Venturato: «La serie C è il coronamento di un sogno»
Nell'anno in cui festeggerà i cento anni di vita, il Legnago Salus si affaccia per la prima volta nella sua storia al calcio professionistico.
Nell'anno in cui festeggerà i cento anni di vita, il Legnago Salus si affaccia per la prima volta nella sua storia al calcio professionistico.
Nell’anno in cui il Legnago Salus festeggerà i suoi primi cento anni di storia, è arrivata la promozione in serie C che per la società veronese significa l’accesso per la prima volta al calcio professionistico. Arrivato al termine dello scorso campionato alle spalle del Campodarsego, (al momento della sospensione in seguito al Covid-19, ndr) in seguito della rinuncia da parte del club padovano, il club della Bassa ha acquisito la promozione diretta in virtù di una norma federale che stabilisce il diritto in capo alla seconda classificata laddove la prima in graduatoria decida espressamente di rinunciarvi. Ne parliamo con Davide Venturato, dal 2017 presidente del sodalizio biancazzurro, che non nasconde la sua grande e naturale soddisfazione.
«Siamo molto soddisfatti – commenta il massimo dirigente legnaghese – per questo traguardo. Per noi si tratta del coronamento di un sogno, che avevamo solo accarezzato nel lontano 1995. È comunque una gioia che desidero condividere in pieno con tutte le figure della nostra società, che sono state al mio fianco in questa mia presidenza. Il mio elogio, oltre che alla squadra e al mister, va al vicepresidente Giorgio Schiavo, all’amministratore delegato Stefano Michelazzi, al direttore generale Mario Pretto e al consigliere Guido Passarini, assieme ai quali rappresentiamo il Consiglio direttivo del nostro club. Inoltre, non dimentico l’apporto fondamentale dei nostri soci Fulvio Isolani, Alberto Cortese, Stefano Cucchetto e del Legnago United, l’associazione dei nostri tifosi.»
Come è stata accolta la notizia della promozione? Vi siete trovati impreparati oppure la scelta è stata facile?
«Il campionato scorso siamo partiti con il dichiarato obiettivo di disputare una stagione di vertice, non nascondendo l’ambizione di giocarci le nostre carte per la promozione o almeno per i play-off. Il fatto che fossimo reduci dal ripescaggio della stagione precedente non ha attirato più di tanto le attenzioni su di noi, tanto che alcuni addetti ai lavori ci avevano addirittura indicati tra le principali squadre candidate alla retrocessione. Si è trattato senza dubbio di un torneo anomalo, inutile negarlo, per via dello stop per l’emergenza sanitaria legata al Covid-19, tuttavia fino al momento della sospensione la seconda posizione ha rappresentato un risultato di grande prestigio. Il nostro destino è, poi, cambiato mercoledì 29 luglio quando il presidente del Campodarsego – circolava da alcuni giorni qualche voce ma si trattava delle solite chiacchiere – ha annunciato la rinuncia alla promozione. Al quel punto, in virtù di quanto stabilito dall’articolo 49 delle Norme Federali, abbiamo acquisito il diritto a disputare il nostro primo campionato di Lega Pro.»
Rispetto alla serie D, il torneo di Lega Pro è sicuramente più impegnativo, non solo sotto il profilo squisitamente sportivo, ma anche sul piano del budget necessario per sostenere una stagione che richiede senza dubbio maggiori investimenti.
«La nostra società possiede una struttura solida, soprattutto dal punto di vista finanziario. Il fatto di aver sposato negli anni precedenti un percorso di crescita graduale ci ha permesso con il tempo di raggiungere una certa solidità. Sicuramente la nuova categoria richiede maggiori investimenti ai quali bisogna anche aggiungere quelli necessari per rispettare le norme del protocollo sanitario come tamponi, test sierologici e sanificazione periodica di tutti gli impianti. Con i soci ci siamo subito confrontati per quanto riguarda il budget necessario e all’unanimità abbiamo deciso di non lasciarci sfuggire la grande occasione. Comunque, dopo aver depositato la richiesta di iscrizione, abbiamo ottenuto subito l’ok della CO.VI.SO.C. al quale ha fatto seguito l’ufficialità da parte del Consiglio Federale che lunedì 31 agosto ha confermato la nostra partecipazione al campionato di serie C, il cui inizio è previsto per il prossimo 27 settembre.»
Lo stadio “M. Sandrini” dove disputerete le partite casalinghe è già a norma oppure avete la necessità di intervenire per adeguarlo alle norme federali stabilite per la Lega Pro?
