Al via il Film Festival della Lessinia
Scuola maestra di vita. "Lunana: uno yak in classe" di Pawo Choyning Dirji è il primo lungometraggio della kermesse cinematografica, inaugurata ieri sera a Bosco Chiesanuova.
Scuola maestra di vita. "Lunana: uno yak in classe" di Pawo Choyning Dirji è il primo lungometraggio della kermesse cinematografica, inaugurata ieri sera a Bosco Chiesanuova.
È stato inaugurato ieri sera, venerdì 21 agosto, il 26° Film Festival della Lessinia (FFdL). In un Teatro Vittoria gremito del pubblico permesso dalle normative anti Covid, Alessandro Anderloni, direttore artistico, ha parlato di tenacia e di futuro, mentre Claudio Melotti, sindaco di Bosco Chiesanuova, ha sottolineato i valori di resistenza e opportunità straordinaria per tutta la Lessinia.
Poi il film Lunana: uno yak in classe (2019), lungometraggio che emoziona fin dall’inizio, firmato da Pawo Choyning Dirji, fotografo e regista del Buthan. Partiamo da lì. Un giovane maestro del Buthan pensa di andarsene in Australia e invece si ritrova a dover insegnare nella scuola di Lunana, 4.800 metri di altitudine e 56 abitanti. Le Terre Alte, gli Alti Pascoli del Paese. Un cittadino, con gusti occidentali e tecnologia occidentale, si trova in un luogo dove è la natura a spadroneggiare. Per arrivare a Lunana occorrono 8 giorni di duro cammino. Una fatica improba per un recalcitrante maestro cittadino che affronta la montagna con le cuffiette perennemente attorcigliate alle orecchie, quasi a mantenere un distacco e una lontananza con i luoghi, le persone e la realtà che stava attraversando nell’avvicinarsi alla destinazione. L’incontro con gli abitanti di Lunana, quello straordinario con i bambini e con una “guardiana” di yak, lo porta molto velocemente da una situazione di chiusura e distacco a una realtà in cui la curiosità, l’attenzione e l’apertura diventano motori di una trasformazione radicale, impensabile fino a pochi mesi prima.Le tradizioni, unite ad una splendido rapporto con gli alunni, trasformano il rapporto con un territorio fragile e delicato in cui gli abitanti si accorgono che il clima è cambiato e che la neve ed il ghiaccio che prima ricoprivano tutte le montagne, anche nella bella stagione, si stanno ritirando sempre più in alto.
Quello che osserviamo è un mondo lontanissimo dal nostro occidentale. La scuola è al centro e il maestro è onorato, servito e agevolato in tutti i modi. Il maestro rappresenza la conoscenza, la possibilità di trasmetterla agli alunni permettendo loro, in tale modo di emanciparsi. Il maestro è importante perché “può toccare il futuro”. Il protagonista si immerge dunque nel territorio e nella cultura locale cercando di apprendere il più possibile.Al centro della vita comunitaria c’è lo yak, protagonista assoluto che fornisce latte, carne e pure lo sterco con cui accendere il fuoco. Uno yak viene regalato al giovane maestro e alla scuola e l’animale vive all’interno dell’aula in perfetta simbiosi con maestro, alunni e insegnamento. I mesi a Lunana, all’inizio visti come una punizione, si trasformano in una crescita esaltante, in un ritorno alle origini, ad un rapporto sereno con la natura, la spiritualità, la musica ed il canto.Un film che andrebbe mostrato nelle scuole.