Il pallone racconta: Fiorentina-Verona
Domenica 8 dicembre 1991, in occasione di Fiorentina-Verona, i tifosi viola rivolsero un commovente omaggio alle Brigate Gialloblù, scioltesi dopo oltre vent'anni di vita
Domenica 8 dicembre 1991, in occasione di Fiorentina-Verona, i tifosi viola rivolsero un commovente omaggio alle Brigate Gialloblù, scioltesi dopo oltre vent'anni di vita
Sabato 19 dicembre alle ore 15 il Verona di Juric, reduce dall’inaspettata sconfitta casalinga contro la Sampdoria, incontra la Fiorentina. La squadra viola, che ha già cambiato guida tecnica con Cesare Prandelli al posto di Beppe Iachini, si trova appena al di sopra della zona retrocessione ed è, quindi, alla disperata ricerca di punti. Tuttavia, aspetti tecnici e di classifica a parte, la partita ha sempre rappresentato motivo di incontro tra due tifoserie gemellate da moltissimi anni, una delle unioni tra supporter più longevi del nostro calcio.
La storia di questo lungo gemellaggio, ci porta a domenica 8 dicembre 1991 in occasione, appunto, della sfida tra viola e gialloblù. I padroni di casa, allenati da Gigi Radice avevano il loro punto di forza in Batistuta mentre il Verona, allenato dal “Barone” Niels Liedholm, chiamato al posto di Eugenio Fascetti, si affidava alla vena realizzativa del giovane Lunini e all’esperienza di giocatori del calibro di Renica, Luca Pellegrini, Prytz e Magrin.
La partita è passata alla storia per il commovente omaggio reso proprio dalla tifoseria viola a quella scaligera. Le “Brigate Gialloblù”, massima espressione del tifo organizzato, avevano da poco deciso lo scioglimento dopo ben vent’anni di vita. Nate il 30 novembre 1971, alla presenza di alcuni giocatori e di Saverio Garonzi, allora presidente del club, hanno rappresentato per la città di Verona un vero e proprio fenomeno giovanile che ha messo insieme per molti anni centinaia di tifosi veronesi, legati l’uno all’altro dal desiderio di sostenere la propria squadra: l’Hellas Verona. Certo, a volte, il sostenere la squadra ha travalicato i limiti dell’accettabile arrivando a episodi non proprio “sportivi” dove la partita di calcio diventava motivo di scontro con le tifoserie avversarie non gemellate. Nella ventennale storia, quindi, oltre alle scene di festa, non sono mancate le critiche e le condanne di chi vedeva in tutto questo un “fenomeno” da estripare, almeno nelle sue sfaccettature più violente che poco avevano a vedere con il mondo del cacio.
A seguito di alcuni fatti avvenuti all’inizio di quell’anno, ci fu una netta presa di posizione da parte dell’allora Sindaco di Verona Gabriele Sboarina, il quale, dopo gli incidenti avvenuti nella trasferta di Brescia, dove ne fece le spese anche la sua macchina, attirandosi le ire della piazza non fece segreto di essere addirittura pronto, in extrema ratio, alla chiusura della Curva Sud, luogo “sacro della tifoseria gialloblù. Dopo qualche mese, esattamente il 18 novembre, anche a seguito di alcune vicende giudiziarie che videro coinvolti 12 tifosi gialloblù, le “Brigate”, tra l’immenso stupore generale, decisero il loro scioglimento. Da quel momento in poi ognuno per sè. Suscitò, quindi, grande commozione l’omaggio della tifoseria viola che, per l’occasione interamente colorata di giallo e blu, diede il benvenuto ai “gemelli” gialloblù con un lunghissimo striscione contenente la frase “Vent’anni non si dimenticano, onore alle B/=\G”. La partita, invece, che vide vincere la Fiorentina per 4-1, passò addirittura in secondo piano.
Per la cronaca, a fine stagione i gialloblù tornarono mestamente in serie B, dove avrebbero militato per le successive 4 stagioni prima di tornare in serie A sotto la guida di Attilio Perotti.
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