – ma è stata indubbiamente “sporca”. Sporca nel senso che la battaglia in campo è stata serrata e si è dovuto giocare non solo con la testa ma anche con il fisico. La Reggiana ha corso tantissimo e solo una forte determinazione è riuscita a piegarla, alla fine. Ci voleva una squadra con gli “attributi”, insomma, per riuscire a portare a casa l’intera posta in palio. E il Chievo ha dimostrato di averli.
L’aver cercato la vittoria fino al termine, senza perdere la bussola con il passare dei minuti – quando il gol sembrava non arrivare proprio mai – ma aver stretto con caparbietà i denti, rintuzzando difensivamente i veloci contropiedi dei vari Laribi , Siligardi e Lunetta, l’aver cambiato intelligentemente gli uomini in campo per mettere sul terreno di gioco ulteriore qualità e forze fresche nel finale di una gara bloccata alla fine ha pagato. Il gol del definitivo 1-0, arrivato a un giro di lancette dal triplice fischio finale, è stato il giusto premio per una formazione che ha saputo giocare soprattutto con la testa, conscia che eventualmente anche un pareggio avrebbe potuto significare molto (in ogni caso si sarebbe trattato del tredicesimo risultato utile consecutivo), ma con pazienza alla fine è arrivata a raccogliere l’intera posta in palio.
Il gol di Obi è arrivato, non a caso, grazie a un contropiede saggiamente orchestrato da quattro protagonisti, tutti mandati in campo da Aglietti nella seconda metà della ripresa. Giaccherini, supportato da Garritano, ha permesso di tirare a Palmiero, sul cui rimpallo ci ha messo più di uno zampino Margiotta. Il graffio finale è arrivato, infine, dal giocatore nigeriano dei gialloblù, forse il migliore in campo per grinta e capacità di rimanere sempre incollato alla partita anche nei momenti più difficili, quelli in cui esperienza e qualità devono essere messi sul piatto della bilancia. Il capitano di serata non si è tirato indietro e ha fatto sentire la propria presenza con i compagni e gli avversari e alla fine è stato premiato dal gol vincente, che rappresenta un’immensa soddisfazione personale (seconda rete in campionato dopo quella siglata nel girone d’andata all’Empoli) e di squadra.
Il Chievo ora veleggia a quota 39 punti a braccetto con la corazzata Monza, entrambe a -4 dall’Empoli (43) e a +2 sulla Salernitana, surclassata sul piano del gioco soltanto qualche giorno fa. A tutto questo si aggiunge, come già ricordato, una striscia di risultati utili consecutivi che fa davvero impressione. Domenica sera è in programma la trasferta al Rigamonti di Brescia contro la squadra del neo-allenatore (il quarto di questa stagione dopo Del Neri, Lopez e Dionigi) Pep Clotet. Il Presidente Cellino, d’altronde, non si smentisce mai. Chiunque siederà in panchina, comunque, si tratterà per il “Ceo” certamente di un’altra battaglia perché, un po’ a sorpresa, le Rondinelle sono nei bassifondi della classifica e proprio come la Reggiana, al cospetto di una squadra tecnicamente superiore, si chiuderanno in difesa per poi tentare di colpire gli avversari in contropiede. Il Chievo, però, ha dimostrato di non avere fretta e saper cogliere il momento giusto per andare in gol. Che poi sia al 15′ o al 92′ poco importa.
Foto di copertina di BPE – Maurilio Boldrini
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