Due diverse filosofie di gioco
Nel match tra Verona e Sassuolo si sono trovate di fronte due diverse filosofie di gioco. Alla fine, contro una formazione gialloblù rimaneggiata e un pizzico sfortunata, la vittoria è andata ai neroverdi ospiti.
Nel match tra Verona e Sassuolo si sono trovate di fronte due diverse filosofie di gioco. Alla fine, contro una formazione gialloblù rimaneggiata e un pizzico sfortunata, la vittoria è andata ai neroverdi ospiti.
La sfida di domenica tra Verona e Sassuolo ha visto fronteggiarsi due tra le più interessanti realtà di questo inizio di stagione, inevitabilmente “marchiato” dalla nuova ondata di pandemia che ha obbligato il mondo del calcio a tornare – sicuramente controvoglia – agli stadi a porte chiuse. La formazione di Juric, profondamente rinnovata rispetto alla scorsa stagione e costretta sin qui a convivere con un’impressionante sequenza di infortuni, cerca piano piano di ritrovare il proprio nuovo equilibrio mentre la squadra di De Zerbi, in continuo e progressivo miglioramento, inizia a vedere tradotti sul campo i frutti dell’attento lavoro svolto in queste ultime stagioni dal bravo ed emergente allenatore bresciano.
Uno degli spunti più interessanti che offriva il confronto tra gialloblù e neroverdi era sicuramente anche quello che vedeva da una parte la difesa meno battuta dell’intera serie A e dalla parte opposta l’attacco con il maggior numero di reti segnate. Alla fine l’hanno spuntata gli emiliani, bravi – e anche fortunati – nel concretizzare al massimo le due vere occasioni da gol capitate sui piedi rispettivamente di Boga, nel primo tempo, e di Berardi nella seconda metà della ripresa. L’undici di Juric, invece, penalizzato oltremisura dalla pesante assenza di ben otto titolari, per lunghi tratti ha condotto le danze ma senza riuscire a far rendere al meglio l’enorme sforzo profuso. Di mezzo, peraltro, ci si è messa anche la dea bendata che non è certo accorsa in aiuto dei gialloblù che al termine dei novanta minuti hanno dovuto contare ben quattro legni colpiti. Il più clamoroso, sicuramente, è stato quello colto nel primo tempo da Ilić, quando il risultato era ancora inchiodato sullo zero a zero, che avrebbe potuto regalare alla gara tutt’altro sviluppo.
Visto da un’altra angolatura il match ha messo di fronte, l’una all’altra, anche due diverse filosofie di gioco. Ivan Juric, indiscusso allievo di Giampiero Gasperini, attuale tecnico dell’Atalanta, del quale il mister gialloblù è stato prima giocatore e poi fidato secondo, cerca di replicare in riva all’Adige i precisi principi di gioco appresi e ben sedimentati durante la sua esperienza al seguito del mister atalantino. La sua idea di gioco pone le proprie fondamenta su corsa e intensità, principi che richiedono grande preparazione e un alto livello di concentrazione ma che consentono di sopperire davanti a squadre dotate di maggior tasso tecnico. L’allenatore croato punta molto sui confronti individuali – i cosiddetti uno contro uno – cercando di sfruttare al meglio fasce laterali e gioco in profondità. In fase di non possesso, inoltre, ogni suo giocatore marca il proprio diretto avversario lasciando a volte libero solo il portatore di palla che rimane senza alternative valide di passaggio e costretto spesso al lancio in avanti.
La filosofia di De Zerbi, invece, basa la propria idea di gioco su un continuo e costante fraseggio palla a terra, cercando di partire sempre direttamente dal portiere. Secondo il tecnico neroverde, infatti, giocare partendo da dietro aiuta a giocare meglio. Un sistema di questo tipo aumenta il grado di autostima del gruppo che aumenta in sé la consapevolezza di essere in grado di determinare l’andamento e i ritmi di una partita. L’obiettivo del Sassuolo è sempre quello di cercare la zona del campo dove giocare in parità o in superiorità numerica.
Il pallone, però, è rotondo e, pertanto, spetta sempre al campo, unico giudice insindacabile, la facoltà di determinare l’esito finale di un incontro. Nella fattispecie, nel match di domenica, i gialloblù per lunghi tratti hanno tenuto in mano le redini del gioco – specialmente nella ripresa alla ricerca del pareggio – mentre gli emiliani, organico di ottimo livello dotato di indubbie individualità, hanno sapientemente sfruttato al meglio le uniche due occasioni da gol capitate ai propri attaccanti. Il Verona, pur rimaneggiato e con con qualche errore di troppo, si è trovato a fare i conti anche con la sfortuna, mentre dall’altra parte il Sassuolo si è dimostrato cinico e pratico. Se Juric recrimina, De Zerbi si gode il secondo posto in classifica. Anche questo è il bello del calcio.
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