«In data 4 agosto abbiamo ricevuto il sopralluogo dei tecnici federali i quali hanno dichiarato la piena agibilità del nostro impianto sportivo. In vista del prossimo campionato, tuttavia, dobbiamo potenziare l’impianto di illuminazione per portarlo, appunto, a norma e installare il sistema audiovisivo di sorveglianza. Si tratta, comunque, di interventi che porteremo a termine senza alcun problema prima dell’inizio della nuova stagione.»
Quando viene conquistata la promozione, non è la prima volta che una società, anche andando contro il parere dei tifosi, sceglie di affidarsi a un allenatore diverso, magari già esperto nella nuova categoria. Nel vostro caso, non è stato così visto che il mister Massimo Bagatti è stato meritatamente confermato.
«Abbiamo piena fiducia nel nostro mister in quanto crediamo nella sue capacità. Nel nostro caso, inoltre, il suo operato non è solo sportivo ma anche manageriale. Diciamo che fa l’allenatore sullo stile dei tecnici della Premier inglese. Quando è arrivato lo scorso anno ha saputo trasmettere subito ai giocatori e a tutto l’ambiente la sua mentalità vincente. Si tratta di un tecnico che non si accontenta ma cerca sempre di alzare l’asticella, perché solo così si possono raggiungere traguardi importanti. La sua filosofia, non lo nego, ci ha conquistati sin dal primo giorno. Aggiungo, inoltre, che non si tratta nemmeno di un tecnico inesperto in quanto nel suo curriculum vanta già esperienze in serie C. La sua conferma, quindi, non è mai stata messa in discussione.»
Passiamo all’aspetto che interessa di più, quello sportivo. A che punto siete con la costruzione della squadra?
«La nostra filosofia, che poi è anche quella del nostro mister, è quella di avere una squadra giovane che abbia voglia di correre e di sacrificarsi. Lo zoccolo duro dello scorso anno è stato confermato – diversi giocatori, chi più chi meno, hanno già calcato i campi di serie C – al quale saranno aggiunti alcuni giocatori “di categoria” e altri quattro-cinque elementi che dovrebbero arrivare in prestito da società di A o B, che le stesse società mandano a farsi le ossa in campionati minori. Le nuove norme, come sapete, ci impongono un numero massimo di 22 giocatori “senior” cioè nati prima del 1999, tuttavia, il nostro obiettivo è quello di dare la possibilità di esordire anche a giocatori più giovani per i quali è previsto, inoltre, un contributo economico da parte della Federazione in base al minutaggio totale accumulato al termine del campionato.»
A tal proposito, il vostro settore giovanile rappresenta uno dei punti di eccellenza della vostra società.
«Confermo. Infatti la nostra Juniores Nazionale ha conquistato per due volte di seguito il titolo nazionale. In squadra ci sono quattro giocatori nati nel 2002 e uno del 2003 che contiamo possano fare nel giro di due-tre anni il decisivo salto di qualità. Vogliamo che il debutto con la prima squadra possa diventare per loro il trampolino di lancio per il calcio professionistico. Aggiungo che tutte le squadre del nostro settore giovanile disputano i gironi “Élite” e che, soprattutto, tutti gli atleti hanno un anno in meno rispetto a quelli delle altre squadre. Non si tratta di una norma federale ma di una precisa scelta societaria per dare la possibilità ai nostri ragazzi di maturare un valido percorso di crescita, confrontandosi con atleti di età maggiore.»
In vista della prossima stagione, che vi vedrà per la prima volta affacciarvi al mondo del calcio professionistico, quali sono gli aspetti sui quali come società contate di più?
«Le nostre aspettative trovano il loro fondamento in tre punti: il primo riguarda la collaborazione fattiva ricevuta dall’Amministrazione comunale che grazie al campionato che ci vedrà affrontare anche squadre dall’illustre blasone, potrà vedere generato un indotto sicuramente positivo mentre il secondo aspetto riguarda l’auspicio di vedere arrivare qualche nuovo sponsor. Nella fattispecie, la nuova legge che garantisce un credito d’imposta del 50% dovrebbe rappresentare un ottimo stimolo a dare sostegno a una società come la nostra. Il terzo punto, infine, non meno importante, riguarda l’incremento del nostro pubblico, specialmente quello giù giovane. A tal proposito, proprio per facilitare questo, abbiamo deciso di concedere in via automatica ai più giovani l’abbonamento per tutte le nostre partite casalinghe. Siamo, assieme a Milano, l’altra provincia italiana con quattro squadre professionistiche quindi ottenere l’incremento di pubblico non sarà facile ma noi ci proviamo.»
Un’ultima domanda. Quale è il vostro obiettivo per il prossimo anno?
«Prendendo spunto dal nostro allenatore, che non considera mai il minimo come un obiettivo, non dico la salvezza ma quello di disputare un campionato tranquillo.»
(Foto di legnagocalcio.it)