Si è concluso ieri sera, con l’ennesimo pareggio di quest’ultimo periodo, il 2020 dell’A.C. ChievoVerona. Al cospetto di un ottimo Venezia allenato da Paolo Zanetti, la squadra di Aglietti ha dovuto faticare le proverbiali sette camicie per riuscire a raggiungere nel finale l’agognato pareggio e scongiurare una fine d’anno a dir poco amara. Il gol in pieno recupero del difensore centrale Gigliotti, autore peraltro di una mezza rovesciata da “attaccante vero”, ha fatto tirare un sospiro di sollievo alla truppa pandorata, che ora – dopo i festeggiamenti di Capodanno – può prepararsi per la sfida di lunedì pomeriggio a Cremona contro la squadra grigiorossa.

Secondo tempo di Chievo-Venezia: fra gli avversari dei gialloblù anche la nebbia (poi diradatasi) – Foto Ernesto Kieffer

La sfida del Bentegodi, giocata a tratti nella nebbia che ha deciso di fare capolino fra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo, ha evidenziato ancora una volta ciò che andiamo scrivendo da parecchie settimane su queste “colonne”. E cioè che il Chievo sicuramente c’è, è una squadra che in generale tende a giocare bene a calcio e lo fa comunque sempre con personalità, affrontando l’avversario di turno a testa alta, qualsiasi esso sia, cercando di fare la partita. Allo stesso tempo, però, si confermano anche i problemi “storici” di questa squadra che – da quando non gioca più Pellissier – è ancora alla ricerca del bomber di razza che finalizzi il suo gioco. Inutile ribadire qui concetti già espressi in passato. Sarà di sicuro importante, con la riapertura del mercato di riparazione, portare a Verona un elemento che in attacco riesca a tramutare con frequenza in gol la grande mole di gioco espressa da Palmiero e soci. Altrimenti la stagione del Chievo potrebbe col tempo tramutarsi in un grande rammarico.

Alfredo Aglietti: è arrivato sulla panchina del Chievo a inizio marzo 2020 (Foto BPE – Maurilio Boldrini)

Il 2020, comunque, si chiude con una serie positiva di cinque risultati utili consecutivi (una vittoria, con la Reggina, e quattro pareggi di fila contro tutte formazioni di livello come Spal, Empoli, Pisa e gli arancioneroverdi lagunari) e soprattutto con la convinzione che il Chievo sia una squadra ben allenata. L’anno, lo ricorderete, era iniziato al Bentegodi con la vittoria maturata nel finale di gara contro il Perugia (le reti di Ceter e Meggiorini erano arrivate a tempo scaduto) ed era poi proseguito per circa un mese e mezzo fra alti e bassi prima di convincere la dirigenza a cambiare la direzione tecnica di Michele Marcolini con quella di Alfredo Aglietti. Nemmeno il tempo di prendere confidenza con la squadra da parte del neoallenatore, però, che è subito arrivato il lockdown a causa della pandemia e l’inevitabile interruzione del campionato. Alla ripresa, in un forcing di un mese e mezzo con partite ogni tre giorni, abbiamo imparato tutti a conoscere il gioco di Aglietti, che ha portato pur fra mille difficoltà prima la squadra ai play-off, per poi andare a sfiorare l’ingresso in finale in una “sfida-thrilling” con il meglio attrezzato Spezia, che non a caso alla fine ha staccato il terzo e ultimo biglietto-promozione in A.

Dopo un residuo d’estate che, per ovvie ragioni, quest’anno si è calcisticamente protratto fino a fine settembre, il campionato è ripreso con tanti nuovi giocatori arrivati alla corte del tecnico toscano, che stavolta ha potuto lavorare con la squadra fin dall’inizio del campionato, forgiandola fin da subito con il suo credo tattico. I risultati, soprattutto dopo la chiusura del mercato a inizio ottobre (quando sono arrivati alcuni elementi di spessore per la categoria), si sono così cominciati a vedere e una sfilza di vittorie consecutive hanno ben presto proiettato il Chievo ai vertici della classifica di B. Il resto è storia degli ultimi tempi con alcuni punti gettati al vento negli ultimi minuti (soprattutto a Pordenone contro la squadra di Tesser e in casa contro il Lecce di Corini) e altri – per una sorta di contrappasso – agguantati negli stessi ultimi minuti (recentemente contro il Pisa e appunto ieri sera contro il Venezia) che stanno diventando sempre più decisivi.

Foto dal profilo Facebook dell’A.C. ChievoVerona

Insomma, di certo si può dire che con il Chievo, quest’anno, raramente ci si è annoiati e se molti tifosi – c’è da scommetterci – preferirebbero probabilmente partite più tranquille, magari messe in sicurezza già alla fine del primo tempo con risultati rotondi, dall’altra è necessario sottolineare la perseveranza e il carattere di una compagine che non si arrende mai. E che nel 2021 proverà – ce lo auguriamo tutti – a fare quel definitivo salto di qualità che non è ancora davvero arrivato, fra la scorsa e l’attuale stagione in Cadetteria. In fondo arrivare a lottare per un posto in A è doveroso. Per la storia recente di una società con oltre 90 anni di storia alle spalle e per il suo popolo, che soffre e si entusiasma da casa per le reti di Garritano e le parate di Semper.

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