Il giorno della verità per Alexej Navalny” potrebbe essere ribattezzato come il giorno della repressione da parte della polizia russa nei confronti dei cittadini scesi in piazza in solidarietà all’attivista e politico. Di nuovo messo in cella dal Cremlino non appena rimesso piede in patria domenica sera, il dissidente era rientrato in patria dopo cinque lunghi mesi in cura in Germania a causa dell’avvelenamento da Novichok, un agente nervino di livello militare sviluppato dalla Russia durante gli anni sovietici.

La moglie Yulia Navalnaya arrestata oggi dopo le manifestazioni di piazza

Oltre a Mosca e Pietroburgo si sono registrate le prime proteste in Estremo Oriente e in Siberia, comprese Vladivostok, Khabarovsk e Chita, dove le persone si sono organizzate e riunite per rispondere all’appello per avere libertà e giustizia per l’oppositore politico di Putin, nonostante le autorità abbiano fermato i colonnelli di Navalny con l’accusa di voler organizzare proteste non autorizzate e dunque illegali.

Anche la portavoce Kira Yarmish è finita in prigione, per nove giorni, così da farle saltare le manifestazioni pianificate dal movimento Fbk, Fondazione per la lotta alla corruzione, lasciando di fatto la popolazione senza coordinamento. Oggi più di mille persone sono state fermate dalla polizia, tra cui la moglie Yulia Navalnaya, come si può vedere dal suo profilo Instagram.

Inga Igel, davanti al consolato russo in Via dell’Artigliere

Sono stati tanti i russi nel mondo che hanno mostrato solidarietà per i propri concittadini manifestando in modo pacifico e silenzioso nelle principali città europee e non solo. Anche a Verona ci è arrivata una foto da una nostra lettrice, Inga Igel, di fronte al consolato russo di via dell’Artigliere.

Il Cremlino ha ribadito per l’ennesima volta che le rimostranze di piazza sono “inammissibili” e la Procura generale ha avvertito che chi vi prende parte potrà  essere perseguito penalmente per “disordini di massa”. Negli ultimi quattro giorni si sono mobilitate tantissime persone, anche attraverso un’azione social a colpi di hashtag #FreeNavalny. Anche per questo sono finiti nel mirino della censura TikTok, Instagram e YouTube con la rimozione dei contenuti bollati come illegali.

La partecipazione alle proteste della popolazione russa in base all’età: il 32% è composto da giovani adulti tra i 25 e i 35 anni. È significativo che lo stesso dato raggruppi i ragazzi ancora più piccoli, dagli under 18 fino ai 24 anni.

Alexey Navalny parla dalla sua prigionia con un comunicato – «voglio farvi sapere che non ho nessuna intenzione di togliermi la vita e che sono stabile mentalmente» – dopo la pubblicazione dell’inchiesta il 19 gennaio in cui accusa il presidente russo Vladimir Putin di essersi fatto costruire un enorme e lussuoso palazzo sulla costa del mar Nero, da circa 1,1 miliardi di euro, finanziato almeno in parte con fondi illeciti, dicendo che si tratterebbe del «più grande atto di corruzione del mondo».

Il video ha superato i 69 milioni di visualizzazioni solo su Youtube (la versione di seguito in russo ha i sottotitoli in inglese). Secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov si tratta di «una fake news di qualità». Per Navalny si prospetta la custodia cautelare in prigione. Inserito nella lista federale dei ricercati, se non fosse tornato adesso non avrebbe potuto rientrare mai più in patria. Con le repressioni di oggi si prospetta un mese caldo per il Paese.