Verona, 8 giugno 2020

Egregio Direttore,

ho letto con grande attenzione l’articolo a firma del giornalista Lorenzo Fabiano, dal titolo “Autodromo Torricelle: zona franca tra spritz, bielle e pistoni“‘, pubblicato sul sito “Heraldo.it” di cui Lei risulta responsabile. Ormai dopo 33 anni di pubblica amministrazione, prima nella Polizia di Stato e poi nella Polizia Locale, sono “allenato” a ricevere utili critiche (magari costruttive) anche da esperti e qualificati opinionisti e giornalisti, dai quali c’è sempre da imparare.

Ma, questa volta, credo che il giornalista abbia, forse, esagerato con le accuse dirette alla mia persona. Si, perché guarda caso, il signor Fabiano scrive di una sua vicenda personale, abitando proprio lungo ‘”autodromo”. Magari il prossimo articolo sarà legato ad altre zone, ma questa volta è quella dove lui risiede.

Il  giornalista   chiude   il  proprio   pezzo,   con  un  triste   auspicio o  anche “avvertimento”, che intendo stigmatizzare,  considerato  l’alto valore che gli organi di stampa hanno sempre trasmesso in questa città.

Durante la mia pregressa attività di portavoce del Questore di Verona, ho partecipato ad importanti momenti formativi e un docente universitario disse che “scrivere un pezzo di giornale è un’arte”. L’articolo è un punto di riferimento del lettore, perché si affida a quel giornalista. Anche sulla veridicità della notizia e sull’oggettività. Esistono obblighi professionali, esiste la possibilità di sentire anche chi in quel momento è tirato in ballo. A meno che, lo scopo del giornalista – che evidenzio non scrive di una strada di Borgo Roma, dove abbiamo avuto ben 3 morti in 4 anni, ma di quella dove abita e risiede­ non sia totalmente a “uso personale”. Su questo punto vorrei essere smentito, magari in un articolo che pubblica la presente, in replica alle gravi accuse mosse allo scrivente.

Altro aspetto su cui il giornalista avrebbe dovuto riflettere, è quello relativo alla conoscenza approfondita delle leggi dello Stato. Avrebbe così scoperto che i controlli di polizia stradale, possono essere effettuati da tutti gli organi di polizia stradale, ex artt. 11 e 12 del Codice della Strada. Stranamente qui l’obiettivo è solo il Comandante Altamura (con tanto di foto giustamente per dare risalto alla notizia), che “un contributo lo ha fornito l’aggravante del lassismo di chi il codice della strada lo dovrebbe far rispettare (ovunque e non solo nelle comode zone 30) e invece non lo ha fatto”. Auspica anche qualche grave incidente. Insomma, il giornalista diventa uno dei “fans” degli omicidi stradali e delle lesioni personali stradali. E anche qui pongo l’accento sull’assenza di citazione di dati da parte del giornalista, sia sul numero di controlli effettuati dal Comando di Polizia Locale che mi onoro di dirigere e sia dei verbali redatti come sul numero di sinistri stradali avvenuti negli ultimi 10 anni, tutti dati che avrebbe potuto confrontare con altre arterie cittadine.

Ritengo perciò molto grave l’accusa mossa dal Suo giornalista, che ipotizza una “omissione” sui controlli, come ritengo ricostruita in modo assolutamente difforme alla realtà. Anche l’affermazione sulla questione “zona 30” che, se il giornalista avesse voluto tranquillamente approfondire e verificare tramite l’Ufficio Stampa del Comune, è stata ampiamente “gonfiata”, rispetto alle reali attività di controllo poste in essere dalla Polizia Locale, peraltro proprio per la salvaguardia della sicurezza stradale, di cui il giornalista pare occuparsi in modo così attento e preciso.

Sono, pertanto, a chiedere la pubblicazione della presente, che può dare voce (l’altra voce che è invece citata in modo quasi di dileggio) e che magari il giornalista, tanto attento alla sicurezza stradale (propria?), interroghi anche gli altri comandi delle Forze dell’Ordine, sui controlli effettuati lungo l'”autodromo”.

Con viva cordialità.

Il comandante Capo Polizia Locale, dottor Luigi Altamura