Un progetto di scrittura delineatosi nel tempo e che ha progressivamente acquisito una fisionomia narrativa più strutturata, è diventato oggi Soli nudi, opera d’esordio di Andrea Lobba, autore di appena ventun anni di Marostica che studia e vive a Verona. Abbiamo deciso di incontrarlo proprio in occasione dell’uscita del suo libro per scavare un po’ nel backstage della sua attività di giovane scrittore.

«È stato più o meno verso la fine di marzo del 2019 che è nata l’idea di fondo», racconta Andrea Lobba, tentennando un po’ e ripescando nella memoria i semi del suo lavoro. Ma si sa che, quando si parla di scrittura e creatività, mettere dei paletti e scriverci sopra “inizio” e “fine” a caratteri cubitali non è operazione facile. A dirla tutta, non lo è per niente. Ciò che se ne capisce, però, è che quelle che erano inizialmente delle prose sparse, hanno fornito poi il materiale per costruire un romanzo.

«In pratica ho sempre amato scrivere. I miei genitori mi raccontano che in vacanza in montagna, a cinque anni, scrivevo la cronaca della giornata trascorsa. Chi me l’avesse insegnato, questo non lo sanno neppure loro», racconta l’autore con un pizzico di sano compiacimento.

«La mia fortuna è di aver trovato, durante il mio percorso scolastico, delle maestre e delle professoresse che mi hanno sempre spinto a coltivare questa inclinazione, oltre ad avermi indirizzato verso letture stimolanti. Poi sicuramente aver fatto il liceo classico mi ha dato la giusta ricchezza culturale per formarmi e convincermi a proseguire su questa strada.»

Un’immagine di Andrea Lobba alla scrivania

Oltre allo studio anche un amore innato per l’acqua lo ha portato, fin da bambino, fra le corsie della piscina, dove ha potuto coltivare una passione e trasformarla nello sport del cuore. Grazie al nuoto, è infatti riuscito a vestire la maglia della Nazionale italiana in tre diversi Campionati europei giovanili paraolimpici, raccogliendo medaglie di tutti i metalli in ciascuna delle rassegne continentali. Oggi, a Verona, Andrea è al terzo anno di Lettere ed è anche grazie all’ateneo scaligero che è riuscito a trovare una porta importante per dare il giusto risalto al suo manoscritto.

«Dopo aver ultimato la stesura durante il lockdown, mi sono messo alla ricerca di una casa editrice, proponendomi a nomi più o meno celebri, ricevendo tanti no ma anche giudizi positivi che mi hanno dato slancio. Fino a quando, attraverso il referente del corso in Editoria e giornalismo della mia università, sono giunto a Bookabook».

L’editore milanese è una delle realtà più significative in Italia per quanto riguarda la pubblicazione attraverso il crowdfunding, metodo che magari si associa più̀ facilmente ad altri settori, ma che sta salendo alla ribalta anche nel mondo della carta stampata. Il crowdfunding prevede, nel concreto, la creazione di una comunità di lettori che sostenga la pubblicazione finale e l’approdo sugli scaffali delle librerie e che operi dunque una sorta di selezione aggiuntiva rispetto a quella già eseguita dalla redazione.

Per contribuire alla campagna di Andrea, che è partita da poche settimane e che ha già raccolto un’entusiastica risposta, sono dunque essenziali due ingredienti: il preordine di una o più copie (è disponibile sia il formato cartaceo sia l’ebook) e il passaparola fra bibliofili e appassionati. Qui di seguito il link per poter visitare il suo profilo e i relativi contenuti di presentazione, sul sito di Bookabook: https://bookabook.it/libri/soli-nudi/. L’obiettivo è dunque di amplificare l’eco mediatica puntando sulla condivisione, reale o virtuale che sia, scrivendone ad amici e conoscenti, anche dopo la lettura delle bozze, integralmente disponibili una volta effettuato il preordine.

