Come cambiano le economie nel territorio veronese dopo una fase di immobilismo e incertezza? Durante il Covid-19 molteplici attività digitali sono andate avanti e hanno trovato nuovi modi di sviluppare mercati alimentate da nuova linfa e possibilità. Abbiamo incontrato Cristian Mantovani, imprenditore titolare di Lime Solutions srl, azienda fondata nel 2009, e project manager di Link2Shop, progetto in start up con marchio registrato, che pensa a una vendita h24 per dare all’acquirente la possibilità di scegliere il modo migliore per approcciarsi al prodotto.

Cristian Mantovani

Cristian, innanzitutto le chiediamo una breve presentazione. Come si definirebbe come imprenditore?
«Sono una persona curiosa, attenta alle novità e alle nuove tecnologie. Ritengo che in ogni periodo storico ci siano nuove opportunità da cogliere, oggi più che mai. Sono infine una persona a cui piace porsi sempre obiettivi elevati.»

Da questa sua breve presentazione mi offre lo spunto per entrare direttamente al cuore di questa conversazione. Le chiedo dunque, dal suo osservatorio, come sta vivendo questa fase e come la si vede da imprenditore?
«Credo sia una fase di grande selezione nel mercato. Certamente ci sono alcuni settori in forte difficoltà, ma ritengo altresì che sia un periodo da vivere con grande entusiasmo e attenzione: cautela nel selezionare i giusti investimenti, ma anche grande voglia di ripartire. Sicuramente oggi si avvertono spinte propositive importanti, forse qualche mese fa non era così, nonostante non avessimo ancora vissuto il Covid-19.»

Possiamo forse dire che abbiamo preso una sberla in volto tale da risvegliare il mercato e gli imprenditori da un certo torpore, quantomeno quelli con la possibilità di investire e innovare? Non trova?
«In un certo senso concordo. L’epidemia non era affatto augurabile, però ci ha proiettato in una nuova fase che è, e sarà, senz’altro di ideazione e innovazione. Segnali in questa direzione sono sotto gli occhi di tutti. Chi si farà trovare pronto ne avrà indubbio beneficio.»

In tal senso Link2Shop, l’iniziativa imprenditoriale di cui lei è project manager, appare non solo al passo coi tempi, ma addirittura in anticipo. Può raccontarci di cosa si tratta?
«Link2Shop vuole favorire le vendite, fondendo in un’unica tecnologia l’online con l’offline. Non miriamo a far chiudere i negozi – anzi – ma a permettere anche ai piccoli produttori e commercianti di sfruttare la tecnologia per ampliare le opportunità di vendita, prima ancora di migliorare la visibilità dei propri prodotti. Utilizziamo il QR Code, strumento decisamente affidabile e maturo, ma anche non del tutto sfruttato. Abbiamo studiato che in Asia ci sono state esperienze molto positive in tal senso. Attraverso il QR Code permettiamo a chiunque voglia offrire dei prodotti di porsi in contatto con i potenziali compratori nei modi più disparati.»

Ci spieghi meglio: come funziona operativamente il servizio?
«Chi aderisce ai servizi che proponiamo, riceve un QR Code univoco per ognuno degli articoli che decide di mettere in vendita e tramite lo stesso QR Code i prodotti possono essere “messi in vetrina” su un sito web, sui social, su un campionario o una brochure, o magari anche proposti direttamente negli espositori in negozio. Ad ognuno ampia libertà di utilizzare lo strumento: attraverso il QR Code il compratore potrà procedere all’acquisto del prodotto in maniera semplice e quantomai immediata, senza registrarsi a piattaforme aggiuntive. Miriamo a una vendita h24 senza la necessità di una piattaforma di e-commerce e senza la necessità di tenere aperto un punto vendita in orari complicati. Si pensi al caso del turista che di sera passeggia in centro e non può fare shopping perché il negozio è chiuso. Con i nostri servizi potrà accedere alle informazioni contenute nel QR Code esposto in vetrina ed eventualmente procedere all’acquisto immediato o una volta rientrato in albergo o magari il giorno successivo mentre aspetta il volo per rientrare a casa. L’obiettivo è massima flessibilità, massima visibilità, senza l’aggravio per il venditore del dover implementare piattaforme online onerose o di dover scegliere tra diverse modalità di vendita. Ci teniamo a dirlo che siamo alternativi, complementari ed eventualmente partner di altri attori sul mercato, quali Amazon per intenderci.»

Sembra proprio che abbiate ideato un sistema perfettamente in linea con le esigenze post Covid-19 prima ancora che il mercato fosse sconvolto dalla tempesta epidemica. Questo dovrebbe darvi un vantaggio, ma quanto è comunque difficile farsi comprendere e farsi scegliere dai propri potenziali clienti?
«Non c’è ombra di dubbio che il mercato proponga tutto e il contrario di tutto. Siamo saturi di servizi e operatori. È una jungla di proposte, in un marasma generale che il Covid-19 non ha dissipato, ma per certi versi accentuato. L’Italia non era ai primi posti per le vendite online, ma è stata una delle nazioni in cui si è registrato il maggiore incremento durante l’epidemia. Di fronte a simili evoluzioni, è logico che ci sia una corsa di molti ad accaparrarsi quote di mercato. La situazione andrà stabilizzandosi nel tempo, sicuramente premiando i più capaci e quelli che propongono servizi utili, completi e innovativi. Il trend del settore però ci fa ben sperare e non dovrebbe esaurirsi, pertanto gli spazi ci saranno. Certamente occorre lottare per avere la giusta visibilità, peraltro non da oggi.
Teniamo conto che Link2Shop non è un brand ancora arrivato a maturazione. Nelle intenzioni siamo a circa il 50% dello sviluppo progettuale. Col senno di poi, forse avremmo dovuto anticipare un po’ per essere più che pronti in questa fase.»

Cosa vi manca per realizzare a fondo il progetto?
«Ci piacerebbe realizzare dei portali verticali tematici basati sulla stessa tecnologia. Con Link2Wine, una sostanziale replica del modello suesposto, siamo già a buon punto e riteniamo che questo sistema possa ben adattarsi alle specificità di un settore in cui l’esperienza di acquisto ricercata è sempre stata piuttosto tradizionale e in cui l’e-commerce classico non sempre sta raccogliendo i frutti sperati. Siamo convinti che isolare il vino dal bullone, o altro prodotto completamente diverso, possa essere la chiave vincente. Sicuramente con Link2Wine riusciremo a meglio valorizzare gli articoli proposti in vendita.»

Il territorio veronese è sicuramente uno degli ambienti migliori dove proporre nuovi servizi viste le numerose aziende che operano nel settore vitivinicolo. Avete scelto il settore Wine come punto di partenza anche per questo motivo?
«Link2Wine è una logica e naturale evoluzione di Link2Shop. Come detto, prima di tutto sono convinto che il prodotto vino possa progressivamente sviluppare nuove logiche di vendita. Ritengo che i nostri servizi siano funzionali allo scopo. Senza dubbio poi, Verona è essa stessa marchio di qualità per tutto ciò che attiene al settore Wine. Siamo fiduciosi.»