Ultimo chilometro
Il Verona, avanti di due gol contro il Sassuolo, si è fatto raggiungere allo scadere. A dieci giornate dalla fine, comunque, i gialloblù sono in procinto di tagliare il traguardo della salvezza.
Il Verona, avanti di due gol contro il Sassuolo, si è fatto raggiungere allo scadere. A dieci giornate dalla fine, comunque, i gialloblù sono in procinto di tagliare il traguardo della salvezza.
A poco meno di venti minuti dalla fine, il doppio vantaggio in casa del Sassuolo, ottenuto con un micidiale uno-due firmato da Stepinski e Pessina, aveva praticamente chiuso a doppia mandata la pratica salvezza. Nello scampolo di match che mancava al triplice fischio, invece, la furiosa reazione dei padroni di casa ha regalato al popolo neroverde un incredibile pareggio in pieno tempo di recupero, quando la lancetta dell’orologio aveva iniziato il fatidico ultimo giro.
Le ragioni di tutto questo sono fondamentalmente due. La prima riguarda la scelta tattica operata da Juric –per la quale lo stesso tecnico ha fatto ammenda nel dopo partita – che ha deciso di abbassare troppo il baricentro della propria squadra a difesa del doppio vantaggio appena conseguito, mentre la seconda è meritatamente da addurre proprio alla formazione emiliana. La compagine di De Zerbi, approfittando della situazione venutasi a creare, ha messo in mostra le indubbie individualità delle quali dispone, raggiungendo alla fine un più che meritato pareggio. Peccato che la rete di Rogerio sia giunta proprio all’ultimo respiro ma, come amava ripetere il compianto Vujadin Boŝkov, «La partita è finita solo quando arbitro fischia».
Nel dopo partita, oltre al giustificato rammarico per una vittoria sfumata a pochi istanti dal termine, è emerso anche qualche disappunto da parte di chi aveva iniziato già a fantasticare su una possibile qualificazione all’Europa League. Davanti a tutto questo crediamo sia opportuno fare qualche semplice precisazione. Facendo un salto all’indietro all’agosto scorso ricordiamo tutti lo scetticismo con il quale venne accolto Ivan Juric al suo arrivo a Verona, senza dimenticare le diverse voci della carta stampata pronte a inserire la squadra gialloblù tra le sicure candidate alla retrocessione. Lo scenario, a dieci mesi di distanza (stop per il Covid-19 compreso) è radicalmente cambiato. La compagine scaligera è diventata la vera sorpresa del campionato e ora si appresta a tagliare con pieno merito il fatidico traguardo dei quaranta punti – soglia che garantisce la permanenza in serie A – quando mancano ancora dieci giornate al termine della stagione.
Siamo quindi arrivati al tanto atteso ultimo chilometro, una distanza che potrebbe essere già interamente percorsa nel “tragitto” che conduce al prossimo match casalingo contro il Parma. Le aspirazioni europee sono assolutamente comprensibili, ma bisogna anche essere moderatamente realisti. La prossima stagione se ne andranno tre capi saldi come Rrhamani, Amrabat e Kumbulla mentre Borini, rimessosi in gioco alla grande, potrebbe anche prendere altre strade. In vista del prossimo campionato il primo passo è senza dubbio rappresentato dalla conferma di Juric ma il direttore sportivo Tony D’Amico è atteso da un compito, per nulla facile, di “ricostruire” una formazione in grado di riguadagnarsi almeno un’altra stagione nella massima serie. L’arte di accontentarsi non piace a nessuno, specialmente nello sport, tuttavia per quest’anno, soprattutto per come si è partiti e per come si è messa, potrebbe bastare anche così.