La narrazione di Soli nudi vede l’intrecciarsi delle vicende di tre giovani ragazzi all’interno della distopica comunità della Vita, dominata da un despota, il Sole, che costruisce la propria propaganda facendo leva sulle paure irrazionali della massa. Il romanzo, che attinge alla fantascienza e si arricchisce di riferimenti alla contemporaneità, con uno speciale rilievo attribuito alla crisi climatica, nasce in realtà come racconto di formazione.

Ognuno dei personaggi centrali è artefice di un’evoluzione attraverso il suo rapportarsi con gli altri e la consapevolezza di sé matura fra le pagine, nei dialoghi e nei silenzi. Il tenace impegno dei ragazzi sta nella forza delle loro idee, in quella “ribellione gentile” che trova il suo fulcro nella coraggiosa Joan, e che mira alla decostruzione del potere fittizio, imperniato sullo spaventoso attecchire della menzogna fra menti disabituate al pensiero critico, in quanto assuefatte alla rapidità del virtuale. Una sorta di iconoclastia intellettuale volta all’eliminazione degli idoli.


Una prosa dagli intenti ambiziosi quella di “Soli nudi”, che omaggia autori di riferimento per il percorso formativo di Andrea Lobba. «Quando racconto in sintesi di cosa parla il libro, molti lo accostano a 1984 di Orwell. E sì, lui è sicuramente uno dei fari ispiratori, così come lo sono anche Campanella, Huxley ed altri padri del distopico», spiega l’autore.

La copertina di Soli nudi, edito da Bookabook,
cui si può contribuire con un preordine
al link https://bookabook.it/libri/soli-nudi/

E perché, quindi, Soli nudi? “«Dietro al titolo c’è la libera citazione di una favola di Andersen, I vestiti nuovi dell’imperatore, in cui si racconta di un imperatore vanitoso che sfila senza abiti per le strade della città facendo credere al popolo di essere coperto da un leggerissimo tessuto che gli stolti non sono in grado di vedere. Tutti sono disposti a credergli, sentendosi interiormente indegni di ammirare la preziosa veste, e lo salutano ossequiosamente, fino a quando un bambino non dice le cose come stanno. E cioè che il re è nudo. Mi ha colpito poiché́ si descrive la voce dell’ingenuità incorrotta contro la consuetudine che schiaccia e appiattisce allo stadio di automi».

Dal prosieguo della nostra chiacchierata, poi, emerge netto uno dei punti cardine del romanzo, quello dell’emergenza climatica, che trasuda in special modo dal vivido dipinto dell’ottusità della politica, incapace di ripensare il paradigma economico e di aprirsi alle voci d’allarme. «Personalmente, credo esista un grosso problema linguistico in merito – sottolinea Lobba -. I problemi connessi all’ambiente e al pianeta non sono battaglie degli ecologisti. Sono e devono essere impegno collettivo di tutti, nessuno escluso. Il rapporto con la nostra casa comune è un tema culturale e sociale.

Finché nel dibattito pubblico continueremo a connotarlo con questo alone di ribellione faziosa, a tratti persino caricaturale, non riusciremo mai a considerarlo quale urgenza effettiva, urlata all’unisono dalla comunità̀ scientifica e dunque indipendente dai colori di partito.

La mia parola e il mio mezzo servono anche a questo, a sottolineare un desiderio di cambiamento autentico, espresso dai miei personaggi con coraggio e con una consapevolezza della necessità del sacrificio.»

Inutile rimarcare la pluralità delle contaminazioni, e la polifonia delle voci che coesistono nel romanzo, che non impone un punto di vista privilegiato ma sfaccetta le situazioni, a seconda dei punti di vista. E quando infine gli si domanda se ci siano altri progetti risponde con un sorriso: «Di idee ce ne sono centinaia, ne annoto ogni giorno su quaderni, diari e fogli vari. Se ne verranno fuori racconti, poesie o romanzi, questo si vedrà, le premesse intanto ci sono.»