Retroguardia di ferro
Dopo il pareggio ottenuto in casa con il Cagliari, la retroguardia gialloblù si conferma la meno battuta del torneo - assieme a quella della Juventus - con solo nove reti subite in dieci giornate.
Dopo il pareggio ottenuto in casa con il Cagliari, la retroguardia gialloblù si conferma la meno battuta del torneo - assieme a quella della Juventus - con solo nove reti subite in dieci giornate.
Contro il Cagliari i gialloblù di Ivan Juric hanno messo in cascina l’ottavo risultato utile di queste prime dieci giornate. Andati in vantaggio con Zaccagni, abile finalizzatore di un’azione da manuale, si sono fatti raggiungere a inizio ripresa da Marin, incuneatosi in un corridoio concesso in maniera piuttosto improvvida dalla retroguardia scaligera. Dopo aver corso un paio di pericoli, uno di questi ben neutralizzato dal sempre bravo Silvestri, hanno rialzato la testa creando un paio di invitanti occasioni da gol ma l’imprecisione e un pizzico di sfortuna hanno impedito il nuovo vantaggio. Il risultato finale, tuttavia, è apparso tutto sommato giusto.
L’attuale classifica vede ora il Verona all’ottavo posto in graduatoria, frutto di quattro vittorie, quattro pareggi e solo due sconfitte, maturate contro Parma e Sassuolo. Dopo dieci giornate un bilancio di questo tipo rappresenta un risultato di grande importanza. Il valore di tutto ciò, poi, è reso ancora più prestigioso dal livello di solidità raggiunto dalla difesa scaligera che si conferma la meno battuta del torneo – in coabitazione con quella della Juventus – con solo nove reti subite.
Rispetto allo scorso anno il reparto arretrato gialloblù si presenta profondamente rinnovato. Partiti Kumbulla e Rrhamani – lo scorso anno pedine praticamente insostituibili – e lasciato partire Empereur, colpito dalla “saudade” per il suo paese d’origine, Juric si è trovato obbligato, suo malgrado, a trovare fin da subito un nuovo equilibrio. Sono arrivati il turco Çetin dalla Roma, Ceccherini della Fiorentina e Magnani dal Sassuolo, ai quali si sono aggiunte le conferme di Gűnter, Dawidowicz e del giovane Lovato. Rimettere subito le cose a posto non è stato facile perché, oltre a trovarsi di fronte nuovi elementi ai quali impartire i dettami del proprio credo calcistico, il tecnico scaligero ha dovuto anche fare i conti con una serie interminabile di infortuni che lo hanno costretto, praticamente quasi sempre, a cambiare la composizione del terzetto difensivo.
Nonostante questo, però, grazie anche a un ottimo lavoro svolto da centrocampisti e attaccanti, specialmente in fase di non possesso, è arrivato questo invidiabile traguardo, a conferma dell’ottimo lavoro sin qui già svolto dall’allenatore croato. Fabio Capello, uno dei tecnici italiani più apprezzati e vincenti, sia in Italia che all’estero, ha sempre sostenuto che quando si costruisce una squadra il primo caposaldo dal quale partire, è sempre quello della solidità difensiva. La strada intrapresa da Juric, che domenica dopo la partita ha commentato «Sono molto soddisfatto del lavoro dei ragazzi che si impegnato con grande sacrificio e tantissima volontà, abbiamo ancora ampi margini di miglioramento» è, quindi, sicuramente quella giusta, in grado di dare sempre nuove soddisfazioni all’affezionato popolo gialloblù che, dopo averlo accolto lo scorso anno con ingiustificato scetticismo, ha imparato ad apprezzarne le doti sino a eleggerlo come proprio indiscusso beniamino.
©️riproduzione riservata