Il varco giusto
Il Chievo supera il Frosinone mentre il Benevento conquista la matematica promozione in un torneo di B che resta apertissimo e indecifrabile in testa e in coda. Cesar, Frey e Meggiorini ai saluti
Il Chievo supera il Frosinone mentre il Benevento conquista la matematica promozione in un torneo di B che resta apertissimo e indecifrabile in testa e in coda. Cesar, Frey e Meggiorini ai saluti
Dopo trentuno partite di campionato, la serie B ha emesso il primo verdetto: con pieno merito il Benevento lo ha già stravinto. È l’unica certezza finora in una stagione lunga e tortuosa, come cantavano i Beatles. La strada che conduce verso la serie A, per quanto ben segnata sulla mappa, nessuno finora è sembrato in grado di percorrerla con lo stesso passo svelto e deciso della formazione di Pippo Inzaghi.
È un torneo di difficile comprensione. I risultati dei tre turni della ripresa post-lockdown confermano le premesse dei precedenti ventotto: tranne le “Streghe”, nessuna formazione sembra in grado di consolidare la propria posizione in alta classifica e la continuità di risultati appare come un miraggio per le restanti diciannove compagini. Ieri ha pagato dazio lo Spezia, tra le più in forma della categoria, che non ha saputo capitalizzare il pur contestato successo sul Chievo. Il balzo in alto del Cittadella sorprende ma non troppo, per una squadra arrivata ad un passo dalla promozione, superata giusto dall’Hellas di Alfredo Aglietti un anno fa. Il filotto di vittorie garantisce al “Citta” un break che dovrà essere riconfermato nelle prossime giornate. L’evidente alternanza di risultati delle altre pretendenti ai posti al sole rende impronosticabile qualsiasi esito in testa e in coda. Ha messo la folle il Crotone che però, per quanto senza guizzi, riesce a mantenersi ai vertici in attesa di provare a cambiare passo.
La costanza è l’incostanza: saliscendi continui, vittorie, sconfitte e pareggi si alternano per tutti, così come prestazioni di qualità ad altre sottotono. In mezzo a questo indecifrabile torneo c’è il Chievo. Sul piano della personalità e organizzazione di gioco, la formazione appare in grado di trovare un varco – proprio come ha fatto Obi nella marcatura che ha aperto la gara contro il Frosinone – e dire la propria in un finale di stagione in cui conteranno la forma, gli episodi e l’esperienza, come testimoniano le tre partite disputate negli ultimi dieci giorni.
Mister Aglietti sembra aver individuato la quadra giusta. Fin da subito ha ritoccato il modulo della formazione e ridefinito quella che potrebbe essere il suo undici base. La virata è stata verso il 4-3-3 con cui cercherà di consolidare la posizione nella top-8 del campionato, per poi spendersi tutte le carte disponibili nel playoff. Un percorso che vede valorizzare la crescita anche in termini di personalità di Semper e Leverbe in un assetto in cui, nelle ultime gare, ogni elemento ha contribuito alla causa. Dal dinamismo di Dickmann, Renzetti, Segre e Ceter, alla grinta di Rigione, Esposito e Garritano per non dire dell’apporto di qualità ed esperienza di Obi, Giaccherini e Djordjevic, cardini di una formazione in cui è e sarà fondamentale il genio di Vignato e il recupero di Di Noia, elemento in grado di dare un ricambio adeguato alla linea mediana in vista di un finale in apnea psicofisica per tutti e a cui non parteciperanno Cesar, Frey e Meggiorini, tre alfieri gialloblù in scadenza di contratto il 30 giugno.
A proposito di curve e tornanti, venerdì sera il viaggio del “Ceo” riprende da Chiavari. L’Entella è compagine notoriamente insidiosa, come si è visto nella gara d’andata al Bentegodi, e in casa concede pochissimo. L’obiettivo di Giak e soci è non rimanere incolonnati sulla A12 ma proseguire lungo il rettilineo che si sono costruiti vincendo meritatamente la partita a scacchi con la formazione di Alessandro Nesta: per quanto tuttora stretto, i gialloblù hanno le potenzialità per percorrerlo fino alla fine.
(foto AC ChievoVerona / Maurilio Boldrini)