“Bell’Impresa!” è il progetto, selezionato dalla Fondazione Con i Bambini, che dal maggio di quest’anno vede coinvolti i ragazzi della scuola primaria e secondaria di dieci istituti comprensivi del veronese. Capofila la Cooperativa Hermete, seguita da ProgettoMondo Mlal, Le Fate Onlus, Irecoop, Edulife/311, BCC Valpolicella Benaco Banca e il dipartimento di Economia dell’Università di Verona.

Quattordici i comuni coinvolti: Vigasio, Bussolengo, San Pietro in Cariano, Fumane, Garda, Pescantina, Sona, Peri, Marano di Valpolicella, Sant’Ambrogio di Valpolicella, Peschiera, Sant’Anna d’Alfaedo, Dolcè, Brentino-Belluno.

Nato dall’esperienza di Hermete nel campo della prevenzione e delle azioni anche in situazioni di fragilità, specialmente per quanto riguarda giovani e adolescenti, questo progetto, spiega Michela Cona, responsabile di “Bell’Impresa”, «punta a prevenire la dispersione scolastica, in modo da diffondere grazie alla rete con il territorio e con le scuole dei semi di prevenzione per i giovani».

Per tre anni scolastici, quindi, i ragazzi dagli 8 ai 13 anni lavoreranno in gruppo, come in una vera cooperativa scolastica, per la realizzazione di un progetto, che sarà incentrato sul bene comune, allo scopo di renderli dei cittadini più attivi sul territorio, attraverso l’analisi dei bisogni rispetto a quanto si può concretamente fare.

In questo è fondamentale la collaborazione con l’Associazione Verso (acronimo di Verona Sostenibile, ndr), che punta l’attenzione sui beni comuni e sull’agire in prima persona. A rafforzare l’impegno e il lavoro di bambini, ragazzi ed enti coinvolti, c’è il titolo del progetto: «Si chiama così con il punto esclamativo proprio perché vuole essere un progetto importante. Le imprese sono grandi ma anche difficili, quindi questo vuole riassumere il significato di tutto il nostro lavoro», racconta Cona.

“Bell’Impresa!” nutre una forte collaborazione con il servizio educativo territoriale, fondamentale soprattutto nel percorso di crescita e consapevolezza tanto dei ragazzi quanto delle famiglie e delle scuole. Si organizzano, infatti, anche corsi di formazione e orientamento per genitori e docenti, compresi i dirigenti.

«L’anno che è quasi giunto al termine non è stato semplice», riprende Cona, «partire è stata durissima, alcuni insegnanti hanno lavorato e si sono coordinati con noi anche in estate, apportando modifiche seguendo le direttive dei nuovi dpcm. Ci sono dirigenti che pensano al bene dei ragazzi e pensano a come sostenerli per lasciare in loro dei semi che, una volta finita la pandemia, possono dare i loro frutti.»

La simulazione di cooperativa a cui i ragazzi prendono parte vede la conoscenza a trecentosessanta gradi della struttura organizzativa, partendo dai valori democratici, di voto, l’elezione del presidente, del segretario, del contabile e così via. Al termine dell’organizzazione si passa al laboratorio pratico: «Spesso si ritrovano a utilizzare strumenti che non conoscevano, come ad esempio una telecamera, oppure il legno come materiale creativo. Tutto l’anno scolastico è dedicato alla realizzazione delle loro idee. Spesso gli insegnanti ci chiedono cosa facciamo e si sorprendono quando diciamo che non lo sappiamo finché non ci mettiamo all’opera, perché dipende dalle idee dei ragazzi».

La partecipazione attiva dei ragazzi sul territorio non è recente. La scuola media di San Pietro In Cariano, ad esempio, costruisce oggetti in legno con cui abbellire le rotonde della strada principale – tematizzando questi spazi a seconda della ricorrenza, come nel caso delle scarpe rosse per la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Anche Garda, però, ha dato prova di questo. Per la scuola primaria, che presto avrà un nuovo edificio, «si è scelto di abbellire uno dei muri con la realizzazione di mattonelle rappresentanti alcuni tra i beni più importanti del territorio, a cui hanno partecipato gli alunni», racconta Cona.

Progetti come “Bell’Impresa!”, ma più in generale tutti quelli che vedono coinvolti i bambini e i ragazzi, della cooperativa Hermete, puntano all’inclusione, che sta alla base del suo lavoro. «Il nostro “segreto” non è uniformare ma dare valore alle differenze. Siamo diversi e ciò ci rende unici, per questo possiamo raggiungere grandi risultati», commenta Michela Cona. «Il progetto che ad esempio si è appena concluso a Sant’Ambrogio di Valpolicella – continua – riguarda il cyber-bullismo. Il tema è stato trattato con la realizzazione di un video, che sarà riprodotto nelle classi e attraverso cui si cercherà di approfondire tematiche come l’esclusione o appunto il bullismo».

Con la speranza di poter partire con più serenità nel 2021, «ci auguriamo di poter allargare il progetto anche a quei territori con cui abbiamo collaborato poco, e che conoscano bene i nostri servizi, e che ci credano davvero. Vorrei portare del cambiamento – conclude Cona – e che sia attivo nei ragazzi e nel loro protagonismo. Molte amministrazioni comunali ci credono e molti docenti e dirigenti stanno aprendo le scuole, è certamente positivo. Speriamo che il numero aumenti».

©RIPRODUZIONE RISERVATA