«E la chiamavano estate», cantava Bruno Martino mezzo secolo fa. Un brano elegante, raffinato e tuttora celebre, che racconta di una stagione resa malinconica dagli eventi anziché spensierata come dovrebbe. Un testo che per molti versi sembra far da sottofondo alle ultime estati del Chievo. Dopo il processo per le plusvalenze, la retrocessione e la relativa rifondazione, nei mesi scorsi sono stati i casi di positività al Covid-19 a modificare il connotati della preparazione alla nuova stagione.

La bella notizia è, per paradosso, che il Chievo finalmente scenderà in campo. A prescindere, sarà un metaforico sospiro di sollievo ad accompagnare i gialloblù di Alfredo Aglietti nel viaggio verso Pescara. Dal calcio d’inizio di domani (ore 14h00) la compagine di via Galvani torna a una sorta di normalità, tanto agognata tra il ritiro di Pieve di Cadore e il successivo rientro alla base. Nel frattempo, con il mercato aperto, in cabina di regia Giorgio De Giorgis ha lavorato su una serie d’innesti a completamento della rosa. Ultimissimo colpo, da Cremona è arrivato Vasile Mogoș, terzino destro naturale che in carriera è stato anche impiegato anche come mezzala. Dotato di tecnica e velocità, il giocatore rumeno classe ’92 ha quel bagaglio giusto di solidità ed esperienza ricercata nell’identikit del ruolo. Si completa così lo scacchiere della linea difensiva. A Pescara spazio a lui e alla collaudata coppia centrale formata da Leverbe e Rigione, con Renzetti a sinistra. Vaisanen è ancora out ma la gamma è stata comunque ampliata con Juliàn Illanes, in prestito dalla Fiorentina. Il giovane difensore argentino del ’97 è reduce da belle referenze ottenute con l’Avellino. Chi lo conosce bene lo descrive come un perfetto interprete della classica “garra” rioplatense, tutto grinta e determinazione. Caratteristiche che in B servono come il pane.

Se di giovani di prospettiva non mancano tra quelli, diciamo così, autoctoni, proprio come Zuelli che potrà ritagliarsi un ruolo di primo piano fin da subito, la linea mediana si è arricchita di Luca Palmiero, centrocampista ventiquattrenne di proprietà del Napoli sbarcato dalle parti del Lago di Garda giusto un paio di giorni fa. È lui il metronomo con alle spalle qualche anno di esperienza nella categoria tanto cercato. Autorevole con il pallone tra i piedi, Palmiero è classificato dagli addetti ai lavori come un playmaker puro in grado di dettare i tempi di gioco, ma anche sacrificarsi in copertura. Aglietti potrebbe riservargli una maglia già allo Stadio “Adriatico”.

Contro gli ex-gialloblù Jaroszinsky e Ceter, c’è un altro volto nuovo in predicato a partire titolare, in questo caso sulla linea offensiva. Mancherà ancora Giaccherini, Canotto è in dubbio, ma è arrivato Manuel De Luca. Il centravanti acquistato dal Torino a titolo definitivo, a ventidue anni trova con nel Chievo le potenziali condizioni per far svoltare la sua carriera verso l’alto, a compendio del percorso di maturazione intrapreso sin qui con Alessandria ed Entella. Da giovane era soprannominato “il cigno” per l’eleganza e le doti tecniche unite alla sua fisicità: va da sé che in una squadra che l’anno scorso ha sofferto la carenza di una vera e propria torre, il ragazzo altoatesino ha caratteristiche potenzialmente utilissime nell’economia del collettivo di Aglietti.

Il bilancio favorevole nei confronti diretti col Pescara non deve illudere Garritano e soci. La storia della serie cadetta insegna che si parte alla pari quanto opportunità e sorprese sono dietro ogni angolo. Se Monza, Brescia, Lecce e Spal sono le favorite, occorre attendere il giudizio del campo prima di stilare le classifiche. Idem per valutare le potenzialità dei gialloblù, che finora non hanno avuto neppure la possibilità di giocare un solo minuto contro un’avversaria vera. A partire dall’esordio di sabato, l’importante sarà mettersi innanzitutto l’estate alle spalle e non pensarci più.