Il montaggio di filmati d’archivio si fa poesia nelle mani di Alessia Bottone, giornalista, scrittrice, sceneggiatrice e regista nata a Verona, ma che ha più volte dimostrato che c’è un mondo al di fuori di queste mura. Infatti, anche con il suo cortometraggio La Napoli di mio padre, sta raccogliendo soddisfazioni in numerosi festival italiani e non.

Dopo i due recenti premi per la miglior sceneggiatura e il miglior montaggio al Festival Filoteo Alberini, il nuovo lavoro della poliedrica autrice è stato primo classificato nella sezione cinema al Festival Ethnos di San Giorgio a Cremano ed è entrato nella selezione del Festival Sign of the Nuit di Bangkok.

Attualmente il suo corto concorre anche per la sezione BEI DOC al 38°Bellaria Film Festival che si terrà oggi, 25 settembre, quindi al Matera Film Festival il 26 settembre, al Sedicicorto International Film Festival di Forlì dal 2 all’11 ottobre, e verrà proiettato anche a Verona in occasione del Festival Non c’è differenza il 6 dicembre alle 18 al Teatro Scientifico Laboratorio.

La Napoli di mio padre parla di nostalgia, di ricordi, di viaggi sognati e di viaggi obbligati dalla ricerca di un’agognata felicità e di una realizzazione lavorativa e personale. Il parallelismo che fa l’autrice con i nuovi migranti non risulta in alcun modo forzato, né intellettualmente né moralmente, anche perché Alessia ha lavorato in un centro di accoglienza in Svizzera proprio con persone che cercavano una nuova vita, un nuovo posto nel mondo.

Le parole delle due voci narranti – i bravi Valentina Bellè e Giuseppe Bottone – ci trascinano in una dimensione alle volte dolcemente confortevole e avvolgente, come spesso lo è la memoria di un tempo che non c’è più, e altre ci sbattono in faccia la ruvidità della realtà del passato che si rispecchia in quella del presente.

Vergognarsi di quello che si è, «quasi come se la parola migrante fosse sinonimo di inefficienza e inciviltà», non è altro che il riflesso di una società ben lungi dall’essere scevra da stupidi, crudeli pregiudizi.

La regista Alessia Bottone

Il fatto che il cortometraggio sia ispirato a una storia vera, rende il tutto ancora più toccante e sincero. L’autrice scrive nella presentazione: «Il film trae ispirazione da un viaggio a Napoli con mio padre e mio fratello, a bordo di un treno notturno, durante il quale sono finalmente riuscita a capire cosa vedeva mio padre quando, anni prima, si affacciava alla finestra: i suoi ricordi. […] Mi sono sempre sentita parte di un Sud che ho conosciuto solo grazie agli aneddoti di mio padre e di un Nord dove sono nata e cresciuta, e mi sono chiesta se questa sensazione fosse condivisa anche dai figli dei nuovi migranti.»

Le belle musiche di Luca Balboni ben si sposano con le immagini sapientemente montate da Martina Dalla Mura e i 20 minuti scorrono benissimo senza alcun cedimento per tutta la durata del lavoro, perciò se non avrete l’occasione di andarlo ad applaudire ai festival sopra menzionati, non perdetelo sulla piattaforma MyMovies dal 2 all’11 ottobre durante il Sedicicorto International Film Festival di Forlì.